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Euphorbia × gibelliana ( Espanhol; Castelhano )

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Euphorbia gibelliana es una especie fanerógama perteneciente a la familia Euphorbiaceae. Es endémica de Italia donde se encuentra en los Alpes Grayos y en Piamonte. Se trata de un híbrido entre Euphorbia canuti y Euphorbia insularis.[1]

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Detalle del ciato

Descripción

Es una planta herbácea perennifolia con un gran rizoma subterráneo de un par de centímetros de diámetro que se extiende en el suelo hasta 30 cm de profundidad y es la parte de la planta perenne. Los tallos se ramifican a partir del rizoma anual, alcanzando un tamaño de 80 cm de altura y terminan con una umbela que consta de cinco rayos. La inflorescencia en ciatio, es decir, la típica inflorescencia de euphorbia, compuesto por una flor femenina central rodeado de varias flores masculinas, lo inflorescencia es a su vez rodeado por brácteas de color amarillo verdoso. La polinización es entomofila, debido a Diptera e Hymenoptera. El fruto es una cápsula en un tallo de aproximadamente 2 cm de largo y tiene una forma globular con una superficie verrugosa y caracterizado por leves ranuras. Las semillas son de color rojizo y tienen un engrosamiento llamado carúncula, que tiene quizás la función de atraer a los hormigas. Estos insectos que transportan y entierran las semillas en sus nidos y luego facilitan la diseminación de la planta ( mirmecocoria ).

Taxonomía

Euphorbia gibelliana fue descrita por Paolo Peola y publicado en Malpighia 6: 249. 1892.[2]

Etimología

Euphorbia: nombre genérico que deriva del médico griego del rey Juba II de Mauritania (52 a 50 a. C. - 23), Euphorbus, en su honor o en alusión a su gran vientre, ya que usaba médicamente Euphorbia resinifera. En 1753 Carlos Linneo asignó el nombre a todo el género.[3]

gibelliana: epíteto otorgado en honor del botánico Giuseppe Gibelli, director del Jardín Botánico de la Universidad de Turín.

Sinonimia
  • Euphorbia hyberna var. gibelliana (Peola) Fiori
  • Euphorbia hyberna subsp. gibelliana (Peola) Raffaelli
  • Tithymalus × gibellianus (Peola) Soják[4][1]

Referencias

  1. a b «Euphorbia × gibelliana». World Checklist of Selected Plant Families Real Jardín Botánico de Kew.
  2. «Euphorbia × gibelliana». Tropicos.org. Missouri Botanical Garden. Consultado el 25 de abril de 2013.
  3. (Spec. Pl. [ed. 1]: 450)
  4. Euphorbia × gibelliana en PlantList

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Euphorbia × gibelliana: Brief Summary ( Espanhol; Castelhano )

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Euphorbia gibelliana es una especie fanerógama perteneciente a la familia Euphorbiaceae. Es endémica de Italia donde se encuentra en los Alpes Grayos y en Piamonte. Se trata de un híbrido entre Euphorbia canuti y Euphorbia insularis.​

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Euphorbia × gibelliana ( Italiano )

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L'Euphorbia × gibelliana Peola, 1892 è una pianta appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, oggi localizzata in tre stazioni delle Alpi Graie, in Piemonte. È un ibrido naturale tra E. canuti e E. insularis.[1]

Descrizione

Pianta erbacea perenne provvista di un grosso rizoma sotterraneo del diametro di un paio di cm che si spinge nel suolo fino a 30 cm di profondità e costituisce la parte perenne della pianta.
I fusti annuali che si dipartono dal rizoma, non ramificati, sono alti fino ad 80 cm e terminano con un ombrello composto da cinque raggi. Da un singolo rizoma possono originarsi anche una quarantina di fusti, alcuni dei quali portano fiori mentre altri invece sono sterili.

Foglie

La pianta ha foglie sessili (sprovviste di peduncolo) e pubescenti (ricoperte da una leggera peluria), di forma ellittico-lanceolata.

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Infiorescenza e frutto

Fiori

I raggi terminali dei fusti fioriferi portano all'apice un ciazio, ovvero la tipica infiorescenza delle euforbie, composta da un fiore femminile centrale circondato da vari fiori maschili; questa infiorescenza è a sua volta attorniata da brattee giallo-verdastre. L'impollinazione è entomogama, dovuta a ditteri ed imenotteri.

Frutti

Il frutto è una capsula portata da un peduncolo lungo circa 2 cm di ed ha forma globosa, con una superficie verrucosa e caratterizzata da lievi solcature.
I semi sono di colore rossastro e presentano un ispessimento chiamato caruncola, che ha forse la funzione di attrarre le formiche. Questi insetti trasportando e sotterrando i semi nei propri nidi favorirebbero poi la disseminazione della pianta (mirmecocoria).

Distribuzione e habitat

Nota in tre sole stazioni caratterizzate da un substrato di rocce ultrabasiche, nei pressi dello sbocco delle Valli di Lanzo sulla pianura torinese. La sua presenza in una quarta stazione, sul Monte Musinè, non è stata riconfermata in tempi recenti. È caratterizzata da una certa eliofilia e vegeta solo in posizioni ben esposte, mentre tende a scomparire quando l'ombreggiamento diventa eccessivo. Tutte le stazioni note sono al di sopra dei mille metri di quota e sono caratterizzate da una piovosità piuttosto elevata e ben distribuita nel corso dell'anno.

Tassonomia

Fu descritta nel 1892 da Paolo Peola[2], che le riconobbe il rango di specie e ne scelse il nome in onore di Giuseppe Gibelli, allora direttore dell'Orto botanico di Torino. La Flora d'Italia di Sandro Pignatti la considera come una ‘popolazione’ forse riconducibile a Euphorbia hiberna subsp. canuti[3]. Mauro Raffaelli la individua come la sottospecie E. hyberna subsp. gibelliana (Peola)[4].
La World Checklist dei Kew Gardens la considera un ibrido naturale tra E. canuti e E. insularis.[1]

Conservazione

Per tutelare una delle stazioni dove la pianta è presente è stata istituita nel 1984 la Riserva naturale integrale della Madonna della Neve sul Monte Lera, l'unica area protetta di questo tipo in Piemonte.

Note

  1. ^ a b Euphorbia × gibelliana, su World Checklist of Selected Plant Families, Board of Trustees of the Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 14 aprile 2012.
  2. ^ Malpighia 6(1):249, 1892
  3. ^ Sandro Pignatti, Flora d'Italia, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
  4. ^ Bollettino Società Sarda Scienze Naturali 19:315, 1980

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L'Euphorbia × gibelliana Peola, 1892 è una pianta appartenente alla famiglia delle Euphorbiaceae, oggi localizzata in tre stazioni delle Alpi Graie, in Piemonte. È un ibrido naturale tra E. canuti e E. insularis.

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