Nerie-slægten (Nerium) er en monotypisk slægt med kun én art, den nedennævnte. Beskrivelsen følger derfor denne.
ArterОлеандр (лат. Nerium, L. 1753) – өcүмдүктөрдүн кутралар тукумунун уруусу. Дайыма жашыл бадал. Жалбырагы тушташ же тегерете жайгашкан. Гүлү ири, мала кызыл, ак же сары түстө, беш мүчөлүү, мөмөсү – көп уруктуу жапракча. Жер ортолук деңиз денгээлинде, Азияда 3 түрү кездешет. Түштүк Крымда, Кавказдын, Кара деңиз жээгинде, Закавказье, Орто Азиянын түштүгүндө өстүрүлөт. Кооз жана уулуу өсүмдүк. Башка райондордо бөлмөдө өстүрүлөт. Курамында жүрөк гликозиддери бар. Жалбырагынан алынган кернолин жана корнерин жүрөк-кан тамыр ооруларында таблетка жана эритме түрүндө колдонулат.
Олеандр (лат. Nerium, L. 1753) – өcүмдүктөрдүн кутралар тукумунун уруусу. Дайыма жашыл бадал. Жалбырагы тушташ же тегерете жайгашкан. Гүлү ири, мала кызыл, ак же сары түстө, беш мүчөлүү, мөмөсү – көп уруктуу жапракча. Жер ортолук деңиз денгээлинде, Азияда 3 түрү кездешет. Түштүк Крымда, Кавказдын, Кара деңиз жээгинде, Закавказье, Орто Азиянын түштүгүндө өстүрүлөт. Кооз жана уулуу өсүмдүк. Башка райондордо бөлмөдө өстүрүлөт. Курамында жүрөк гликозиддери бар. Жалбырагынан алынган кернолин жана корнерин жүрөк-кан тамыр ооруларында таблетка жана эритме түрүндө колдонулат.
Nerium est un genre de plante de la famille des Apocynaceae. Le genre contient une seule espèce, Nerium oleander[1].
Le genre Nerium vient du grec « nerion » désignant l’eau ou de « Nereus », dieu marin primitif de la mythologie grecque et oleander vient du latin « olea » désignant l’olivier,en référence à la ressemblance des feuillages[2].
Nerium est un genre de plante de la famille des Apocynaceae. Le genre contient une seule espèce, Nerium oleander.
L'oleandro (Nerium oleander L., 1753) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, unica specie del genere Nerium[1]. È forse originario dell'Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale.
L'oleandro ha un portamento arbustivo, con fusti generalmente poco ramificati che partono dalla ceppaia, dapprima eretti, poi arcuati verso l'esterno. I rami giovani sono verdi e glabri. I fusti e i rami vecchi hanno una corteccia di colore grigiastro.
Le foglie, velenose come i fusti, sono glabre e coriacee, disposte a verticilli di 2-3, brevemente picciolate, con margine intero e nervatura centrale robusta e prominente. La lamina è lanceolata, acuta all'apice, larga 1–2 cm e lunga 10–14 cm.
I fiori sono grandi e vistosi, a simmetria raggiata, disposti in cime terminali. Il calice è diviso in cinque lobi lanceolati, di colore roseo o bianco nelle forme spontanee. La corolla è tubulosa e poi suddivisa in 5 lobi, di colore variabile dal bianco al rosa e al rosso carminio. Le varietà coltivate sono a fiore doppio e sono quasi tutte profumate. L'androceo è formato da 5 stami, con filamenti saldati al tubo corollino. L'ovario è supero, formato da due carpelli pluriovulari. La fioritura è abbondante e scalare, ha inizio nei mesi di aprile o maggio e si protrae per tutta l'estate fino all'autunno.
Il frutto è un follicolo fusiforme, stretto e allungato, lungo 10–15 cm. A maturità si apre longitudinalmente lasciando fuoriuscire i semi. Il seme ha dimensione variabile dai 3 ai 5 mm di lunghezza e circa 1 mm di diametro ed è sormontato da una peluria disposta ad ombrello (impropriamente detta pappo) che permette al seme di essere trasportato dal vento anche per lunghe distanze.
L'oleandro è una specie termofila ed eliofila, abbastanza rustica. Trae vantaggio dall'umidità del terreno rispondendo con uno spiccato rigoglio vegetativo, tuttavia ha caratteri xerofitici dovuti alla modificazione degli stomi fogliari che gli permettono di resistere a lunghi periodi di siccità. Teme il freddo, pertanto in ambienti freddi fuori dalla sua zona fitoclimatica deve essere posto in luoghi riparati e soleggiati. Viene coltivato in tutta Italia a scopo ornamentale e spesso è usato lungo le strade perché non richiede particolari cure colturali[2].
Nonostante il portamento cespuglioso per natura, può essere allevato ad albero per realizzare viali alberati suggestivi per la fioritura abbondante, lunga e variegata nei colori. In questo caso richiede frequenti interventi di spollonatura per rimuovere i polloni basali emessi dalla ceppaia.
L'oleandro ha un areale piuttosto vasto che si estende nella fascia temperata calda dal Giappone al bacino del Mediterraneo. In Italia vegeta spontaneamente nella zona fitoclimatica del Lauretum presso i litorali, inoltrandosi all'interno fino ai 1000 metri d'altitudine lungo i corsi d'acqua. In effetti si tratta di un elemento comune e inconfondibile della vegetazione riparia degli ambienti mediterranei, quasi sempre associato ad altre specie riparie quali l'ontano, la tamerice, l'agnocasto. S'insedia sia sui suoli sabbiosi alla foce dei fiumi o lungo la loro riva, sia sui greti sassosi, formando spesso una fitta vegetazione.
L'associazione vegetale riparia con una marcata presenza dell'oleandro è una particolare cenosi vegetale che prende il nome di macchia ad oleandro e agnocasto, di estensione limitata. Si tratta di una naturale prosecuzione dell'oleo-ceratonion, dal momento che le due cenosi gradano l'una verso l'altra con associazioni intermedie che vedono contemporaneamente la presenza dell'oleandro e di elementi tipici della macchia termoxerofila (lentisco, carrubo, mirto, ecc.). Un caso singolare, forse unico in natura, si rinviene nella Gola di Gorropu fra il Supramonte di Orgosolo e quello di Urzulei in Sardegna: in questo caso la macchia ad oleandro e agnocasto si inoltra fino ai 1000 metri, confinando con la lecceta primaria.
Tra le avversità tipiche di questa pianta si annovera la rogna dell'oleandro, la quale viene curata attraverso la potatura della parte malata e la successiva somministrazione di fungicidi rameici.
L'oleandro è una delle piante più tossiche che si conoscano. Tutta la pianta (foglie, corteccia, semi) è tossica per qualsiasi specie animale. Se ingerita porta a:
Responsabile di questa estrema tossicità è, insieme agli alcaloidi, l'oleandrina, un glicoside cardiotossico (con struttura simile alla ouabaina) e inibitore della pompa sodio-potassio a livello di membrana cellulare.
L'oleandro contiene una serie di altri principi tossici, che si conservano anche dopo l'essiccamento.
Altre sostanze che si trovano in natura, con lo stesso meccanismo di azione, sono la digossina, la digitale purpurea ed il giglio della valle.
Le specie animali più colpite sono gli equini, i bovini e i piccoli carnivori. Nel cavallo abbiamo anche la comparsa di gravi e profonde lesioni a livello della mucosa orale. La morte sopraggiunge per collasso cardio-respiratorio solo nel caso in cui se ne ingeriscano grandi quantità.
Le sue proprietà tossiche sono state usate come "arma" per l'omicidio descritto nel film White Oleander.
Inoltre la storia ci racconta che diversi soldati delle truppe napoleoniche morirono per avvelenamento dopo aver usato rami di oleandro come spiedi nella cottura della carne alla brace, durante le campagne militari in Italia.
L'oleandro (Nerium oleander L., 1753) è un arbusto sempreverde appartenente alla famiglia delle Apocynaceae, unica specie del genere Nerium. È forse originario dell'Asia ma è naturalizzato e spontaneo nelle regioni mediterranee e diffusamente coltivato a scopo ornamentale.
Oleander pospolity (Nerium oleander L.) – gatunek rośliny z rodziny toinowatych (Apocynaceae). Występuje na całym obszarze śródziemnomorskim od Maroka i Portugalii aż po południową Azję (prowincja Junnan w południowych Chinach). Jest uprawiany jako roślina ozdobna w wielu krajach świata[3].
Roślina trująca: w większych dawkach zawarta w roślinie oleandryna wywołuje brak czucia w ustach, mdłości, wymioty, zaburzenia pracy serca, rozszerzenie źrenic i duszności. Trująca jest cała roślina. Śmierć może nastąpić już po 2-3 godzinach po doustnym spożyciu większej jej ilości. Właściwości trujące oleandra znane były już za czasów Aleksandra Wielkiego, pisał o nich również Dioskurides. Z surowca sporządzano dawniej truciznę na szczury[6]. Glikozydy oleandra mają własności kumulacyjne. Jeżeli w domu są małe dzieci, lepiej tej rośliny nie uprawiać. Zatrucia ostre glikozydami zdarzały się przypadkowo u dzieci, które brały do ust liście lub gałązki oleandra[5]. Oleander trujący jest również dla zwierząt, jest jednak tak gorzki, że nie jedzą go nawet kozy[7]. W starożytnej Grecji, Rzymie i Indiach oleander był czasami używany do popełniania samobójstw[8].
Wszyscy zajmujący się badaniem roślin biblijnych są zgodni, że oleander pospolity jest „różą z Jerycha” wymienioną w biblijnej księdze Mądrość Syracha (39,23). Rośnie masowo na Ziemi Świętej, a jego kwiaty przypominają różę[9].
Oleander pospolity (Nerium oleander L.) – gatunek rośliny z rodziny toinowatych (Apocynaceae). Występuje na całym obszarze śródziemnomorskim od Maroka i Portugalii aż po południową Azję (prowincja Junnan w południowych Chinach). Jest uprawiany jako roślina ozdobna w wielu krajach świata.
Nerium é um género botânico pertencente à família Apocynaceae.[1]
Nerium é um género botânico pertencente à família Apocynaceae.
Nerium este un gen de plante din familia Apocynaceae. Singura specie a genului acceptată pe larg, Nerium oleander (numită leandru în română), este una dintre cele mai toxice plante de grădină[3] cultivate în mod obișnuit, având toxice toate părțile sale.
Conform Catalogue of Life, genul mai are două specii cunoscute.[4]
Nerium