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Aconitum degenii ( الإنجليزية )

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Aconitum degenii is a species of flowering plant in the buttercup family known by the common name branched monkshood .

Distribution

This wildflower is native to Europe (south, south-east) where it grows in subalpine areas. Inhabited biotops include tall herbaceous vegetation and deciduous forests.[2]

Description

Aconitum degenii is a tall spindly erect to scandent forb which is perennial from rhizomes. It has divided leaves. The flowering period extends primarily from July to September. The inflorescence is paniculate and branched. The perigon is blue or purple. The helmet is about as high as it is wide or less high. The nectar leaves have a curved stem. The spur is slightly bent back. The plant reaches a stature height between 0.5 and 2.5 m. The pollination is done by insects (Bombus spec. and others). The fruits are pod-like follicles.[2] Aconitum degenii is poisonous due to the presence of alkaloids like aconitine.

Subspecies

Currently 2 subspecies are accepted:[1]

  • Aconitum degenii subsp. paniculatum (Arcang.) Mucher
  • Aconitum degenii subsp. valesiacum (Gáyer) Mucher

References

  1. ^ a b c d e f g h i j k l The Plant List (KEW): Aconitum degenii (2018-04-03)
  2. ^ a b Jäger et al.: Rothmaler - Exkursionsflora von Deutschland, Bd. 2. Aufl. 20, Spektrum akadem. Verlag.

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Aconitum degenii: Brief Summary ( الإنجليزية )

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Aconitum degeni ( الإيطالية )

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Aconitum degenii (Gáyer, 1906), comunemente noto come Aconito pannocchiuto, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, originaria della catena montuosa dei Carpazi[2].

Etimologia

Il nome del genere (“Aconitum”) deriva dal greco akòniton (= “pianta velenosa”). La pianta infatti risulta conosciuta per l'alta sua tossicità fin dai tempi dell'antichità omerica. Con questo nome probabilmente veniva indicata una pianta velenosa endemica il cui habitat frequente era tra le rocce ripide di alcune zone della Grecia. Due sono le radici che vengono attribuite al nome: (1) akòne (= “pietra”) facendo riferimento al suo habitat; (2) koné (= “uccidere”), facendo ovviamente riferimento alla sua tossicità. Veniva anche usata come simbolo negativo (maleficio o vendetta) nella mitologia dei popoli mediterranei. L'epiteto specifico (degeni) è dedicato al biologo e botanico ungherese Árpád Degen (1866-1934).
Il binomio scientifico attualmente accettato (Aconitum degeni) è stato proposto dall'avvocato, giudice e botanico ungherese Gyula Gáyer (1883-1932) nella pubblicazione “Magyar Botanikai Lapok” del 1906[3].

Descrizione

La seguente descrizione va riferita alla specie Aconitum degeni Gáyer s.l. (per i caratteri specifici delle sottospecie vedi il paragrafo “Sistematica”).
Sono piante erbacee, perenni la cui altezza può essere da 5 a 12 dm. La forma biologica è definita come geofita rizomatosa (G rhiz), ossia sono piante che portano le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presentano organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come rizomi, un fusto sotterraneo dal quale, ogni anno, si dipartono radici e fusti aerei.

Radici

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta (ascendente e cilindrica) e glabra fino all'infiorescenza (poi è ghiandolosa).

Foglie

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Le foglie
Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m.- 14/08/2009
  • Foglie basali: le foglie basali a lamina pentagonale sono completamente divise (fino alla nervatura centrale) in 5 segmenti. I segmenti hanno una forma rombica (sono larghi 1/3 della lunghezza) e sono partiti (divisi) e poi a sua volta (i segmenti finali) ancora profondamente dentati. I piccioli sono eretti. Lunghezza del picciolo: 1 – 2 dm. Diametro della lamina pentagonale: 1 – 2 dm.
  • Foglie cauline: le foglie cauline sono disposte in modo alterno e sono progressivamente più piccole con un minore di segmenti e i piccioli anche loro progressivamente ridotti.

Infiorescenza

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Infiorescenza
Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m.- 14/08/2009

L'infiorescenza è una pannocchia terminale con asse a zig-zag. È sia ramosa che fogliosa soprattutto alla base. I rami sono divaricato-subpatenti e pauciflori; si presentano inoltre pubescenti-ghiandolosi (anche i fiori sono pubescenti). Alla diramazione dei rami sono presenti delle foglie di tipo bratteale. I fiori sono disposti in modo distanziato e sono peduncolati; la lunghezza dei peduncoli è minore dei fiori stessi (lunghezza dei peduncoli: 1 – 2 cm).

Fiore

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Il fiore
Località: "Giardino Botanico delle Alpi Orientali", Monte Faverghera (BL), 1500 m s.l.m.- 14/08/2009

Questi fiori sono considerati fiori arcaici, o perlomeno derivati da fiori più arcaici dalla struttura aciclica. Il perianzio è formato da due verticilli: gli elementi esterni hanno una funzione di protezione e sono chiamati tepali o sepali (la distinzione dei due termini in questo caso è ambigua e quindi soggettiva); quelli interni sono dei nettari[4] (in questo fiore la corolla è praticamente assente). I fiori sono pentameri (a cinque elementi) a simmetria zigomorfa (o bilaterale). Il colore del perianzio è blu o violetto. Dimensione dei fiori: 25 – 35 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
x K 5, C 2, A numerosi, G 5 (supero)[5]
  • Calice: il calice ha cinque sepali (o tepali) di tipo petaloideo, molto diversi fra loro, di cui il superiore ha la forma di elmo o casco a geometria emisferica con alla base un prolungamento a forma di becco. Degli altri sepali due hanno una disposizione laterale a forma ovale; i due inferiori sono più lineari e lanceolati. I sepali non sono persistenti alla fruttificazione. L'elmo è 0,6 – 1,0 volte più alto che largo. Dimensioni dell'elmo: altezza 16 mm; larghezza 15 mm. Dimensione dei petali laterali ellittici: 10 x 15 mm.
  • Corolla: la corolla è praticamente assente; i petali interni 2 (raramente 5) sono delle foglie trasformate in produttori di nettare ed hanno una forma cilindrica spiraleggiante un po' clavata (a martelletto) e sono incurvati in avanti ad angolo retto.
  • Androceo: gli stami (scuri) sono numerosi a disposizione spiralata.
  • Gineceo: i carpelli (sessili e spiralati) sono 5 (raramente di meno). I pistilli contengono da 10 a 20 ovuli.
  • Fioritura: da giugno ad agosto

Frutti

Il frutto è costituito da un aggregato di 5 capsule o follicoli sessili e polispermi (frutto secco sviluppato longitudinalmente con delle fessure per la fuoriuscita dei semi). Ogni follicolo termina con un becco diritto.

Riproduzione

  • Impollinazione: l'impollinazione è garantita soprattutto da diversi insetti, come api e vespe in quanto sono piante nettarifere (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene sia tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra), ma anche per divisione del piede (propagazione tipicamente orticola).

Distribuzione e habitat

Sistematica

Il genere Aconitum comprende 250 specie[6] (una dozzina delle quali sono spontanee dei territori italiani) distribuite soprattutto nelle regioni temperate. La famiglia delle Ranunculaceae invece comprende oltre 2000 specie distribuite su circa 47 generi[6] (2500 specie e 58 generi secondo altre fonti[7]).
Da un punto di vista sistematico (e pratico) le specie di questo genere vengono classificate in base al colore e alla forma del fiore. In questo caso il fiore di “Aconito degeni” appartiene al gruppo delle piante con fiori blu o violetti e con cappuccio più alto che largo[8].
La posizione tassonomica (ma anche la nomenclatura) di questo aconito ha subito più di una variazione in questi ultimi decenni. Sandro Pignatti nella “Flora d'Italia”[9] lo nomina Aconitum paniculatum Lam. con due varietà: (1) sottosp. paniculatum (ora chiamata Aconitum degeni Gáyer sottosp. paniculatum (Argcang.) Mucher[10]) e (2) sottosp.nasutum (Fischer) Götz (inserita attualmente nella specie variegatum con la denominazione Aconitum variegatum L. sottosp. nasutum (Fischer) Götz[10]). L'altra sottospecie (Aconitum degeni sottosp. valesiacum), sempre in Pignatti, si trova inclusa nella specie variegatum con il nome Aconitum variegatum L. sottosp. valesiacum (Gáyer) Gáyer.
In altre flore[11] l'”Aconito pannocchiuto” lo troviamo nominato come Aconitum variegatum L. sottosp. paniculatum (Arcang.) Negodi e (relativamente alla sottospecie valesiacum) Aconitum variegatum L. sottosp. valesiacum (Gáyer) Gáyer & Burdet.
Nelle flore oltreconfine (specialmente quelle anglosassoni) questa pianta ha una grafia lievemente diversa: Aconitum degenii; inoltre non tutte le flore riconoscono la denominazione Aconitum degeni ma lo considerano un sinonimo di Aconitum variegatum L. sottosp. paniculatum (Arcang.) Greuter & Burdet[12][13].

Variabilità

Come tutte le specie di Aconitum, anche questa ha una grande variabilità facilitata da cause di isolamento e di ibridazione e di conseguenza con problemi di classificazione (vedi sopra). Nell'elenco che segue sono indicate alcune sottospecie e varietà (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):
Sottospecie:

  • A. degeni sottosp. paniculatum (Arcang.) W.Mucher (1993)
  • A. degeni sottosp. rhaeticum Starm. (1996)
  • A. degeni sottosp. valesiacum (Gáyer) W.Mucher (1993)

Varietà:

  • A. degeni var. laxiflorum (Rchb.) W.Mucher (1993)
  • A. degeni var. turrachense (Mucher) W.Mucher (1993)

Descrizione sottospecie italiane

In Italia sono indicate due sottospecie:

Sottospecie paniculatum

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Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[14])
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Mulgedio-Aconitetea
Ordine: Calamagrostietalia villosae
Alleanza: Arunco-Petasition

Sottospecie valesiacum

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Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[14])
  • Denominazione: Aconitum degeni Gáyer sottosp. valesiacum (Gáyer) Mucher[10]
  • Basionimo: Aconitum valesiacum Gáyer (1909)
  • Nome comune italiano: Aconito del Vallese
  • Caratteri specifici: altezza della pianta: 40 – 150 cm; le brattee poste alla base del peduncolo sono più larghe e raggiungono i fiori; i peduncoli sono pubescenti solamente nella parte alta (non ricoperta dalle bratteole); il gineceo è composto da 5 carpelli irsuti, come anche i follicoli; altezza dell'infiorescenza: 5 – 25 cm.
  • Fioritura: da luglio a settembre.
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest Alpico.
  • Distribuzione: si trova raramente nelle Alpi Occidentali (probabilmente solamente della provincia di Valle d'Aosta). Sempre nelle Alpi, ma fuori dall'Italia, questa sottospecie è presente in Francia (dipartimento di Savoia), in Svizzera (cantoni Vallese, e Ticino).
  • Fitosociologia: dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[15]:
Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
Classe: Mulgedio-Aconitetea
Ordine: Calamagrostietalia villosae
Alleanza: Adenostylion

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Aconitum cammarum sottosp. paniculatum Arcang. (1882) (sinonimo di A. degeni sottosp. paniculatum)
  • Aconitum cernuum Auct. Fl. Ital.
  • Aconitum hebegynum DC. (sinonimo di A. degeni sottosp. valesiacum)
  • Aconitum paniculatum Lam.
  • Aconitum paniculatum Lam. sottosp. paniculatum (sinonimo di A. degeni sottosp. paniculatum)
  • Aconitum paniculatum Lam. sottosp. valesiacum (sinonimo di A. degeni sottosp. valesiacum)
  • Aconitum valesiacum Gáyer (1909) (sinonimo di A. degeni sottosp. valesiacum)
  • Aconitum variegatum L. sottosp. paniculatum (Arcang.) Negodi (1944) (sinonimo di A. degeni sottosp. paniculatum)
  • Aconitum variegatum L. sottosp. valesiacum (Gáyer) Gáyer (sinonimo di A. degeni sottosp. valesiacum)

Specie simili

Gli aconiti sono fiori di facile identificazione rispetto ad altri generi; più difficile è distinguere tra di loro le varie specie di aconito specialmente quelle di colore blu-violetto. Il casco (o elmo) insieme all'infiorescenza sono le parti più utili per distinguere le varie specie.

Usi

Farmacia

È una pianta velenosa (contiene alcaloidi e glucosidi – soprattutto l'aconitina). I suoi fiori sono tra i più tossici della flora spontanea italiana. I sintomi per avvelenamento di questa pianta sono nausea, vomito, diarrea, bradicardia, aritmia e infine arresto cardiaco e morte. Nella medicina popolare, anticamente, veniva usata per i suoi effetti antidolorifici, sedativi e calmanti.

Giardinaggio

Queste piante vengono soprattutto coltivate come fiori ornamentali grazie all'elegante contrasto tra i fiori e i ricco e decorativo fogliame. Sono piante rustiche (di facile impianto e mantenimento) e si adattano a qualsiasi tipo di terreno. Superano facilmente i rigori dell'inverno.

Note

  1. ^ https://www.iucnredlist.org/species/129114432/129114435
  2. ^ (EN) Aconitum degenii Gáyer, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 4 febbraio 2021.
  3. ^ The International Plant Names Index, su tropicos.org. URL consultato il 17 settembre 2010.
  4. ^ Pignatti, vol.1 - p. 277.
  5. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 14 settembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  6. ^ a b Botanica Sistematica, p. 327.
  7. ^ Strasburger, p. 817.
  8. ^ Motta, p. 28.
  9. ^ Pignatti, p. 287.
  10. ^ a b c d e f Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 46.
  11. ^ Flora Alpina, p. 327.
  12. ^ Flora Europaea (Royal Botanic Garden Edinburgh), su 193.62.154.38. URL consultato il 17 settembre 2010.
  13. ^ Flora Alpina, vol. 1 - p. 132.
  14. ^ a b Flora Alpina, p. 132.
  15. ^ a b Flora Alpina, vol. 1 - pag. 132.

Bibliografia

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 28.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 287, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 132.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume 2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 817, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 327, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 46, ISBN 88-7621-458-5.

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Aconitum degeni: Brief Summary ( الإيطالية )

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Aconitum degenii (Gáyer, 1906), comunemente noto come Aconito pannocchiuto, è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Ranunculaceae, originaria della catena montuosa dei Carpazi.

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Tojad wiechowaty ( البولندية )

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Kwiaty
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Liście

Tojad wiechowaty (Aconitum degenii Gáyer[3]) – gatunek rośliny z rodziny jaskrowatych. W Polsce występuje tylko jego podgatunek Aconitum degenii subsp. degenii[4], w Polsce uznany za rzadki[5].

Rozmieszczenie geograficzne

Jest endemitem wschodniokarpackim i południowokarpackim. Występuje w Bieszczadach, Gorganach, Czarnohorze, Czywczynie, Górach Hryniewskich, Rodniańskich, Marmaroskich, Bystrzyckich, Bukowińskich i na Zakarpaciu, w Polsce osiągając północno-zachodnią granicę zasięgu[4]. W Polsce występuje wyłącznie w Bieszczadach Zachodnich na kilkunastu stanowiskach: miejscowość Moczarne i nad potokiem Solinka, dolina Terebowca, Wołosatki, Sanu od Smolnika po Dwernik, na Małej Rawce, w źródliskach potoku Zdegowa i w Wetlinie[4].

Morfologia

Łodyga
Wzniesiona, rozgałęziona o wysokości do 150 cm. W górnej części jest gruczołowato owłosiona. Pod ziemią roślina posiada bulwiasto zgrubiałe kłącze.
Liście
Ulistnienie skrętoległe, liście dłoniastosieczne o 3-5(7) wcinanych i gruboząbkowanych odcinkach. Podkwiatki równowąskie do jajowato-lancetowatych.
Kwiaty
Osadzone na owłosionych szypułkach, zebrane w luźne kwiatostany. Kielich fioletowy. Płatki korony przekształcone w miodniki, ostrogi miodników haczykowato zakrzywione i dochodzące do szczytu hełmu.
Owoc
Nagie mieszki zebrane po 3-4, po dojrzeniu rozchylające się.

Biologia i ekologia

Bylina, hemikryptofit. Kwitnie od lipca do września. Rośnie w źródliskach, ziołoroślach, kamieńcach nadrzecznych, górskiej olszynie bagiennej i żyznej buczynie karpackiej. Liczba chromosomów 2n=16.[4].

Zagrożenia i ochrona

Roślina podlega w Polsce ochronie ścisłej. Kategorie zagrożenia taksonu:

  • Kategoria zagrożenia w Polsce według CzK (2001): VU – narażony (vulnerable); 2014 r.: EN – zagrożony (endangered)[6]
  • Kategoria zagrożenia w Polsce według CzL (2006): R – rzadki, potencjalnie zagrożony; 2016: EN[7]

Wszystkie dziko rosnące w Polsce okazy tojadu wiechowatego są chronione na obszarze Bieszczadzkiego Parku Narodowego, podjęto też jego uprawę w Ogrodzie Botanicznym PAN w Warszawie-Powsinie[4]. Zagrożeniem dla niego może być tylko zrywanie go (ze względu na ładne kwiaty) i wykopywanie do ogródków, szczególnie w pobliżu szlaków turystycznych[8].

Przypisy

  1. Stevens P.F.: Angiosperm Phylogeny Website (ang.). 2001–. [dostęp 2009-06-07].
  2. The Plant List. [dostęp 2017-01-29].
  3. Zbigniew Mirek, Halina Piękoś-Mirkowa, Adam Zając, Maria Zając: Flowering plants and pteridophytes of Poland. A checklist. Krytyczna lista roślin naczyniowych Polski. Instytut Botaniki PAN im. Władysława Szafera w Krakowie, 2002. ISBN 83-85444-83-1.
  4. a b c d e Zbigniew Mirek, Halina Piękoś-Mirkowa: Czerwona księga Karpat Polskich. Kraków: Instytut Botaniki PAN, 2008. ISBN 978-83-89648-71-6.
  5. Czerwona lista roślin i grzybów Polski. Zbigniew Mirek, Kazimierz Zarzycki, Władysław Wojewoda, Zbigniew Szeląg (red.). Kraków: Instytut Botaniki im. W. Szafera, Polska Akademia Nauk, 2006. ISBN 83-89648-38-5.
  6. Zarzycki K., Kaźmierczakowa R., Mirek Z.: Polska Czerwona Księga Roślin. Paprotniki i rośliny kwiatowe. Wyd. III. uaktualnione i rozszerzone.. Kraków: Instytut Ochrony Przyrody PAN, 2014. ISBN 978-83-61191-72-8.
  7. Kaźmierczakowa R., Bloch-Orłowska J., Celka Z., Cwener A., Dajdok Z., Michalska-Hejduk D., Pawlikowski P., Szczęśniak E., Ziarnek K.: Polska czerwona lista paprotników i roślin kwiatowych. Polish red list of pteridophytes and flowering plants. Kraków: Instytut Ochrony Przyrody Polskiej Akademii Nauk, 2016. ISBN 978-83-61191-88-9.
  8. Halina Piękoś-Mirkowa, Zbigniew Mirek: Rośliny chronione. Warszawa: Multico Oficyna Wyd., 2006. ISBN 978-83-7073-444-2.
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Tojad wiechowaty: Brief Summary ( البولندية )

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Tojad wiechowaty (Aconitum degenii Gáyer) – gatunek rośliny z rodziny jaskrowatych. W Polsce występuje tylko jego podgatunek Aconitum degenii subsp. degenii, w Polsce uznany za rzadki.

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Aconitum degenii ( الفيتنامية )

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Aconitum degenii là một loài thực vật có hoa trong họ Mao lương. Loài này được Gáyer mô tả khoa học đầu tiên năm 1906.[1]

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Chú thích

  1. ^ The Plant List (2010). Aconitum degenii. Truy cập ngày 13 tháng 6 năm 2013.

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Aconitum degenii: Brief Summary ( الفيتنامية )

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