Il gambero gigante indopacifico[1][2] (Penaeus monodon Fabricius, 1798) è un crostaceo decapode marino appartenente alla famiglia Penaeidae[3]. È importante per l'alimentazione umana ed è facilmente reperibile nella grande distribuzione; proviene soprattutto da allevamenti nel sud est asiatico[4].
È un gambero di grandi dimensioni, il più grande tra quelli comunemente in commercio: può pesare fino a 130 g[5] e gli esemplari maschili, più piccoli delle femmine, raggiungono i 33 cm[6]. La colorazione pur mantenendosi piuttosto scura[6] è abbastanza variabile, ma presenta sempre striature verticali chiare, di solito giallastre, e nere[4] (da cui derivano i nomi comuni inglesi giant tiger prawn e black tiger shrimp). Le antenne sono marroni, talvolta tendenti al grigio. Il cibo, il substrato e l'acqua dove l'animale vive sembrano influenzare la colorazione[4].
Questa specie ha una caratteristica particolare che si nota nel quinto paio di pereiopodi (appendici con funzione locomotoria) che è privo di esopoditi[4].
Il rostro presenta denti sia nella parte ventrale che in quella dorsale (dove sono fino a 8). Questa caratteristica, insieme al telson appuntito, agli ultimi 4 pereiopodi sviluppati, e all'assenza di una spina post-orbitale, è tipica dei crostacei appartenenti alla famiglia Penaeidae[7]. Dal primo al sesto segmento dell'addome sono presenti le appendici utilizzate durante il nuoto, i pleopodi, la cui colorazione varia dal bluastro al marrone[8]; il settimo, formato da uropodi e telson, serve al gambero per saltare[6].
L'ecdisi avviene ogni 21 giorni[9].
È una specie prevalentemente notturna, che ha l'abitudine di nutrirsi durante la notte e nascondersi nella sabbia durante il giorno[4].
Ha una dieta molto varia, prevalentemente carnivora, composta sia da invertebrati acquatici, tra cui altri crostacei e molluschi, che da alghe[10].
È spesso preda di Terapon jarbua e Saurida tumbil[11].
Si riproduce durante la notte. La fecondazione è esterna; le spermatofore, che racchiudono lo sperma prodotto dal maschio (prodotte fin da quando raggiunge circa i 35 cm), vengono inserite nel telico della femmina, che può deporre fino a 750 000 uova[4]. Queste ultime si schiudono dopo meno di un giorno[6]. Durante la deposizione, la femmina espelle lo sperma dal telico[4].
Le larve sono planctoniche e non hanno bisogno di nutrirsi finché non terminano le riserve contenute nel tuorlo[4].
In cattività sono nati ibridi con Penaeus esculentus[12].
È una specie tipica delle acque tropicali. Vive nelle zone con fondali fangosi dell'oceano Pacifico e dell'oceano Indiano[13], ma è stato introdotto anche nell'oceano Atlantico, lungo le coste di Brasile, Ecuador, Venezuela, Repubblica Dominicana e anche in Nigeria[3]. Questa specie potrebbe portare malattie oltre a entrare in competizione con altre specie di gamberi autoctoni[3][14].
Inizialmente era diffuso in Mozambico, Sudafrica, Kenya, Madagascar, Tanzania, Somalia, Senegal, Pakistan, Cambogia, Myanmar, Indonesia, Vietnam, India, Taiwan, Bangladesh, Thailandia, Malaysia, Filippine, Réunion, Mauritius, Giappone e Australia[3].
Gli esemplari adulti sono esclusivamente marini e vivono fino a 110 m di profondità[15], anche se di solito non superano i 60[8]; gli esemplari giovanili sono più comuni negli estuari dei fiumi[4].
Fu descritto nel 1798 da Johan Christian Fabricius[3]. Nel 1810, Pierre André Latreille[16] lo fece specie tipo del genere Penaeus[3].
Il gambero gigante indopacifico è una specie molto importante in Asia, sia per l'acquacoltura che per la pesca. Dalla Thailandia e dall'India esemplari privati della testa, spesso congelati, vengono esportati negli Stati Uniti; in Europa vengono di solito importati gamberi ancora con la testa[4].
Penaeus monodon viene allevato con diversi tipi di acquacoltura, quella estensiva, comune in India, Bangladesh, Filippine, Indonesia e Myanmar, quella intensiva, prevalentemente in Thailandia, Malesia e Australia, e quella semi-intensiva[4].
A partire dal 1970 furono condotti degli studi sulla riproduzione di P. monodon in cattività, anche se nel sud-est asiatico l'allevamento veniva praticato già da tempo[4]. Successivamente, in Taiwan, gli allevamenti di questo gambero aumentarono, ma nel 1987-1988 furono danneggiati da una malattia. Da quel momento la Thailandia divenne il produttore principale di P. monodon[4].
In alcuni allevamenti è stato sostituito con Penaeus vannamei, dal prezzo più basso e meno sensibile alle malattie[4].
Viene pescato in grandi quantità in India, Australia e Filippine, mentre è di interesse secondario in Pakistan e nella costa orientale dell'Africa. Viene di solito catturato con reti a strascico[15].
Il gambero gigante indopacifico (Penaeus monodon Fabricius, 1798) è un crostaceo decapode marino appartenente alla famiglia Penaeidae. È importante per l'alimentazione umana ed è facilmente reperibile nella grande distribuzione; proviene soprattutto da allevamenti nel sud est asiatico.