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Ursus arctos ( Italian )

fornì da wikipedia IT

Ursus arctos Linnaeus, 1758, detto semplicemente orso o anche orso bruno, è un mammifero appartenente alla famiglia Ursidae, diffuso in gran parte dell'Asia e del Nordamerica, oltre che in Europa.

Pesa dai 100 ai 700 kg e i suoi membri più grossi contendono all'orso polare il titolo di carnivoro terrestre più grande del mondo; nonostante l'areale dell'orso bruno si sia ristretto e in alcuni luoghi si sia addirittura estinto, con una popolazione totale di circa 200 000 esemplari continua ad essere valutato come una specie a basso rischio: i Paesi che comprendono la maggior parte del suo areale sono la Russia, la Cina, gli Stati Uniti (specialmente l'Alaska) ed il Canada.

È un animale onnivoro ed i pesci costituiscono la loro fonte primaria di carne, anche se sulla terraferma possono uccidere facilmente piccoli mammiferi e, talvolta, anche mammiferi più grandi, come i cervi, ma si nutre anche di parti di piante, quali radici, e di funghi. Gli orsi bruni adulti non hanno timore di scontrarsi con altri predatori carnivori: possono competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno ucciso, perché hanno una forza e dimensioni tali da non essere predati.

Tassonomia

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Orso bruno siriano allo zoo biblico di Gerusalemme.

Vi è un po' di discussione riguardo alla classificazione degli orsi bruni. Alcuni sistematici hanno individuato circa 90 sottospecie, mentre le recenti analisi del DNA hanno identificato non più di cinque cladi diversi[2]. Le analisi del DNA hanno recentemente rivelato che le sottospecie identificate di orso bruno, sia eurasiatiche che nordamericane, sono geneticamente quasi omogenee e che la loro filogeografia non corrisponde alla loro tassonomia tradizionale[3]. Le sottospecie di orso bruno che sono state classificate sono le seguenti: una di queste (chiamata clade I da Waits et al., quella identificata come U. a. sitkensis da Hall e U. a. dalli da Kurtén) sembra essere più strettamente imparentata con l'orso polare che con altri orsi bruni[3].

Distribuzione e habitat

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Orso bruno nelle cascate Brooks.

Gli orsi bruni vivevano un tempo in Asia, sui monti dell'Atlante, nel Maghreb africano, in Europa e nel Nordamerica[4], ma in alcune aree sono attualmente estinti e in altre aree le loro popolazioni sono notevolmente diminuite. Ad oggi si stima vi siano al mondo circa 200 000 orsi bruni. Le popolazioni più numerose si trovano in Russia, con 120 000 esemplari, negli Stati Uniti con 32 500 e in Canada con 21 750. Nell'Unione europea vi sono popolazioni frammentate.

In Nordamerica gli orsi bruni vivono soprattutto in Alaska, ma il loro areale si spinge anche verso est, attraverso lo Yukon ed i Territori del Nordovest, e verso sud, attraverso la Columbia Britannica e la metà occidentale dell'Alberta. Popolazioni isolate si trovano nel Washington nordoccidentale, nell'Idaho settentrionale, nel Montana occidentale e nel Wyoming nordoccidentale. Il 95% della popolazione di orsi bruni degli Stati Uniti vive in Alaska, sebbene si stiano ripopolando lentamente, ma costantemente anche gli Stati occidentali, lungo le Montagne Rocciose e le pianure
. Sebbene molti si ostinino a credere che alcuni orsi bruni possano essere presenti in Messico ed in Africa sui monti dell'Atlante, in Marocco, entrambe queste popolazioni sono quasi certamente estinte. L'ultimo orso bruno messicano venne ucciso nel 1960.

In Europa vi sono 25 000 orsi bruni suddivisi in dieci popolazioni frammentate, dalla Spagna ad ovest, fino alla Russia ad est, e dalla Scandinavia a nord fino alla Romania e alla Bulgaria a sud. Sono estinti nelle isole britanniche, estremamente minacciati in Francia e Spagna ed in pericolo nella maggior parte dell'Europa centrale. L'orso bruno è l'animale nazionale della Finlandia. La popolazione carpatica di orso bruno, la più numerosa dell'Unione europea, si stima che comprenda tra i 4500 e i 5000 orsi.
La popolazione di orsi bruni della catena montuosa dei Pirenei, tra Francia e Spagna, è così bassa, tra i quattordici e i diciotto esemplari quasi tutti maschi, che nella primavera del 2006 vennero rilasciati degli orsi, soprattutto femmine, provenienti dalla Slovenia, per alleviare allo squilibrio tra i sessi e preservare la presenza della specie nell'area, nonostante le proteste degli allevatori francesi.

Gli orsi bruni preferiscono i luoghi semi-aperti e vivono solitamente in aree montuose.

Nelle regioni artiche l'habitat potenziale dell'orso bruno sta aumentando. Il riscaldamento di quelle zone ha permesso alla specie di spingersi più a nord, in quelli che erano un tempo dominio esclusivo dell'orso polare. Nelle aree non artiche la distruzione dell'habitat viene ritenuta la minaccia principale, seguita dalla caccia.

Gli orsi bruni nordamericani sembrano preferire luoghi aperti, mentre in Eurasia vivono soprattutto in fitte foreste. Si ritiene che gli orsi eurasiatici che colonizzarono l'America fossero animali adattati alla tundra, come gli orsi bruni della penisola dei Ciukci, sulla costa asiatica dello stretto di Bering, i quali sono gli unici orsi bruni asiatici che vivono per tutto l'anno nelle tundre di pianura come i loro cugini americani[5].

L'orso bruno in Italia

Storia

Sempre perseguitato dalla caccia, l'orso bruno ebbe la sua prima tutela nel 1923 grazie alla istituzione del Parco nazionale d'Abruzzo nel cui territorio, ben più piccolo dell'attuale, la caccia all'orso era vietata.

Negli anni successivi, il principe Gian Giacomo Gallarati Scotti si batté a lungo per l'istituzione di un grande parco nazionale dell'Adamello-Brenta-Presanella a tutela dell'orso delle Alpi, ma senza successo.

L'orso fu però tutelato solo dal 1º gennaio 1940, quando entrò in vigore la nuova legge sulla caccia (regio decreto 1016 del 5 giugno 1939) che, per iniziativa sempre del principe Gian Giacomo Gallarati Scotti, da poco nominato senatore, vietava finalmente la cattura e l'uccisione di orsi in tutta Italia. Tale disposizione, che verosimilmente permise di evitare l'estinzione dell'orso in Italia, è stata poi confermata da tutte le leggi successive in materia venatoria.

Popolazioni e consistenza

Benché facendo riferimento ai dati più recenti e attendibili si possa distinguere una sola sottospecie per l'Europa e l'Asia settentrionale, molti studiosi fanno ancora riferimento, per l'Italia, a due sottospecie distinte: l'orso bruno europeo (Ursus arctos arctos) e l'orso marsicano (Ursus arctos marsicanus). Il primo è presente sulle Alpi orientali con due popolazioni, localizzate nel Trentino occidentale e nel Friuli orientale a scavalco della Slovenia, complessivamente con almeno un centinaio esemplari, in aumento numerico e in espansione geografica. Alcuni esemplari maschi, che a differenza delle femmine tendono a disperdersi in un areale molto ampio, sono stati più volte avvistati, anche tramite fototrappole, in Germania meridionale, Austria, Svizzera e, da qui, sono giunti anche nel Nord Piemonte tra le province di Biella e del VCO. Il secondo è presente sull'Appennino centrale, con una popolazione complessiva di 55-85 esemplari (di cui 45 - 69 nel Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise), numericamente forse stazionaria ma in leggera espansione geografica.[6]

L'orso bruno sulle Alpi

Un tempo diffuso su tutto l'arco alpino della parte settentrionale del paese, a causa dell'eccessiva caccia la situazione all'inizio degli anni novanta era drammatica, poiché era presente un'unica popolazione di orsi, ridotta a non più di 2-3 individui relegati nelle Dolomiti del Brenta, che aveva superato la soglia dell'estinzione e per cui una ripresa naturale era considerata assolutamente improbabile. In questo contesto, nel 1996, ha preso avvio mediante finanziamenti Life dell'Unione europea il «Progetto Life Ursus – tutela della popolazione di orso bruno del Brenta» promosso dal Parco naturale dell'Adamello-Brenta, in collaborazione con la Provincia Autonoma di Trento e con l'Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica. Il progetto prevedeva la reintroduzione di 10 esemplari provenienti dalla Slovenia poiché, grazie a studi preventivamente effettuati, si era appurato che quello fosse il numero di animali necessario per arrivare ad avere, nel giro di circa 30 anni, una popolazione minima vitale di circa 40-60 individui. Il progetto ha certamente avuto successo poiché gli esemplari si sono ben adattati al nuovo territorio di vita e la popolazione è caratterizzata da un'espansione sia numerica (circa 25 individui nel 2007, una trentina nel 2010, 40-50 nel 2014[7], nel 2015 grazie a 7 nuove cucciolate il numero di orsi è arrivato a 60 esemplari, nel 2019 la stima è di 82-93 orsi) che territoriale. Recenti avvistamenti risalenti al 2005, al 2008 e all'aprile 2010 sono avvenuti in Vallarsa, sull'Altopiano di Asiago 7 Comuni in provincia di Vicenza, in provincia di Bergamo, a Magasa, Val Vestino e Tremosine sul Garda in provincia di Brescia e stanno a indicare un'espansione territoriale di caccia del plantigrado[8][9]. Questa sottospecie di orso bruno è il carnivoro più grande d'Italia, può arrivare a pesare al massimo fino a 350–400 kg e arrivare fino a 2,5 metri di altezza, mentre le femmine sono il 25% più piccole.

Presso il comune di Spormaggiore nella provincia di Trento, si trova un parco faunistico che permette ai visitatori di osservare da vicino tre esemplari di orsi, oltre che altri animali autoctoni.[10].

Dal 2020 la specie è arrivata fino in Piemonte,in Val d'Ossola è accertata la presenza sia di un esemplare con cuccioli sia di un maschio.

Migrazione di orsi dalla Slovenia

Dagli anni settanta è stato inoltre segnalato l'arrivo di orsi in Friuli-V.G. dalla vicina Slovenia. Pare si tratti solamente di individui maschi erranti in numero di circa 10 esemplari; non si sono mai registrate riproduzioni. Le zone più frequentate sono la Catena Carnica principale, il Tarvisiano e le Prealpi Giulie lungo il confine Sloveno. Nell'ottobre 2011 un orso ha distrutto una baita in cui vi erano delle arnie, facendo razzia di miele. Negli ultimi anni alcuni orsi si sono spinti fino ai confini con il Cadore.

L'orso bruno marsicano

La specie, un tempo diffusa in tutta la zona ad est degli Appennini dalle Marche alla Puglia, ma a causa del bracconaggio e della eccessiva caccia è ora presente in Abruzzo con una popolazione isolata (da alcuni considerata sottospecie), l'orso bruno marsicano, di cui rimangono solo 55 - 85 esemplari: attualmente pare che la popolazione sia geograficamente in espansione e si sia irradiata anche in Lazio e Molise[11]. La riproduzione è accertata solo nel parco nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e relative zone limitrofe e, dal 2018, nel parco nazionale della Maiella[12]. I maschi di questa sottospecie hanno un peso medio che varia da 150–200 kg ma possono arrivare anche a pesare fino a 300 kg ma raramente lo superano, in posizione eretta raggiungono un'altezza media di due metri, mentre le femmine sono il 25% più piccole. Questa sottospecie è il secondo carnivoro più grande d'Italia dopo la sottospecie nominale di orso che vive in Nord-est d'Italia.

Gli orsi bruni nella preistoria

Nordamerica

L'orso bruno abita in America dalla fine dell'ultima era glaciale, nonostante a quell'epoca il carnivoro dominante fosse il più grosso, alto e robusto orso gigante dal muso corto, od orso bulldog, il quale era un animale alto e snello specializzatosi nel cacciare grossi mammiferi, mentre il grizzly od orso bruno possiede denti adatti ad una dieta onnivora. L'orso dal muso corto, in media, pesava quasi più del doppio del grizzly. L'orso bruno coabitava inoltre in Nordamerica con il leone americano e lo Smilodon, suoi competitori carnivori. Il grizzly moderno può nutrirsi di piante, insetti, carogne e di animali piccoli e grandi. Il leone americano, lo Smilodon e l'orso dal muso corto avevano una dieta più limitata, caratteristica che in seguito li rese vulnerabili alla fame quando diminuì la disponibilità di grossi mammiferi, forse a causa della caccia da parte degli uomini.

Il periodo dell'estinzione dell'Arctodus è all'incirca lo stesso di quella del bisonte dalle lunghe corna e di altri esponenti della megafauna. Entrambi questi animali vennero rimpiazzati da immigranti eurasiatici, precisamente dall'orso bruno e dal bisonte americano. Questo periodo fu inoltre lo stesso dell'apparizione in Nordamerica dei cacciatori della cultura Clovis, che arrivarono nelle Americhe dall'Asia, presumibilmente a causa di una coesistenza a lungo termine con gli uomini del Vecchio Mondo, l'orso bruno era meglio adattato alla vicinanza dell'uomo delle grosse specie americane.

L'estinzione della megafauna erbivora dell'era glaciale portò all'estinzione la tigre dai denti a sciabola, il leone americano e l'orso dal muso corto, permettendo così all'orso bruno di diventare il più grande predatore del Nordamerica, insieme al lupo grigio, al giaguaro, nelle regioni meridionali, all'orso nero americano e al puma, tutte specie in competizione con esso per le prede più grosse. È largamente accettata l'ipotesi che i paleoindiani raggiunsero l'America attraverso il ponte di terra di Bering durante l'ultima era glaciale, portando con sé le punte Clovis e tecniche di caccia piuttosto avanzate. Al termine dell'ultima era glaciale, circa 10.000 anni fa, gli orsi bruni, dall'estremo sud del Nordamerica, estesero lentamente il loro areale verso nord, raggiungendo di nuovo l'Alaska. Oggi in Nordamerica vi sono tre cladi di orso grizzly geneticamente distinti: il grizzly dell'Alaska-Yukon, il lignaggio dell'Alberta-Saskatchewan e gli orsi che vivono nell'area Washington-Idaho-Montana-Wyoming.

Europa

In Europa, durante l'ultima era glaciale, l'orso bruno condivise il suo habitat con altri predatori, come il leone delle caverne, la iena delle caverne e il più grosso e strettamente imparentato orso delle caverne, che sopravvisse più a lungo degli altri carnivori prima nominati. L'orso delle caverne venne cacciato dai Neanderthal, i quali avevano sviluppato una religione connessa a questo orso, il culto dell'orso delle caverne, ma la popolazione dei Neanderthal era troppo piccola per aver portato all'estinzione questo animale, che sopravvisse loro per altri 18.000 anni, estinguendosi circa 10.000 anni fa. Le diete dell'orso delle caverne e dell'orso bruno erano simili e le due specie vissero probabilmente nella stessa area nello stesso periodo. Non sappiamo perché l'orso delle caverne si estinse.

Descrizione

Dimensioni

Il range abituale delle dimensioni di un orso bruno è una lunghezza testa-corpo tra gli 1,7 e i 2,8 m e un'altezza al garrese tra i 90 e i 150 cm. La sottospecie più piccola è l'orso bruno siriano, le cui femmine mature pesano meno di 150 kg. Le sottospecie più grandi di orso bruno sono l'orso kodiak e gli orsi della Russia costiera e i grizzly dell'Alaska. Non è insolito per i grossi maschi di orso kodiak superare i 3.5 m di altezza ritti sulle zampe posteriori e pesare intorno ai 680 kg. Il più grosso orso kodiak selvatico il cui peso è stato registrato superava i 1100 chilogrammi[13]. Gli orsi che vivono negli zoo sono spesso più pesanti di quelli selvatici, dal momento che ricevono un'alimentazione regolare e compiono movimenti limitati. Negli zoo, gli orsi possono raggiungere i 900 chilogrammi, come «Goliath» dello Space Farms Zoo and Museum del New Jersey. Le dimensioni sembrano connesse alla disponibilità di cibo e le varie sottospecie si distinguono fra loro più in base alla nutrizione che alla distribuzione geografica[14]. La coda è lunga 10–12 cm[13]. I maschi sono più grandi delle femmine del 38-50%[13].

Aspetto

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Un orso bruno eurasiatico in corsa. Gli orsi bruni, nonostante le loro dimensioni, possono essere veloci corridori, capaci di raggiungere velocità di 56 km/h.
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Orsi bruni nel Nationalpark Bayerischer Wald.

Gli orsi bruni hanno folti mantelli di colore biondo, bruno, nero, o formati da un misto di questi colori. I peli di guardia esterni dell'orso bruno hanno spesso la punta bianca o argentata, dando a questi animali un aspetto «brizzolato» (in inglese grizzled, da cui deriva grizzly). Come tutti gli orsi, gli orsi bruni sono plantigradi e possono stare ritti sulle zampe posteriori per periodi di tempo abbastanza lunghi. Gli orsi bruni hanno una grossa gobba di muscolo sulle spalle che li distingue dalle altre specie[15]. Gli arti anteriori terminano con zampe munite di artigli lunghi fino a 15 cm che vengono utilizzati soprattutto per scavare. Gli artigli dell'orso bruno non sono retrattili e hanno punte relativamente smussate. La testa è larga e arrotondata con un profilo facciale concavo, caratteristica che viene usata per distinguerlo da altri orsi.

Biologia

L'orso bruno è un animale prevalentemente notturno e solitario, sebbene nei luoghi dove c'è maggiore disponibilità di cibo possano riunirsi molti esemplari, i quali formano delle gerarchie sociali in base all'età e alle dimensioni[16]. Durante l'inverno, cade in letargo: per tale motivo, durante l'estate, immagazzina più di 180 kg di grasso, che gli servono per sopperire al cibo che non può procurarsi, essendo in stato di torpore per diversi mesi. Sebbene non vadano completamente in ibernazione e possano svegliarsi facilmente, nei mesi invernali entrambi i sessi preferiscono ripararsi in un luogo protetto, come una grotta, un crepaccio od un grande tronco cavo.

Alimentazione

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Orso bruno che si sta nutrendo di un salmone.

Questi animali sono onnivori e si nutrono di una vasta gamma di prodotti vegetali, come bacche, radici, germogli e funghi, così come di animali, come pesci, insetti e piccoli mammiferi. Nonostante la loro reputazione, la maggior parte degli orsi bruni non è particolarmente carnivora e fino al 90% della loro alimentazione è composta da materia vegetale[17]. La struttura delle mascelle si è evoluta per adattarsi a queste abitudini alimentari, ma nonostante questo questi animali possiedono sempre i denti canini robusti e affilati tipici dei predatori veri e propri. La loro dieta varia enormemente a seconda dell'areale. Per esempio, gli orsi di Yellowstone mangiano durante l'estate un numero enorme di falene, più di 40.000 al giorno [2] Archiviato il 23 maggio 2008 in Internet Archive., le quali costituiscono un terzo dell'alimentazione [3]. Localmente, in alcune aree della Russia e dell'Alaska, gli orsi bruni si nutrono soprattutto di salmoni carichi di uova e questa nutrizione e l'abbondanza di questo cibo permettono agli orsi di queste aree di raggiungere dimensioni enormi. Gli orsi bruni predano anche cervi (Odocoeilus spp.; Dama spp., Capreolus spp.), cervi rossi (Cervus elaphus o wapiti americano), alci (Alces alces), caribù (Rangifer tarandus) e bisonti (Bison bison spp., Bison bonasus). Quando gli orsi bruni attaccano questi animali, tendono a scegliere i giovani, dal momento che sono più facili da catturare. Quando caccia, l'orso bruno usa i suoi canini affilati per mordere al collo la sua preda. Osservazioni effettuate nelle Alpi orientali hanno dimostrato che, almeno in quel contesto geografico, l'orso bruno uccide gli erbivori per cibarsi non tanto della carne, quanto piuttosto dell'erba semidigerita presente nello stomaco, che è spesso l'unica parte ad essere mangiata[18]. Gli orsi si nutrono anche di carogne e sfruttano le proprie dimensioni per intimidire altri predatori, come coyote, lupi, puma e orsi neri, allontanandoli dalle loro prede. Gli orsi bruni sono molto forti, perfino se considerati sotto diversi aspetti; un grosso esemplare può spezzare il collo o la spina dorsale di un bisonte adulto con una singola zampata.

Relazioni interspecifiche con altri predatori

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Orso bruno con tigre Siberiana. Mostra nel museo di Vladivostok
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Un orso bruno contende a un branco di lupi una carcassa di cinghiale, in una foresta dell'Ungheria.

Gli orsi bruni sfruttano spesso le loro dimensioni per scacciare i lupi dalle loro prede. Nel parco nazionale di Yellowstone, gli orsi derubano i lupi così spesso che il direttore del Progetto per i Lupi di Yellowstone, Doug Smith, scrisse una volta: «Il problema non è se gli orsi saranno attratti da una preda, ma quando». Sebbene i contrasti per le carcasse siano comuni, i due predatori in alcune rare occasioni si tollerano a vicenda mentre si nutrono della stessa preda. Entrambe le specie, comunque, possono dare la caccia ai rispettivi cuccioli, se ne hanno l'occasione[19].

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Scontro tra una famiglia di orsi bruni e dei lupi grigi

Gli orsi adulti sono generalmente immuni dagli attacchi di altri predatori, all'infuori che a quelli di un altro orso, comunque, nell'estremo oriente russo, gli orsi bruni, insieme ai più piccoli orsi neri asiatici, costituiscono il 5-8% della dieta delle tigri siberiane[20]. Per la precisione, gli orsi bruni costituiscono l'1-1,5% della loro dieta[21]. Le tigri generalmente evitano i maschi adulti di orso bruno (che in questa regione pesano più di 200 kg), ma predano frequentemente i cuccioli e le femmine più piccole. Comunque, vale anche il contrario, nonostante un maschio adulto di tigre sia un avversario temibile anche per un grosso orso. Perfino orsi delle stesse dimensioni costituiscono un grave pericolo per questi felini in uno scontro frontale. Gli scienziati hanno riportato i casi di 12 combattimenti in cui delle tigri, perfino femmine e maschi adulti, sono state uccise e divorate da orsi bruni[21]. Alcuni orsi che emergono dal letargo vanno in cerca delle tigri allo scopo di rubare le loro prede, aspettando però in genere che si allontanino. Le tigri solitamente rimangono sul terreno e difendono le proprie vittime, a meno che il ladro non sia un grosso maschio[22].

Nelle aree dove coesistono, gli orsi bruni solitamente dominano sulle altre specie di orsi (questo discorso non vale però per gli orsi polari, più grandi.). A causa delle dimensioni più piccole, gli orsi neri americani si trovano in svantaggio rispetto agli orsi bruni nelle aree aperte e non boschive. Sebbene siano stati documentati casi di orsi neri messi in fuga da orsi bruni, sono state registrate solo raramente delle uccisioni. Le abitudini diurne dell'orso nero, che vive in aree fittamente boschive, sono opposte a quelle notturne degli orsi bruni, che preferiscono spazi aperti, e grazie a questi differenti stili di vita si evitano così scontri interspecifici nelle aree dove questi coabitano[23]. Vi è stato un aumento recente delle interazioni tra orsi bruni e orsi polari, dovute alle conseguenze del riscaldamento globale. Gli orsi bruni si sono spinti sempre più a nord nei territori che un tempo appartenevano a quelli polari. In questi casi l'esito dei confronti dipende dalla mole dei due avversari in quanto gli orsi polari sono solitamente più grandi di quelli bruni. Sono stati inoltre registrati casi in cui degli orsi bruni hanno divorato cuccioli di panda gigante[13].

Tra tutte le specie di orso bruno quella dominante è senza dubbio l'orso grizzly. Gli orsi grizzly sono più piccoli degli orsi polari e dei kodiak, ma sono molto più aggressivi e soprattutto hanno artigli più sviluppati. Studi scientifici provano che l'orso grizzly ha la zampata più potente in natura, pari a un colpo di maglio. In più, questa sottospecie può mordere sviluppando una forza di 1160 psi (si pensi che l'orso bruno europeo non supera gli 850 psi), pari a circa 525 kg di pressione[24].

Riproduzione

La stagione degli amori va dalla fine di maggio agli inizi di luglio. Essendo periodicamente monogami, gli orsi bruni rimangono con lo stesso partner per un periodo che varia da pochi giorni fino ad un paio di settimane. Le femmine divengono sessualmente mature ad un'età tra i 5 e i 7 anni, mentre i maschi si accoppiano solitamente solo dopo qualche altro anno in più, quando sono abbastanza grossi e robusti da competere con successo con gli altri maschi per appropriarsi dei diritti all'accoppiamento. Tramite il processo dell'impianto ritardato, l'ovulo fecondato di una femmina si divide e vaga libero nell'utero per sei mesi. Durante il letargo invernale, il feto aderisce alla parete uterina e i cuccioli nasceranno dopo un periodo di otto settimane, mentre la madre sta dormendo. Se la madre non ha accumulato abbastanza grasso per sopravvivere nel corso dell'inverno, l'embrione non si impianta e viene riassorbito dal corpo. Una cucciolata è composta da uno a quattro piccoli, solitamente da due, sebbene ci siano stati casi di orse con cinque cuccioli, anche se non è insolito per le femmine adottare piccoli altrui. Le dimensioni di una cucciolata dipendono da un certo numero di fattori, come l'età della madre, la distribuzione geografica e la disponibilità di cibo. Le femmine più vecchie tendono a mettere alla luce cucciolate più numerose. I piccoli sono ciechi, privi di denti e glabri, e alla nascita pesano meno di 0,4 chilogrammi. Si nutrono del latte materno fino a primavera o fino agli inizi dell'estate, a seconda delle condizioni climatiche. I cuccioli, che in questo periodo pesano tra i 6, 8 e i 9 chilogrammi, sono abbastanza sviluppati da seguire la madre e iniziare a nutrirsi di cibo solido. Rimangono con lei tra i due e i quattro anni, durante i quali apprendono varie tecniche di sopravvivenza, come imparare quali sono i cibi che hanno valori nutrizionali più alti e dove trovarli, come cacciare, come pescare, come difendersi e dove andare in letargo. Gli orsetti imparano seguendo e imitando le azioni della madre durante il periodo con cui rimangono con lei[25]. Gli orsi bruni praticano inoltre l'infanticidio[26]. Un maschio adulto può uccidere i cuccioli di un altro orso per rendere la femmina sessualmente recettiva. Per questo motivo i piccoli si arrampicano sopra un albero non appena avvistano un maschio adulto.

Rapporti con l'uomo

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Impronta di zampa anteriore.

Gli orsi vengono attratti dalle fonti di cibo create dall'uomo, come le discariche di rifiuti, i bidoni della spazzatura, i cassonetti e gli apiari (dove contrariamente alla comune credenza non sono attratti tanto dal miele quanto dalle larve di ape), e si avventurano in cerca di cibo nelle abitazioni umane o nelle stalle, se queste sono situate nei pressi del loro habitat. Negli U.S.A., gli orsi talvolta uccidono e divorano animali da fattoria. Quando gli orsi cominciano ad associare le attività umane con una «fonte di cibo» si fanno più coraggiosi e allora crescono le probabilità di incontri con l'uomo e se questi animali vengono allontanati possono di nuovo farsi vivi nello stesso luogo. Il detto «un orso nutrito è un orso morto» è entrato nell'uso quotidiano per diffondere l'idea che permettere agli orsi di rovistare tra i rifiuti umani, così come nei bidoni dell'immondizia e negli zaini dei campeggiatori, nei mangimi per animali e in altre fonti di cibo che portano l'orso ad un contatto con l'uomo, può causare la morte all'orso stesso.

Per tenere lontani gli orsi dagli ambienti umani gli animali sono stati spostati in altre zone, ma questo non ha affrontato il problema che per l'orso l'uomo equivale ad una fonte di cibo, né ha risolto le situazioni ambientali che hanno portato l'orso ad abituarsi all'uomo. «Porre un orso in un ambiente usato da altri orsi può portare ad una competizione e a conflitti sociali, con il risultato del ferimento o della morte dell'orso meno dominante»[27].

Il parco nazionale di Yellowstone, un'enorme riserva situata negli Stati Uniti occidentali, costituisce un ambiente importantissimo per l'orso grizzly (Ursus arctos horribilis), ma a causa dell'enorme numero di visitatori gli incontri uomo-orso sono comuni. La bellezza paesaggistica dell'area ha portato ad un afflusso di persone in essa. Inoltre, poiché in alcune remote aree di Yellowstone vi sono così tanti orsi ricollocati lì da altre zone, e poiché i maschi tendono a dominare il centro della zona di ricollocamento, le orse tendono ad essere spinte ai margini dei confini e oltre. Il risultato è che una grossa percentuale degli orsi che sono stati uccisi per motivi di sicurezza pubblica sono femmine. Questo crea un problema ulteriore per una specie già minacciata. Negli U.S.A. l'orso grizzly viene ufficialmente classificato come «minacciato». Sebbene questo problema sia più significativo dei grizzly, affligge anche altri tipi di orso bruno.

In Europa, parte del problema è costituito dai pastori; nel corso degli ultimi due secoli, molti allevatori di pecore e capre hanno gradualmente abbandonato la pratica più tradizionale di utilizzare cani da pastore per fare la guardia ai loro animali, che nel frattempo sono diventati più numerosi. Generalmente i pastori seguono le mandrie al pascolo attraverso notevoli estensioni di terreno. Dal momento che gli orsi ritengono queste greggi appartenenti al proprio territorio, possono nutrirsi di bestiame. Alcuni pastori si sentono legittimati a sparare agli orsi per salvaguardare il proprio bestiame.

Incontri con gli orsi

In Nordamerica vi è una media di due attacchi fatali ogni anno[28]. In Scandinavia, negli ultimi 100 anni vi sono stati solamente quattro casi in cui degli uomini sono stati uccisi dagli orsi. Gli attacchi avvengono solitamente se l'orso è ferito o se un uomo incontra un'orsa con i piccoli. Alcuni tipi di orso, come l'orso polare, attaccano più facilmente l'uomo quando sono in cerca di cibo, mentre l'orso nero americano è molto meno aggressivo.

Il progetto di Ricerca sull'Orso Scandinavo classifica le seguenti situazioni come potenzialmente pericolose:

  1. Incontrare un orso ferito
  2. La comparsa improvvisa di un uomo
  3. Incontrare un orso nella sua grotta
  4. Incontrare un orso che è stato provocato

Minacce per la sopravvivenza

L'orso bruno è un animale la cui presenza può entrare in conflitto con l'uomo e con le sue attività economiche, soprattutto nelle regioni densamente popolate e dove gli ambienti scelti da questo animale vanno a sovrapporsi con le aree utilizzate per l'allevamento, l'agricoltura e l'apicoltura poiché, essendo un opportunista a livello alimentare, trova comodo utilizzare queste risorse alternative di cibo. L'orso bruno non è da considerarsi un animale aggressivo e pericoloso, poiché ha solitamente un comportamento schivo e tende ad evitare il più possibile gli incontri con l'uomo. Tuttavia può capitare che alcuni esemplari di orso prendano confidenza con l'uomo e le sue attività antropiche diventando «confidenti», ma tuttavia non sono da considerarsi pericolosi in quanto generalmente non sviluppano comportamenti aggressivi. I casi di aggressione accertati sono sempre descritti come situazioni limite, spesso causati dall'uomo con l'avvicinamento ad animali feriti o intrappolati, a femmine accompagnate da piccoli, oppure disturbando orsi presso i siti di svernamento o di alimentazione, ovvero circostanze in cui l'orso vede nell'uomo un pericolo o un competitore all'accesso ad una fonte di cibo. Generalmente il comportamento scelto in caso di incontro accidentale con l'uomo è la fuga.

Status legale

  • L'orso grizzly, chiamato talvolta orso dal dorso argentato, viene classificato come minacciato negli Stati Uniti continentali. Sta comunque attualmente ripopolando lentamente le aree dove era stato sterminato in passato, sebbene sia ancora vulnerabile.
  • L'orso grizzly della California (Ursus arctos californicus) scomparve dallo Stato della California nel 1922, quando venne ucciso l'ultimo esemplare nella contea di Tulare, ma è ancora presente sulla bandiera di stato della California. Quest'orso viene inoltre citato nei nomi delle squadre sportive dell'Università della California di Berkeley (i California Golden Bears) e dell'Università della California di Los Angeles (gli UCLA Bruins) e nella mascotte dell'Università della California di Riverside (Scottie the Bear, che indossa un kilt scozzese).
  • L'orso grizzly messicano viene classificato come specie minacciata, ma forse è estinto.
  • In Canada, viene classificato come vulnerabile in Alberta, Columbia Britannica, Territori del Nordovest e Territorio dello Yukon. Le popolazioni di prateria di orso grizzly sono considerate estinte in Alberta, Manitoba e Saskatchewan.
  • L'orso bruno è una specie protetta europea ed è quindi protetto in tutta l'Unione europea.
  • L'orso bruno è inoltre l'animale nazionale della Russia, della Finlandia e della Slovenia.

Ibridazione

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Ibrido orso bruno/polare, museo Rothschild, Tring.

Un ibrido grizzly-orso polare è un raro urside ibrido risultante dall'unione di un orso bruno con un orso polare. Esso prende generalmente il nome di pizzly nel caso in cui la madre sia un orso bruno e il padre un orso polare, mentre viceversa viene chiamato orso grolare[29].
Nel 2006, la presenza di questi ibridi in natura è stata confermata dall'analisi del DNA di un orso dall'aspetto strano che era stato ucciso nell'Artico canadese[30]. In precedenza, quest'ibrido era stato unicamente prodotto negli zoo ed era considerato un «criptide» (un animale ipotetico della cui esistenza in natura non ci sono prove scientifiche).

Note

  1. ^ (EN) Bear Specialist Group 1996, Ursus arctos, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ U.S. Fish and Wildlife Service, Endangered and Threatened Wildlife and Plants; Designating the Greater Yellowstone Ecosystem Population of Grizzly Bears as a Distinct Population Segment; Removing the Yellowstone Distinct Population Segment of Grizzly Bears From the Federal List of Endangered and Threatened Wildlife (PDF), su bearinfo.org, Federal Register / Vol. 70, No. 221, 17 novembre 2006, 69854-69884. URL consultato il August 1 2006 (archiviato dall'url originale il 25 agosto 2006).
  3. ^ a b Lisette P. Waits, Sandra L. Talbot, R.H. Ward and G. F. Shields, Mitochondrial DNA Phylogeography of the North American Brown Bear and Implications for Conservation, su cnrhome.uidaho.edu, Conservation Biology, aprile 1998, 408-417. URL consultato il August 1 2006 (archiviato dall'url originale il 12 maggio 2011).
  4. ^ http://news.bbc.co.uk/2/hi/science/nature/4003325.stm, su news.bbc.co.uk.
  5. ^ Brown Bear Hunting in Russia
  6. ^ Orso bruno marsicano: demografia, su parcoabruzzo.it (archiviato dall'url originale l'11 ottobre 2016).
  7. ^ Provincia Autonoma di Trento - Rapporto Orso 2014 http://www.orso.provincia.tn.it/binary/pat_orso/rapporto_orso/rapportoORSO_2014.1430852897.pdf Archiviato il 18 giugno 2015 in Internet Archive.
  8. ^ "Gli orsi scendono a lago", articolo della "Voce del Popolo online" del 28 aprile 2010.
  9. ^ http://www.giornaledibrescia.it/in-provincia/l-orso-torna-in-paese-e-finisce-su-facebook-1.295637 Archiviato il 1º maggio 2010 in Internet Archive. Articolo del quotidiano il "Giornale di Brescia".
  10. ^ Parco Faunistico di Spormaggiore, il parco dell'orso bruno in Trentino
  11. ^ Spagnesi M., De Marinis A.M. (a cura di), Mammiferi d'Italia - Quad. Cons. Natura n.14 (PDF), Ministero dell'Ambiente - Istituto Nazionale Fauna Selvatica, 2002 (archiviato dall'url originale il 9 luglio 2011).
  12. ^ Rapporto Orso 2018 (PDF), su parcoabruzzo.it, http://www.parcoabruzzo.it/. URL consultato il 22 novembre 2019.
  13. ^ a b c d Brown, Gary, Great Bear Almanac, 1996, pp.340, ISBN 1-55821-474-7.
  14. ^ Macdonald, David, The Encyclopedia of Mammals: 1, 1984, p. 446, ISBN 0-87196-871-1.
  15. ^ Learn to Identify Black Bears and Grizzly (Brown) Bears, su mountainnature.com. URL consultato il 22 marzo 2008 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2009).
  16. ^ Animal Diversity Web - Ursus arctos
  17. ^ [1]
  18. ^ Cfr. a questo proposito G. Ferron, La zampata dell'orso, Edizioni Biblioteca dell'Immagine, 2010
  19. ^ Copia archiviata (PDF), su wolf.org. URL consultato il 4 gennaio 2008 (archiviato dall'url originale il 26 agosto 2011).
  20. ^ Vratislav Mazak: Der Tiger. Nachdruck der 3. Auflage von 1983. Westarp Wissenschaften Hohenwarsleben, 2004 ISBN 3-89432-759-6
  21. ^ a b Seryodkin, Ivan, The ecology, behavior, management and conservation status of brown bears in Sikhote-Alin (in Russian), su uml.wl.dvgu.ru, Far Eastern National University, Vladivostok, Russia, 2006, pp.1-252 (archiviato dall'url originale il 24 dicembre 2013).
  22. ^ Peter Matthiessen, Hornocker, Maurice, Tigers In The Snow, North Point Press, 2001, ISBN 0-86547-596-2.
  23. ^ NOROCK Products | Northern Rocky Mountain Science Center (NOROCK) Archiviato il 27 febbraio 2008 in Internet Archive.
  24. ^ https://animalsinblack.it/i-20-morsi-piu-potenti-del-regno-animale/&ved=2ahUKEwiz1uexsN_uAhWjzIUKHXR2B94QFjACegQIBBAE&usg=AOvVaw2PdBqaBc4eKvv-NlOstiCX
  25. ^ Brown Bear Reproduction Archiviato il 1º maggio 2008 in Internet Archive.
  26. ^ Mating Strategies in Relation to Sexually Selected Infanticide in a Non-Social Carnivore: the Brown Bear
  27. ^ http://www.bearsmart.com/managingBears/Relocation.html, su bearsmart.com (archiviato dall'url originale il 13 maggio 2006).
  28. ^ Bear Attacks: Their Causes and Avoidance, Stephen Herrero, revised edition, 2002.
  29. ^ Naming Conventions A semi-scientific reference for hybrid naming conventions, with specific examples of big-cat hybrids.
  30. ^ Wild find: Half grizzly, half polar bear: Hunter bags what expert 'never thought would happen' in wild, MSNBC.MSN.com, May 11, 2006. URL consultato il 14 maggio 2006.

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Ursus arctos: Brief Summary ( Italian )

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Ursus arctos Linnaeus, 1758, detto semplicemente orso o anche orso bruno, è un mammifero appartenente alla famiglia Ursidae, diffuso in gran parte dell'Asia e del Nordamerica, oltre che in Europa.

Pesa dai 100 ai 700 kg e i suoi membri più grossi contendono all'orso polare il titolo di carnivoro terrestre più grande del mondo; nonostante l'areale dell'orso bruno si sia ristretto e in alcuni luoghi si sia addirittura estinto, con una popolazione totale di circa 200 000 esemplari continua ad essere valutato come una specie a basso rischio: i Paesi che comprendono la maggior parte del suo areale sono la Russia, la Cina, gli Stati Uniti (specialmente l'Alaska) ed il Canada.

È un animale onnivoro ed i pesci costituiscono la loro fonte primaria di carne, anche se sulla terraferma possono uccidere facilmente piccoli mammiferi e, talvolta, anche mammiferi più grandi, come i cervi, ma si nutre anche di parti di piante, quali radici, e di funghi. Gli orsi bruni adulti non hanno timore di scontrarsi con altri predatori carnivori: possono competere da soli con branchi di lupi e grandi felini, scacciandoli spesso dalle prede che questi ultimi hanno ucciso, perché hanno una forza e dimensioni tali da non essere predati.

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