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Phyteuma betonicifolium ( الإيطالية )

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ll raponzolo montano (nome scientifico Phyteuma betonicifolium Vill., 1787) è una pianta erbacea perenne appartenente alla famiglia delle Campanulaceae.[1][2]

Etimologia

Il nome generico (Phyteuma), utilizzato per la prima volta da Dioscoride (Anazarbe, 40 circa – 90 circa) medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone, deriva dalla parola greca "phyto" (= pianta) e significa: "ciò che è piantato"[3], mentre L'epiteto specifico (betonicifolium) significa "con foglie di betonica" (Betonica o Stachys è un genere di piante della famiglia delle Lamiaceae).[4] Il nome scientifico di questa pianta è stato definito per la prima volta dal botanico francese Dominique Villars (1745-1814) nella pubblicazione "Histoire des Plantes de Dauphiné: contenant une Préface Storico, ONU Dictionnaire des Termes de Botanique, les Classi, les Familles, les Generi, e les Herborisations des Dintorni de Grenoble, de la Grande Chartreuse, de Briançon, de Gap & de Montelimar. Parigi - 2: 518, t. 12. 1787" del 1787.[5]

Descrizione

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Il portamento

Queste piante arrivano al massimo ad una altezza di 25 – 70 cm. La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia in generale sono piante erbacee, a ciclo biologico perenne, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve e sono dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Gli scapi sono semplici e indivisi. Queste piante contengono lattice.[6][7][8][9]

Radici

Le radici sono secondarie da rizoma.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è un rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea del fusto è eretta con superficie striata e spesso ingrossata. Diametro del fusto: 1,5 – 3 mm.

Foglie

Le foglie sono sia basali che cauline. Quelle basali sono picciolate. La forma della lamina è strettamente lanceolata con apice acuto; i bordi sono dentellati o crenulati; la base è tronca (o raramente è cuoriforme). Le foglie inserite direttamente sotto l'infiorescenza sono di aspetto bratteale. La superficie delle foglie è pubescente. Lunghezza del picciolo: 7 – 12 mm. Dimensione della lamina: larghezza 1 – 2 cm; lunghezza 6 – 12 cm.

Infiorescenza

Le infiorescenze formata da diversi fiori sessili ha la forma di una spiga inizialmente ovoide, poi cilindrica allungata. Dimensione dell'infiorescenza: larghezza 1 cm; lunghezza 4 – 10 cm.

Fiore

I fiori tetra-ciclici, ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo (in questo caso il perianzio è ben distinto tra calice e corolla) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono gamopetali, ermafroditi e attinomorfi. Lunghezza del fiore: 20 – 100 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
K (5), C (5), A (5), G (2-5), infero, capsula
  • Calice: il calice è un tubo campanulato, saldato all'ovario, lungo 2 mm; i denti (da 4 a 5) hanno una forma lineare e sono lunghi 2 - 2,5 mm.
  • Corolla: la corolla con 4 o 5 lobi è lunga 10 mm ed è colorata di azzurro-violetto. La corolla prima dell'antesi è diritta (poi s'incurva verso l'alto).
  • Androceo: gli stami sono 5 con antere libere (ossia saldate solamente alla base) e filamenti sottili ma membranosi (pelosi) alla base. La deiscenza delle antere è longitudinale. Il polline è 4-porato e spinuloso (esina irta di punti).
  • Gineceo: lo stilo è unico con 2/3 stigmi. L'ovario è infero, 2-3-loculare con placentazione assile (centrale), formato da 3 carpelli (ovario sincarpico). Lo stilo, sporgente dalla corolla, possiede dei peli per raccogliere il polline. Le superfici stigmatiche sono posizionate sulla faccia superiore degli stigmi.
  • Fioritura: da giugno ad agosto (settembre).

Frutti

I frutti sono delle capsule poricide 3-loculari; la deiscenza avviene tramite 2 - 3 pori situati nella parte laterale. I semi sono molto numerosi, minuti e lisci.

Riproduzione

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama con api e farfalle anche notturne). In queste piante è presente un particolare meccanismo a "pistone": le antere formano un tubo nel quale viene rilasciato il polline raccolto successivamente dai peli dallo stilo che nel frattempo si accresce e porta il polline verso l'esterno.[8]
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento, essendo molto minuti e leggeri – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale[10] – Distribuzione alpina[11])
  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico - Alpico.
  • Distribuzione: in Italia si trova comunemente solamente al Nord nelle Alpi. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia, Svizzera e nei Länder sud-occidentali dell'Austria.[11]
  • Habitat: l'habitat tipico per questa pianta sono i prati montani e subalpini, i pascoli e i cespuglieti; ma anche i margini erbacei, le lande e i popolamenti a lavanda, le pinete, i gineprai, le faggete e i carpineti. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere mediamente umido.
  • Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1300 fino a 2200 m s.l.m. (raramente da 300 a 2630 m s.l.m.); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: montano, subalpino e alpino.

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[11]

Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
Classe: Juncetea trifidi

Sistematica

La famiglia di appartenenza del Phyteuma betonicifolium (Campanulaceae) è relativamente numerosa con 89 generi per oltre 2000 specie (sul territorio italiano si contano una dozzina di generi per un totale di circa 100 specie); comprende erbacee ma anche arbusti, distribuiti in tutto il mondo, ma soprattutto nelle zone temperate. Il genere di questa voce appartiene alla sottofamiglia Campanuloideae (una delle cinque sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Campanulaceae) e comprende una trentina di specie 16 delle quali sono presenti sul territorio italiano.
Il Sistema Cronquist assegna il genere Phyteuma alla famiglia delle Campanulaceae e all'ordine delle Campanulales mentre la moderna classificazione APG la colloca nell'ordine delle Asterales (stessa famiglia). Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella all'inizio a destra).
Il numero cromosomico di Phyteuma betonicifolium è: 2n = 24.[12]

Sottospecie

Per questa specie sono riconosciute due sottospecie che si distinguono soprattutto dalle foglie:[2][6]

  • subsp. betonicifolium: la base della lamina delle foglie radicali è cuoriforme; le foglie cauline sono sessili e progressivamente più ridotte; questa sottospecie è presente ovunque in tutto l'areale.
  • subsp. scaposum (R. Schulz) Pign., 1977: la base della lamina delle foglie radicali è ottusa o acuta; le foglie cauline sono bruscamente ridotte e notevolmente più piccole di quelle basali; questa sottospecie è più rara.

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[13]

  • Phyteuma betonicifolium f. alpestre Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium f. glabrum Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium var. lanceolatum Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium var. pubescens A.DC.
  • Phyteuma betonicifolium f. pubescens (A.DC.) Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium f. rhaeticum Rich.Schulz
  • Phyteuma betonicifolium var. sessilifolium A.DC.
  • Phyteuma betonicifolium f. vulgare Rich.Schulz
  • Phyteuma michelii subsp. betonicifolium (Vill.) Nyman
  • Phyteuma michelii var. sessilifolium (A.DC.) Rouy
  • Phyteuma michelii var. veronicifolium (Schrad. ex A.DC.) Nyman
  • Phyteuma spicatum var. betonicifolium (Vill.) Lapeyr.
  • Phyteuma veronicifolium Schrad. ex A.DC.

Sinonimi della sottospecie scaposum:

  • Phyteuma elegans Hegetschw.
  • Phyteuma michelii subsp. scaposum (Rich.Schulz) P.Fourn.
  • Phyteuma scaposum Rich.Schulz
  • Phyteuma scaposum f. cordifolium Rich.Schulz
  • Phyteuma scaposum f. glabrum Rich.Schulz

Specie simili

Le seguenti specie dello stesso genere, con distribuzione alpina, possono essere confuse con quella di questa voce (sono indicati alcuni caratteri utili a distinguere una specie dall'altra):

  • Phyteuma spicatum L. - Raponzolo spigato: la lamina delle foglie ha una forma ovato-cuoriforme con bordi appena dentati; la corolla è bianca, gialla o screziata di violetto; gli stigmi sono 2. Si trova su tutto l'arco alpino.
  • Phyteuma ovatum Honck. - Raponzolo ovato: la lamina delle foglie ha una forma ovato-cuoriforme con bordi profondamente seghettati; la corolla è violaceo-nerastra; gli stigmi sono 2. Si trova su tutto l'arco alpino.
  • Phyteuma persicifolium Hoppe - Raponzolo di Zahlbruckner: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare con base tronca; le foglie basali formano una rosetta; la superficie delle foglie è glabra; gli stigmi sono 2/3. Si trova nelle Alpi Orientali.
  • Phyteuma betonicifolium Vill. - Raponzolo con foglie di betonica: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare con base cuoriforme; le foglie basali formano una rosetta; la superficie delle foglie è pubescente; gli stigmi sono 2. Si trova su tutto l'arco alpino.
  • Phyteuma scorzonerifolium Vill. - Raponzolo a foglie di scorzonera: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare; le foglie basali non formano una rosetta; la superficie delle foglie è glabra; l'infiorescenza è una spiga cilindrica; gli stigmi sono 2. Si trova nelle Alpi Occidentali.
  • Phyteuma michelii All. - Raponzolo di Micheli: la lamina delle foglie ha una forma lanceolato-lineare; le foglie basali non formano una rosetta; la superficie delle foglie è cigliata; l'infiorescenza è una spiga ovoide; gli stigmi sono 2. Si trova nelle Alpi Occidentali.

Altre notizie

Il raponzolo con foglie di betonica in altre lingue è chiamato nei seguenti modi:

  • (DE) Betonienblättrige Rapunzel
  • (FR) Raiponce à feuilles de bétoine

Note

  1. ^ (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 21 gennaio 2021.
  3. ^ David Gledhill 2008, pag. 302.
  4. ^ David Gledhill 2008, pag. 70.
  5. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 9 settembre 2014.
  6. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 705.
  7. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 45.
  8. ^ a b Judd 2007, pag. 516.
  9. ^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 318.
  10. ^ Conti et al. 2005, pag. 142.
  11. ^ a b c Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 336.
  12. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 10 settembre 2014.
  13. ^ The Plant List - Checklist Database, su theplantlist.org. URL consultato il 9 settembre 2014.

Bibliografia

  • David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato il 10 settembre 2014 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 2, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 705, ISBN 88-506-2449-2.
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 45, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 336.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, pag. 318.

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