Fomitopsis betulina (Bull.) B. K. Cui, M. L. Han & Y. C. Dai (2016) è una specie di funghi basidiomiceti appartenente alla famiglia Fomitopsidaceae.
Fungo parassita, è rintracciabile con maggior frequenza in boschi fitti, dove attacca le piante vive più deboli perché cresciute in condizioni di minor luce, per poi trasformarsi in saprofita dopo la morte dell'ospite e la sua decomposizione. Benché considerato non commestibile,[1] le sue proprietà antiparassitarie erano note almeno dall'età del rame, dato che il suo utilizzo è accertato in quanto ritrovato nel tascapane della mummia del Similaun.[2]
Inizialmente classificato come Boletus dal botanico, medico e micologo francese Jean Baptiste Bulliard,[3] venne in seguito assegnato al genere Piptoporus dal micologo finlandese Petter Adolf Karsten,[4] tuttavia, dopo un esame di filogenesi molecolare, recenti studi hanno suggerito che la specie era più strettamente affine a Fomitopsis che a Piptoporus,[5][6] per essere definitivamente riclassificato a Fomitopsis nel 2016.[7]
L'epiteto specifico betulina si riferisce al genere della pianta ospite (Betula).[8] I nomi volgari per il fungo in lingua inglese includono birch bracket (betulla staffa ?),[9] birch polypore (polipo di betulla) e razorstrop fungus (fungo rasoio).[10]
Si tratta di un fungo lignicolo, il cui carpoforo assume un aspetto a mensola, liscio nella parte superiore, simile a una conchiglia o reniforme, di colore inizialmente biancastro che più matura e più vira in sfumature nocciola, o grigio-marrone, nella parte prossima all'attacco all'albero. Il corpo fruttifero ha una consistenza gommosa, che diventa sugherosa con l'età.[8]
L'imenio è caratterizzato da pori di dimensioni molto ridotte, rotondeggianti e di colore bianco. Le spore sono di forma da cilindrica a ellissoidale, e misurano 3-6 per 1,5–2 μm.[11]
Il legno decomposto dal fungo, e le colture del suo micelio, hanno spesso un chiaro odore di mele verdi.[12]
Fomitopsis betulina (Bull.) B. K. Cui, M. L. Han & Y. C. Dai (2016) è una specie di funghi basidiomiceti appartenente alla famiglia Fomitopsidaceae.
Fungo parassita, è rintracciabile con maggior frequenza in boschi fitti, dove attacca le piante vive più deboli perché cresciute in condizioni di minor luce, per poi trasformarsi in saprofita dopo la morte dell'ospite e la sua decomposizione. Benché considerato non commestibile, le sue proprietà antiparassitarie erano note almeno dall'età del rame, dato che il suo utilizzo è accertato in quanto ritrovato nel tascapane della mummia del Similaun.