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Antirrhinum latifolium ( الإيطالية )

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La bocca di leone gialla (nome scientifico Antirrhinum latifolium Miller, 1768 ) è una pianta dai vistosi fiori gialli appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]

Etimologia

Il nome generico (Antirrhinum) deriva da alcune parole greche il cui significato è “simile a un muso (o un naso)”, infatti “anti” = simile e “rhin” = naso e fa riferimento alla particolare forma della corolla definita anche "personata".[2][3] La prima documentazione di questo nome si ha da Joseph Pitton de Tournefort (Aix-en-Provence, 5 giugno 1656 – Parigi, 28 dicembre 1708) un botanico francese; e prima ancora da Teofrasto (371 a.C. – Atene, 287 a.C.) un filosofo e botanico greco antico, discepolo di Aristotele, autore di due ampi trattati botanici.[4] L'epiteto specifico (latifolium) deriva dal latino e significa "a foglie larghe".[5][6]

Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico scozzese Philip Miller (Chelsea, 1691 – Chelsea, 18 dicembre 1771) nella pubblicazione "Gardeners Dictionary, Edition 8. Lond - n. 4. " del 1768.[7]

Descrizione

L'aspetto della pianta è suffruticoso ed è per la maggior parte pelosa. Nella parte aerea è anche glandulosa. La forma biologica è camefita suffruticosa (Ch frut): sono piante dai fusti legnosi e di dimensioni non troppo grandi che d'inverno si seccano completamente, ma alcune gemme rimangono nella parte aerea della pianta. Queste piante arrivano ad una altezza massima di (3) 5 - 10 dm.[4][8][9][10][11]

Radici

Le radici sono del tipo a fittone.

Fusto

Il fusto è eretto, semplice, un po' legnoso nella parte inferiore; mentre in quella superiore è fibroso – carnoso.

Foglie

Le foglie sono quasi persistenti. La loro inserzione sul fusto è varia: può essere opposta, o alterna o (raramente) verticillata, a volte possono avere anche una disposizione a spirale. Dimensioni delle foglie: 2,5 – 5 cm in lunghezza; 1,5 – 2 cm in larghezza. Il colore è verde cupo.

  • Foglie basali: sono in genere opposte e con forme spatolate; non hanno picciolo (oppure è piccolissimo).
  • Foglie cauline: sono sessili, quasi sempre alterne, con forme da lanceolate a ovali (1,5 - 2,5 volte più lunghe che larghe); la forma della lamina è intera con superficie pubescente; sono inoltre arrotondate all'apice.

Infiorescenza

Le infiorescenze sono delle dense spighe racemose terminali (solitarie o ascellari), frondose o bratteate. I fiori, grandi e vistosi, sono peduncolati (fino a 10 mm).

Fiore

X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[9]
  • Il calice, tuboloso-campanulato, più o meno attinomorfo e gamosepalo, è profondamente pentalobato con lobi da subuguali a ineguali (quelli adassiali sono più corti). I lobi hanno delle forme simili a lacinie ovali più piccole della corolla (lunghezza 8 mm).
  • La corolla, gamopetala e tubolare del tipo bilabiato con 4 - 5 lobi patenti, è rigonfia nella parte basale. Il labbro superiore è verticale e bilobato; quello inferiore è trilobato con il lobo mediano aderente al labbro superiore. Una salienza prominente sul labbro inferiore (una protuberanza sacciforme) chiude all'altezza delle fauci la gola della corolla (corolla "personata"). La corolla è gialla. Il colore si schiarisce al centro del tubo. Lunghezza della corolla: 33 – 48 mm.
  • L'androceo è formato da 4 stami didinami tutti fertili. I filamenti sono adnati alla base della corolla e sono inclusi o poco sporgenti. Le antere sono formate da due teche distinte e molto divaricate; la deiscenza è longitudinale attraverso due fessure. I granuli pollinici sono tricolpoporati.
  • Il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario è supero con placentazione assile e forme da ovoidi o globose a suborbicolari. Gli ovuli per loculo sono numerosi, hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[12]. Lo stilo ha uno stigma da capitato a fortemente bilobo. Il disco nettarifero è distinto e presente.
  • Fioritura: da (aprile) maggio a settembre (ottobre).

Frutti

Il frutto è una capsula (ellissoide – ovoidale nella forma) ad inserzione laterale di 10 – 14 mm di diametro massimo. All'interno i semi sono numerosi, con forme ovali e con la testa alveolato-reticolata oppure crestata. Al momento della maturazione i semi fuoriescono da tre fori che si aprono nella parte superiore del frutto (capsula porocida).

Riproduzione

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[15] – Distribuzione alpina[16])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Nord Ovest Mediterraneo (Steno-mediterraneo).
  • Distribuzione: in Italia è una pianta rara ed è presente al Nord lungo il litorale tirrenico. Nelle Alpi italiane si trova solamente nel settore occidentale (Liguria e Piemonte). Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (tutti i dipartimenti alpini). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura e Pirenei.[16]
  • Habitat: l'habitat tipico sono le rupi, i muri e i ripari sotto roccia. Il substrato preferito è calcareo ma anche calcareo/siliceo con pH basico, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[16]
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano e collinare (oltre a quello planiziale – a livello del mare).

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]

  • Formazione: comunità delle fessure e delle rupi e dei ghiaioni
  • Classe: Asplenietea trichomanis
  • Ordine: Potentilletalia caulescentis
  • Alleanza: Potentillion caulescentis

Tassonomia

La famiglia di appartenenza di questa specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi con 1800 specie[9] (oppure secondo altri Autori 114 generi e 2400 specie[10], o anche 117 generi e 1904 specie[17] o 90 generi e 1900 specie[18]) ed è suddivisa in tre sottofamiglie e oltre una dozzina di tribù. Il genere della specie di questa voce appartiene alla sottofamiglia Antirrhinoideae (tribù Antirrhineae) e si compone di una ventina di specie distribuite soprattutto nel Mediterraneo occidentale.[8]

La specie Antirrhinum latifolium fino a poco tempo fa era circoscritta nella famiglia Veronicaceae o Scrophulariaceae a seconda dei vari Autori.[8] L'attuale posizione tassonomica è stata realizzata con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG).[18]

Sottospecie

Per questa specie è riconosciuta come valida la seguente sottospecie:[1]

  • Antirrhinum latifolium subsp. intermedium (Debeaux) Nyman, 1881

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]

  • Antirrhinum diffusum Bernh. ex Steud.
  • Antirrhinum majus subsp. latifolium (Mill.) Rouy
  • Antirrhinum nicaeense Risso
  • Antirrhinum nicaeense var. latifolium (Mill.) Risso

Sinonimi della sottospecie intermedium

  • Antirrhinum huetii Reut.
  • Antirrhinum hybridum Benth.
  • Antirrhinum intermedium Debeaux
  • Antirrhinum latifolium var. huetii (Reut.) Rouy
  • Antirrhinum latifolium var. hybridum Chav.
  • Antirrhinum latifolium var. intermedium (Debeaux) Rouy
  • Antirrhinum latifolium var. striatum DC.
  • Antirrhinum majus var. fallax Loret
  • Antirrhinum majus var. huetii (Reut.) Rouy
  • Antirrhinum majus var. hybridum Benth.
  • Antirrhinum majus var. intermedium (Debeaux) Rouy
  • Antirrhinum majus subsp. striatum (DC.) Rothm.
  • Antirrhinum majus var. striatum (DC.) Rothm.
  • Antirrhinum medium Steud.
  • Antirrhinum paui Sennen
  • Antirrhinum striatum (DC.) Schrank ex Steud.

Altre notizie

La bocca di leone gialla in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:

  • (DE) Breitblättriges Löwenmaul
  • (FR) Muflier è larges feuilles

Note

  1. ^ a b c The Plant List, http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/kew-2642682 Titolo mancante per url url (aiuto). URL consultato il 6 febbraio 2018.
  2. ^ David Gledhill 2008, pag. 52.
  3. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 gennaio 2017.
  4. ^ a b Motta 1960, Vol. 1 - pag. 151.
  5. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 1º febbraio 2018.
  6. ^ David Gledhill 2008, pag. 231.
  7. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 6 febbraio 2018.
  8. ^ a b c d Kadereit 2004, pag. 377.
  9. ^ a b c Judd et al 2007, pag. 493.
  10. ^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 540.
  12. ^ Musmarra 1996.
  13. ^ Wolfe et al 2006.
  14. ^ Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 522.
  15. ^ Conti et al. 2005, pag. 54.
  16. ^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 200.
  17. ^ Olmstead 2012.
  18. ^ a b Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 15 gennaio 2017.

Bibliografia

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