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Anoplolepis gracilipes ( Italiano )

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Anoplolepis gracilipes (F.Smith, 1857) è una formica della sottofamiglia Formicinae, comunemente nota come formica pazza gialla, a causa dei frenetici movimenti erratici che compie quando disturbata.[1]

È una specie invasiva inserita nella lista delle 100 of the World's Worst Invasive Alien Species.[2]

Descrizione

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Anoplolepis gracilipes è una formica di taglia medio-piccola (lunghezza da 2 a 5 mm), caratterizzata da zampe e antenne particolarmente lunghe; ha colorazione variabile dal giallo al bruno, con il gastro più scuro del capo e del torace.[1]

Distribuzione e habitat

La specie è ritenuta nativa dell'Africa orientale ma a seguito di ripetute introduzioni ha stabilito estese colonie in Asia tropicale, in Oceania e nei Caraibi.[3] È stata introdotta dai trasporti umani in diversi paesi della fascia tropicale e subtropicale incluse numerose isole dell'oceano Indiano (Seychelles, Madagascar, Mauritius, Réunion, le isole Cocos e Christmas Island) e del Pacifico (Nuova Caledonia, Hawaii, Polinesia francese, Okinawa, Vanuatu, Micronesia e Galápagos).[4][5]

Biologia

È una specie poliginica, cioè che forma colonie in cui sono presenti più regine, e polidomica, cioè con più nidi contigui; forma aggregazioni molto numerose, denominate "supercolonie", in cui gli individui si muovono liberamente tra i nidi.[4][6]

Esse nidificano prevalentemente sotto la lettiera o in buche nel terreno, ma talora costruiscono il nido all'interno del tronco degli alberi, o sulla sommità delle palme.[1]

Possono aggredire e talora uccidere, spruzzando grosse quantità di acido formico, sia invertebrati di taglia molto maggiore della loro, che piccoli vertebrati, sino a prede della dimensione di un uccello.[1]

Queste formiche stabiliscono un rapporto mutualistico con afidi e cocciniglie (ordine Rincoti, sottordine Omotteri, sezione Sternorrhyncha), parassiti di diverse specie di piante. Le formiche soddisfano gran parte del loro bisogno di nutrimento dalla melata, un liquido zuccherino prodotto dagli afidi. In cambio le formiche proteggono gli afidi e le loro neanidi dai loro potenziali predatori e ne facilitano la diffusione sulle piante.[7]

Impatto ecologico

La specie è stata introdotta accidentalmente in numerosi ambienti insulari e a causa della sua invasività ha spesso causato seri danni agli ecosistemi nativi.[1][8].

Paradigmatico è il caso dell'Isola di Natale (in inglese Christmas Island), una piccola isola appartenente politicamente all'Australia e situata nell'Oceano Indiano a sud dell'Indonesia, nella quale le formiche gialle furono introdotte tra il 1915 e il 1934, facendo registrare una crescita esplosiva e arrivando a rappresentare in breve una seria minaccia per l'equilibrio ecologico della foresta pluviale dell'isola.[9] Il diffondersi delle supercolonie di questa formica esotica ha infatti portato alla morte di milioni di esemplari dell'endemico granchio rosso Gecarcoidea natalis, con drammatiche ricadute sull'ecosistema forestale. In aggiunta a ciò l'espansione delle supercolonie di formiche si è associata ad un aumento delle infestazioni da cocciniglie, con effetti devastanti sulle principali specie arboree. Tali modificazioni dell'habitat hanno avuto un impatto negativo su numerose specie di uccelli, rettili e mammiferi di interesse conservazionistico come, per esempio, la sula di Abbott (Papasula abbotti), la fregata di Andrews (Fregata andrewsi), il gufastore di Christmas (Ninox natalis), il tordo dell'isola di Natale (Turdus poliocephalus erythropleurus), lo scinco dalla coda blu dell'isola di Natale (Cryptoblepharus egeriae), il geco dell'isola di Natale (Lepidodactylus listeri) e il toporagno dell'isola di Natale (Crocidura trichura).

Note

  1. ^ a b c d e (EN) Anoplolepis gracilipes, su Global Invasive Species Database, The Invasive Species Specialist Group (ISSG). URL consultato il 23 gennaio 2019.
  2. ^ (EN) Lowe S., Browne M., Boudjelas S., De Poorter M., 100 of the World’s Worst Invasive Alien Species - A selection from the Global Invasive Species Database (PDF), su issg.org, The Invasive Species Specialist Group (ISSG), a specialist group of the Species Survival Commission (SSC) of the World Conservation Union (IUCN), 2004. URL consultato il 23 gennaio 2019.
  3. ^ (EN) Anoplolepis gracilipes, su The Global Ant Biodiversity Informatics (GABI) database. URL consultato il 23 gennaio 2019.
  4. ^ a b (EN) Holway D.A., Lach L., Suarez A.V., Tsutsui N.D., and Case T.J., The causes and consequences of ant invasions, in Annual Review of Ecology and Systematics, vol. 33, 2002, pp. 181–233, DOI:10.1146/annurev.ecolsys.33.010802.150444.
  5. ^ (EN) McGlynn T.P., Terrence P., The Worldwide Transfer of Ants: Geographical Distribution and Ecological Invasions, in Journal of Biogeography, vol. 26, 1999, pp. 535–548, DOI:10.1046/j.1365-2699.1999.00310.x.
  6. ^ (EN) Drescher J., Blüthgen N., Schmitt T., Bühler J., Feldhaar H., Societies Drifting Apart? Behavioural, Genetic and Chemical Differentiation between Supercolonies in the Yellow Crazy Ant Anoplolepis gracilipes, in PLoS ONE 5(10): e13581, 2010.
  7. ^ (EN) Styrsky J.D., Eubanks M.D., Ecological consequences of interactions between ants and honeydew-producing insects, in Proc. Biol. Sci., vol. 274, n. 1607, 2007, pp. 151–164, DOI:10.1098/rspb.2006.3701.
  8. ^ (EN) Kaiser-Bunbury C.N., Cuthbert H., Fox R., Birch D., Bunbury N., Invasion of yellow crazy ant Anoplolepis gracilipes in a Seychelles UNESCO palm forest.
  9. ^ (EN) O’Dowd D.J., Green P.T., Lake P.S., Status, Impact, and Recommendations for Research and Management of Exotic Invasive Ants in Christmas Island National Park (PDF), 1999.

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