L'anacardio[1] (Anacardium occidentale L., 1753) è una specie arborea della famiglia delle Anacardiaceae.
È coltivato per la produzione della sua noce, o meglio seme, chiamato anacardo o noce di acagiù (dal portoghese caju), che si trova racchiuso in un guscio (contenente un olio resinoso caustico) all'interno del suo falso frutto, chiamato maragnone (dallo spagnolo marañón, derivato dallo stato brasiliano di Maranhão, di cui sembra originario).
L'albero ha un tronco tortuoso, rosato e non molto alto, normalmente tra 5 e 10 metri, con massimi assoluti di 20. Ha un portamento simile a quello del pistacchio.
Le foglie sono oblunghe e coriacee, di color verde brillante a maturità.
I fiori sono ermafroditi, sorgono all'apice dei rametti e hanno 5 petali di color bianco-roseo.
Il frutto, la noce di acagiù, ha la forma di un rene, con epicarpo liscio e mesocarpo resinoso e caustico, per cui velenoso a crudo. La noce all'interno, che è la parte commestibile, è beige e ricoperta di una pellicola marrone. Il frutto si trova alla fine di un peduncolo, che ingrossandosi forma un falso frutto, di color giallo o rosso, che è la mela di acagiù; ha la forma e la grandezza di una pera e contiene una polpa commestibile, carnosa, succulenta, zuccherina e astringente, da cui si ricavano succhi molto apprezzati ai tropici.
La specie è originaria del nord-est del Brasile ed è abbastanza diffusa in tutti i tropici, non solo americani. In India e nell'Africa sub-sahariana, dove è stata introdotta dai portoghesi, si è addirittura naturalizzata, formando estese foreste e diventando il principale prodotto di esportazione del Mozambico.
Il suo areale si spinge poco oltre i limiti del tropico, ovunque le minime medie non scendano sotto i 16º, e abbassamenti sotto i 10º siano rari: non tollera il gelo. L'albero è invece molto resistente alla siccità e cresce anche in aree con circa 500 mm di precipitazioni annue.
L'anacardio (Anacardium occidentale L., 1753) è una specie arborea della famiglia delle Anacardiaceae.
È coltivato per la produzione della sua noce, o meglio seme, chiamato anacardo o noce di acagiù (dal portoghese caju), che si trova racchiuso in un guscio (contenente un olio resinoso caustico) all'interno del suo falso frutto, chiamato maragnone (dallo spagnolo marañón, derivato dallo stato brasiliano di Maranhão, di cui sembra originario).