La Withania somnifera, anche nota come Ashwagandha, ginseng indiano, ciliegia d'inverno, uva spina velenosa, winter cherry, poison gooseberry, Ajagandha, Kanaje Hindi, Amukkuram in Malayalam e Samm Al Ferakh, è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae, la stessa famiglia del pomodoro, della melanzana, della belladonna, del tabacco e della patata.
Arbusto erbaceo, legnoso alla base, la Withania somnifera può raggiungere un'altezza di 170 cm. Come il pomodoro, ha fiori verde-gialli e il colore dei frutti può variare dal giallo-arancio al rosso a seconda dello stadio di maturazione. La pianta è ricoperta di piccoli peli che le conferiscono un riflesso grigio-ceruleo.
Viene coltivata o cresce spontaneamente soprattutto in India, Nepal, Pakistan, Sri Lanka, ma anche Africa settentrionale e alcune zone del Mediterraneo (in Italia principalmente Sicilia e Sardegna).[2]
In fitoterapia viene utilizzata per diverse patologie. I principi chimici attivi e utili sono soprattutto nelle sue radici[3] e sono circa 80[4], i più presenti sono delle molecole dei lattoni non steroidei detti witanolidi, di proprietà principalmente antinfiammatorie e anticancerogene, e, in minor quantità, saponine e più alcuni alcaloidi come la witanina, la witaninina, la witasomnina (quest'ultima favorirebbe la regolarità del sonno), miste a tracce di nicotina e scopoletina. Contiene anche elevato ferro non eme, per cui ha anche proprietà anti-anemiche.
È conosciuta e utilizzata sin dall'antichità nella medicina indiana (da qui il nome di ginseng indiano), in particolare ayurvedica, come tonico e adattogeno[5], inoltre ha proprietà immunomodulatrici e antinfiammatorie.(1)Diversi studi clinici e ricerche effettuate sugli animali supportano l’utilizzo della pianta nel trattamento dell’ansia, dei disordini neurologici e cognitivi, nelle infiammazioni. Inoltre sono state confermate le sue attività antistress, anticancro, anticonvulsivanti, immunologiche e antiossidanti. (5) Si hanno, invece, risultati contraddittori in merito alle attività sedative e diuretiche.
WHO (2009) indica la Withania somnifera principalmente come rimedio antistress per migliorare i tempi di reazione, supportato da dati clinici. Ne riporta anche l’utilizzo indicato in diverse farmacopee come tonico generale per aumentare l’energia, per migliorare lo stato di salute generale e come coadiuvante protettivo nella prevenzione delle malattie negli atleti e negli anziani. (6)
Organi interessati dall’azione fitoterapica:
Dosaggi elevati di Whitania possono causare disturbi gastrointestinali, vomito e diarrea; negli animali da laboratorio, con un aumento della dose, l’effetto sedativo può aumentare sino a portare a depressione respiratoria. Ratti trattati con la pianta per un periodo compreso tra 10 e 14 giorni hanno sviluppato disturbi renali, epatici e respiratori.(5)
In letteratura scientifica è stato riportato il caso di una donna di 32 anni che ha sviluppato tireotossicosi, in seguito all’assunzione della Withania somnifera per trattare la sindrome da fatica cronica; tuttavia la tireotossicosi si è risolta spontaneamente con l’interruzione del trattamento. Questo è l’unico caso di effetto collaterale riportato in seguito ad adeguati dosaggi della droga. (6)
Avendo un effetto sedativo, le potenziali interazioni farmacologiche che possono verificarsi avvengono con:
Non bisogna dunque associare la Withania a farmaci che deprimono il SNC; non va assunta neanche in gravidanza in quanto la pianta può avere effetti abortivi. (6)
La Withania Somnifera ha bisogno di climi caldi e asciutti, sebbene resista a leggere gelate; si adatta meglio in terreni sabbiosi e alcalini (la crescita è migliore quando il pH è tra 7.5 e 8). La coltivazione in pieno campo è possibile se l’inverno non è troppo rigido e piovoso; il campo deve essere arato e successivamente vanno fatte delle aggiunte di terreno per portarlo al giusto livello prima della stagione delle piogge.(4) Per ottenere una buona resa della coltura, è opportuno integrare con un fertilizzante ben decomposto. La pianta non sopporta eccessiva irrigazione e nelle coltivazioni in contenitore bisogna prestare attenzione all’alto rischio di marcescenza delle radici. I semi germogliano in 15-20 giorni a 20 °C tenuti in sabbia umida, in primavera piena.(19)
La witaferina A (WA) è il principio attivo a cui sono state attribuite gran parte delle attività delle foglie: inibisce la cicloossigenasi-2, ma non la cicloossigenasi-1. Questa sostanza inoltre ha mostrato delle rilevanti attività antibatteriche, soprattutto rivolte verso batteri Gram positivi, ma possiede una certa tossicità per la sua importante attività immunosoppressiva e quindi citotossica; l’utilizzo delle foglie è per questo motivo sconsigliato.(1)
Le sue proprietà anti-angiogenesi rendono la witaferina A particolarmente interessante nella ricerca associata allo sviluppo di nuovi farmaci antitumorali; un recente studio riguardo alla terapia del cancro attraverso l’inibizione dei percorsi di degradazione delle proteine, ha rivelato che la witaferina A induce la formazione di autofagosomi nelle linee cellulari umane del cancro al seno.[6]
La WA innalza i livelli di substrato autofagico e riduce simultaneamente i marcatori; provoca la perturbazione della rete microtubolare attraverso l'inibizione della polimerizzazione di tubulina, impedendo così la formazione di autofagosomi e il loro processo di riciclaggio, portando a incompleta autofagia. L’effetto antitumorale della witaferina A è stato osservato anche con la witaferina E. I witanolidi agiscono come precursori ormonali in grado di essere convertiti, al bisogno, in ormoni attivi.(5)
Uno studio sui ratti con lesioni nervose e plantari e uno studio su 42 pazienti affetti da osteoartrite ha dimostrato la capacità dei witanolidi di ridurre il grado di severità del dolore e il grado di disabilità. Altri effetti farmacologici osservati in laboratorio comprendono un lieve effetto inotropo e cronotropo (witanolidi), proprietà ipocolesterolemizzanti (B-sitosterolo), effetti nootropici dovuti a incremento dell’attività colinergica. (7)
Del genere Withania sono state distinte 23 specie diverse, di cui però solo la Withania somnifera è considerata possedere proprietà medicamentose.[7] Generalmente la droga è costituita dalle radici, anche se vi sono principi attivi in foglie e bacche.
L'analisi dei principi attivi su polvere di radice, foglie e tronco della Withania somnifera e su prodotti commerciali contenenti parti della pianta viene eseguita mediante un cromatografo liquido accoppiato a un rivelatore spettrofotometrico con fotomoltiplicatore a serie di diodi e accoppiato allo spettrometro di massa.[6]
Per l'estrazione del campione un grammo di polvere di materiale derivante dalla pianta o da prodotti commerciali viene estratto tre volte con 3 ml di alcol metilico e sonicato per 10 minuti. Dopo centrifugazione a 3000 rpm per 5 minuti, l’estratto viene prelevato e portato a un volume finale di 10 ml con alcol metilico. I prodotti commerciali di natura liquida sono diluiti 1:1 con alcol metilico. Tutti i campioni sono filtrati prima di essere analizzati. 10 μl vengono iniettati nella strumentazione.
Tempi di ritenzione delle sostanze ricercate:
L’analisi della radice, del fusto e delle foglie della Withania somnifera conferma la presenza di witaferina A e di witanolide D in tutte le parti della pianta ma con una differenza significativa nel loro rapporto. Nella radice il witanolide D risulta essere presente in percentuale maggiore (0,193% vs 0,066%). Questa è invece presente in percentuale minore nelle foglie, rispetto alla witaferina A (0,003% vs 0,238%). Nel fusto la percentuale dei due composti è bassa (0,007% per il witanolide D e 0,048% per la witaferina A). Nei prodotti commerciali analizzati sono stati rilevati entrambi i composti. Nei prodotti solidi la quantità della witaferina A varia da 0.003% a 0,051% mentre quella del witanolide D varia dallo 0,006% a 0,049%. Nei prodotti commerciali liquidi, la quantità della witaferina A è nel range 0,027-0,065% e quella del witanolide D varia dallo 0,238% al 0,364%. (5)
Produzioni commerciali della droga vegetale
Estratto secco delle radici titolato in witanolidi totali min. 1.5%; estratto secco delle foglie titolato min. 1% in witanolide A.(9)
La dose minima efficace, e prevalentemente consigliata, per l’uso acuto di Withania somnifera, è di 2-3 grammi di radice in polvere e 300–500 mg al giorno di estratto secco della radice, titolato in withanolidi totali minimo 1.5 %. La Withania somnifera dovrebbe essere assunta con i pasti principali, mediamente due-tre volte al giorno, tuttavia, se presa una volta al giorno, dovrebbe essere preso con la prima colazione. (2)
Erbe sinergiche:
I due più grandi mercati di radici e semi della Withania somnifera si trovano nel Madhya Pradesh, in India; ogni giorno vi si recano importatori, acquirenti, produttori di prodotti ayurvedici.(1) Venduta come integratore alimentare, come estratto secco, la droga è utilizzata in preparati tonici ed energetici, soprattutto in forma liquida (fiale bevibili) ma anche in forma solida (capsule e compresse).[6]
Gli estratti in commercio non sono generalmente titolati.(19)
I prodotti a base di Withania somnifera si trovano nelle erboristerie più fornite o direttamente nei negozi specializzati nella vendita di rimedi naturali. In alternativa è possibile comprare le capsule di W. somnifera sfruttando la compravendita online.
In commercio esistono svariati integratori a base di Withania somnifera a prezzi variabili ma accessibili. Vengono utilizzati per gli scopi sopra elencati, in particolare per combattere stanchezza e stress mentale. Di seguito alcuni esempi:
La maggior parte dei costituenti sono witanolidi (lattoni steroidali con lo scheletro dell’ergostano) e alcaloidi quali:
La droga contiene inoltre alcuni alcaloidi tra cui withanina, withaninina nicotina e tracce di scopoletina.[6] Esiste una elevata variabilità nella quantità di withanolidi attivi contenuti negli integratori alimentari comuni prevalentemente dovuta alla mancanza di standardizzazione della polvere della radice.(5)
Nonostante il discreto numero di studi sulle diverse proprietà della withania, dopo accurate valutazioni l’EMA ha dichiarato con una comunicazione del 15 aprile 2013 che al momento non ci sono i presupposti per redigere una monografia su tale pianta perché, nonostante l’ampio utilizzo in Europa, le preparazioni della droga non sono conformi all’articolo 1 della Direttiva 2001/83/EC (ovvero non c’è un riferimento standard per la preparazione della droga) e all’articolo 16a della stessa Direttiva (ovvero non ci sono evidenze del suo utilizzo da almeno 30 anni nel mondo e 15 in Europa). (6) (24)
Le specie vegetali endemiche, tra cui anche la Withania somnifera, sono considerate più vulnerabili ai cambiamenti climatici e possono affrontare un elevato rischio di estinzione. Per salvaguardare la pianta (qualcuno) ha proposto di stabilire un piano ecologico a lungo termine in differenti eco-regioni in India e in tutto il mondo e di sviluppare strategie di conservazione, coltivando piante medicinali attraverso il coinvolgimento locale delle comunità con conoscenze indigene tradizionali, che possono limitare o evitare l'impatto dei cambiamenti climatici. (23)
La radice della Withania somnifera è presente nell'elenco degli estratti vegetali ammessi dal Ministero della salute negli integratori alimentari. Non ci sono restrizioni nell'uso del ginseng indiano o dei suoi principi attivi in Italia, sebbene in un disegno di legge del 1996 (Norme in materia di erboristeria e di piante officinali) i semi di questa pianta siano inseriti in un elenco di prodotti non vendibili in erboristeria. (10)
Il nome in lingua sanscrita è “Ashwagandha”, significa “odore di sudore di cavallo”. Da sempre usata nella medicina ayurvedica, secondo alcune teorie tale pianta dà al suo utilizzatore la forza di uno stallone; secondo altre teorie invece il nome è tale poiché la radice emana un odore, probabilmente non proprio gradevole, che viene descritto come odore di sudore di cavallo o di urina di cavallo o ancora di pelle di cavallo.(12)(25)
La Withania somnifera, anche nota come Ashwagandha, ginseng indiano, ciliegia d'inverno, uva spina velenosa, winter cherry, poison gooseberry, Ajagandha, Kanaje Hindi, Amukkuram in Malayalam e Samm Al Ferakh, è una pianta appartenente alla famiglia delle Solanaceae, la stessa famiglia del pomodoro, della melanzana, della belladonna, del tabacco e della patata.