L'elleborina purpurea (Epipactis purpurata Sm., 1828) è una piccola pianta erbacea perenne dai delicati fiori, appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[2]
Il termine Epipactis si trova per la prima volta negli scritti di Dioscoride Pedanio (Anazarbe in Cilicia, 40 circa - 90 circa) che fu un medico, botanico e farmacista greco antico che esercitò a Roma ai tempi dell'imperatore Nerone. L'origine di questo termine è sicuramente greco, però l'etimologia esatta ci rimane oscura (qualche testo lo traduce con “crescere sopra”). Sembra comunque che in origine sia stato usato per alcune specie del genere Helleborus[3]. In tempi moderni il nome del genere fu creato dal botanico e anatomista germanico Johann Gottfried Zinn (1727 – 1759), membro tra l'altro dell'Accademia delle Scienze di Berlino, in una pubblicazione specifica sul genere Epipactis nel 1757.
L'epiteto specifico (helleborine) deriva da una certa rassomiglianza con le foglie di alcuni “Ellebori” (Elleboro bianco o falso elleboro – Veratrum album).
Il binomio scientifico attualmente accettato (Epipactis purpurata) è stato proposto dal entomologo e botanico inglese, fondatore e primo presidente della Linnean Society di Londra Sir James Edward Smith (1759 – 1828) in una pubblicazione del 1828.
In lingua tedesca questa pianta si chiama Violette Sumpfwurz'; in francese si chiama Épipactis pourprée; in inglese si chiama Violet Helleborine.
È una pianta erbacea perenne alta normalmente da 20 a 70 cm. La forma biologica di questa orchidea è geofita rizomatosa (G rizh), ossia è una piante con un particolare fusto sotterraneo, detto rizoma, che ogni anno si rigenera con nuove radici e fusti avventizi. Queste piante, contrariamente ad altri generi delle orchidee, non sono “epifite”, ossia non vivono a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni (hanno cioè un proprio rizoma). Tutta la pianta è sfumata di violaceo.
Le radici sono secondarie da rizoma.
Le foglie a disposizione spiralata lungo il fusto, sono intere a forma lanceolata o strettamente ovale e con apice acuto; sono sessili, amplessicauli e carenate centralmente. Diverse evidenti nervature percorrono longitudinalmente le foglie. Quelle superiori sono progressivamente più ristrette, mentre quelle mediane sono lunghe quanto l'internodo corrispondente. Le foglie sono colorate di grigio-verde con sfumature violette.
L'infiorescenza è un racemo terminale piuttosto denso con numerosi fiori penduli (o inclinati, o orizzontali) e pedicellati; la disposizione è leggermente unilaterale. Alla base del pedicello sono presenti delle brattee erbacee a forma lanceolata (quelle inferiori a volte sono più lunghe dei fiori stessi). Queste brattee sono di tipo fogliaceo e quelle più basse sono molto simili alle foglie superiori e sono più lunghe dei fiori, mentre quelle superiori sono progressivamente più piccole; tutte sono pendule come i fiori. I fiori sono resupinati, ruotati sottosopra tramite torsione del pedicello (e non dell'ovario come nel genere Cephalanthera)
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami, 1 verticillo dello stilo). I fiori all'esterno sono colorati normalmente di verde e sono debolmente profumati. Dimensione del fiore: 10 – 18 mm.
Il frutto è una capsula obovoide (o esagonale) a più coste contenente moltissimi, minuti semi. Anche le capsule, come i fiori, sono orizzontali o pendule.
La riproduzione in queste piante avviene tramite l'impollinazione: sono piante nettarifere, quindi abbiamo una impollinazione entomofila (vespe, api e ditteri).
Dal punto di vista fitosociologico la specie Epipactis purpurata appartiene alla seguente comunità vegetale[6]:
Le Orchidaceae è una delle famiglie più vaste della divisione tassonomica delle Angiosperme; comprende 788 generi e più di 18500 specie[7]. Il genere Epipactis comprende circa 70 specie diffuse in Europa, in Asia e in America, delle quali circa una decina sono spontanee della flora italiana.
Il Sistema Cronquist assegna la famiglia delle Orchidaceae all'ordine Orchidales mentre la moderna classificazione APG la colloca nel nuovo ordine delle Asparagales. Sempre in base alla classificazione APG sono cambiati anche i livelli superiori (vedi tabella a destra).
Il genere Epipactis, insieme al genere Cephalanthera, appartiene (secondo la suddivisione più in uso tra i botanici) alla sottofamiglia delle Epidendroideae caratterizzata dall'avere lo stame (l'unico fertile) ripiegato sopra il ginostemio e il labello composto da due pezzi distinti: ipochilo e epichilo[8][9]; e al livello inferiore alla tribù delle Neottieae, una delle quattro tribù nelle quali si usa suddividere le orchidee (relativamente alle specie spontanee del territorio italiano)[3].
Il numero cromosomico di E. purpurata è: 2n = 40[10][11]
Con la specie Epipactis helleborine la pianta Epipactis purpurata forma il seguente ibrido interspecifico:
La specie Epipactis purpurata ha avuto nel tempo diverse nomenclature (oltre 40 secondo alcune liste[12]). L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
In genere tutte le Epipactis sono abbastanza simili nella forma del fiore. Qui ricordiamo alcune specie (tralasciando le varie sottospecie) quali:
Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[13]
L'elleborina purpurea (Epipactis purpurata Sm., 1828) è una piccola pianta erbacea perenne dai delicati fiori, appartenente alla famiglia delle Orchidacee.