Le Amaranthaceae sono una famiglia di angiosperme dicotiledoni che conta circa 165 generi, per un totale di più di 2040 specie[1].
Molte di queste sono arbustive, fruticose o erbacee, poche specie formano anche alberi e altre sono rampicanti.
Secondo il sistema di Classificazione APG II (2003), la famiglia fa parte dell'ordine delle Caryophyllales; con questa classificazione, nelle Amarantacee sono state fatte confluire anche le specie tradizionalmente classificate all'interno della famiglia delle Chenopodiaceae oggi non più valida.
Le Amaranthaceae compendono specie di interesse agrario quali la bietola (Beta vulgaris), la quinoa (Chenopodium quinoa), gli spinaci (Spinacia oleracea).
Si tratta di una famiglia distribuita ovunque nel globo; sebbene molte delle sue specie siano concentrate nelle regioni a clima tropicale, alcuni generi cone Ceìhenopodium sono diffusi anche nelle zone fredde e temperate.
La maggior parte delle specie delle Amarantacee sono native dell'Africa e dell'America, anche se, come detto, nel complesso la famiglia è distribuita nel mondo intero. Alcune di queste specie sono considerate piante infestanti, sebbene alcune particolari specie vengano anche coltivate a scopi ornamentali o alimentari, specialmente le specie appartenenti ai generi Alternanthera, Amaranthus, Celosia ed Iresine. Altre specie notevoli sono l'Amaranthus e le specie del genere Salsola. Queste ultime, come molti altri appartenenti alla famiglia, sono alofite, crescono cioè in prevalenza in suoli ricchi di sale.
Nella maggior parte delle specie, le foglie sono semplici, alternate od opposte, ed in alcuni casi succulente o ridotte a squame. Non presentano mai stipole.
I fiori possono essere sia singoli che raggruppati in infiorescenze di vario tipo, e nella maggior parte dei casi bisessuati, provvisti cioè sia di stami che di ovario. Presentano un perigonio per lo più pentamero (talvolta fino a 8 tepali), 5 stami. l'ovario è supero.
I frutti sono nella maggioranza dei casi delle capsule.
Nel sistema APG IV del 2016, come nelle precedenti classificazioni APG, la famiglia è collocata nell'ordine Caryophyllales e comprende le piante precedentemente trattate come famiglia Chenopodiaceae[2].
La monofilia delle Amaranthaceae, così come definite oggi, è stata fortemente supportata da analisi morfologiche e filogenetiche.
La sistematica delle Amaranthaceae è oggetto di intense ricerche recenti. Gli studi genetici e molecolari hanno rivelato che la classificazione tradizionale, basata su caratteri morfologici e anatomici, spesso non rifletteva le relazioni filogenetiche.
Gli studi attuali hanno classificato le specie dell'ex famiglia Chenopodiaceae in otto distinte sottofamiglie: Polycnemoideae[3], Betoideae[4], Camphorosmoideae[5], Chenopodioideae, Corispermoideae, Salicornioideae[6], Salsoloideae[7], e Suaedoideae[8]. In questa classificazione preliminare quindi le l'Amaranthaceae s.l. sono divise in 10 sottofamiglie con circa 180 generi e 2.500 specie.
Prima di incorporare le specie delle Chenopodiaceae, questa famiglia contava 75 generi e 900 specie. La principale differenza tra le Amaranthaceae e le Chenopodiaceae è che le seconde possiedono petali membranosi e stami spesso uniti tra loro a formare una struttura ad anello.
I 75 generi tradizionalmente classificati nella famiglia della Amarantacee sono:
A questi si aggiungono i generi della ex famiglia delle Chenopodiaceae, considerata, secondo i più moderni criteri, una sottofamiglia delle amarantacee:
Le Amaranthaceae sono una famiglia di angiosperme dicotiledoni che conta circa 165 generi, per un totale di più di 2040 specie.
Molte di queste sono arbustive, fruticose o erbacee, poche specie formano anche alberi e altre sono rampicanti.
Secondo il sistema di Classificazione APG II (2003), la famiglia fa parte dell'ordine delle Caryophyllales; con questa classificazione, nelle Amarantacee sono state fatte confluire anche le specie tradizionalmente classificate all'interno della famiglia delle Chenopodiaceae oggi non più valida.
Le Amaranthaceae compendono specie di interesse agrario quali la bietola (Beta vulgaris), la quinoa (Chenopodium quinoa), gli spinaci (Spinacia oleracea).