L'ofride di Chesterman (Ophrys fuciflora subsp. chestermanii (J.J.Wood) H.Blatt & W.Wirth, 1990) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orchidacee.[1]
Etimologia
L'epiteto sottospecifico (chestermanii = di Chesterman) è un omaggio al botanico inglese David Chesterman.
Descrizione
È una pianta erbacea alta da 10 a 30 cm.. La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei chiamati bulbi o tuberi, strutture di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori. È un'orchidea terrestre in quanto contrariamente ad altre specie, non è “epifita”, ossia non vive a spese di altri vegetali di maggiori proporzioni.
Radici
Le radici sono fascicolate e secondarie da bulbo e consistono in sottili fibre radicali posizionate nella parte superiore dei bulbi.
Fusto
- Parte ipogea: la parte sotterranea del fusto è composta da due tuberi bulbosi a forma ovoidale, arrotondati e di colore biancastro; il primo svolge delle importanti funzioni di alimentazione, mentre il secondo raccoglie materiali nutritizi di riserva per lo sviluppo della pianta che si formerà nell'anno successivo.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è semplice ed eretta. Il colore è verde.
Foglie
Le foglie basali (disposte a rosetta) sono da 3 a 4 a forma ovato-lanceolata; mentre quelle cauline sono allungate, più strette e amplessicauli. Sulla pagina fogliare sono presenti delle nervature parallele disposte longitudinalmente (foglie di tipo parallelinervie). Il colore delle foglie è verde chiaro.
Infiorescenza
L'infiorescenza è “indefinita” (senza fiore apicale o politelica) del tipo spiciforme e allungata (lassa) con pochi fiori (massimo 3 – 5 fiori) di cui 1 o 2 in contemporanea fioritura. Questi ultimi sono posti alle ascelle di brattee a forma ovato-lanceolata; sono più lunghe dei fiori stessi. I fiori inoltre sono resupinati, ruotati sottosopra; in questo caso il labello è volto in basso.
Fiore
I fiori sono ermafroditi ed irregolarmente zigomorfi, pentaciclici (perigonio a 2 verticilli di tepali, 2 verticilli di stami (di cui uno solo fertile – essendo l'altro atrofizzato), 1 verticillo dello stilo)[2].
- Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
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X, P 3+3, [A 1, G (3)], infero, capsula[3]
- Perigonio: il perigonio è composto da 2 verticilli con 3 tepali (o segmenti) ciascuno (3 interni e 3 esterni). I tre segmenti esterni sono patenti a forma ovato-oblunga con apice ottuso e ripiegati all'indietro. I due tepali interni (il terzo, quello centrale, chiamato labello, è molto diverso da tutti gli altri) sono più piccoli e più stretti a forma triangolare; sono disposti in modo alterno a quelli esterni e i bordi sono finemente ciliati. Colore dei tepali: da bianco-rosa, a rosa con una nervatura centrale longitudinale verde chiaro.
- Labello: il labello (la parte più vistosa del fiore) si presenta con un portamento pendente. La forma è trapezoidale con angoli smussati, lievemente convesso. Il colore prevalente è bruno-rossiccio; al centro è presente una caratteristica macchia a forma di H grigiastra, bordata da linee chiare. Tutta la superficie è vellutata, mentre i bordi sono densamente pubescenti. La parte apicale termina con un “apicolo” giallastro, robusto e revoluto in avanti. Nella parte basale ai due lati sono presenti delle gibbosità glabre, appuntite e di colore più chiaro. Questo labello è privo dello sperone. Dimensione del labello: larghezza 13 – 18 mm; lunghezza 15 – 22 mm.
- Ginostemio: lo stame con le rispettive antere (in realtà si tratta di una sola antera fertile biloculare – a due logge) è concresciuto (o adnato) con lo stilo e lo stigma e forma una specie di organo colonnare chiamato "ginostemio"[5]. Quest'organo è posizionato all'interno-centro del fiore ed è rostrato, terminante con una punta. Il polline ha una consistenza gelatinosa e si trova nelle due logge dell'antera; queste sono fornite di una ghiandola vischiosa (chiamata retinacolo). I pollinii sono inseriti su due retinacoli distinti tramite delle caudicole, mentre i retinacoli sono protetti da due borsicole[6]. L'ovario, sessile in posizione infera, è formato da tre carpelli fusi insieme[2].
- Fioritura: da aprile a maggio.
Frutti
Il frutto è una capsula. Al suo interno sono contenuti numerosi minutissimi semi piatti. Questi semi sono privi di endosperma e gli embrioni contenuti in essi sono poco differenziati in quanto formati da poche cellule. Queste piante vivono in stretta simbiosi con micorrize endotrofiche, questo significa che i semi possono svilupparsi solamente dopo essere infettati dalle spore di funghi micorrizici (infestazione di ife fungine). Questo meccanismo è necessario in quanto i semi da soli hanno poche sostanze di riserva per una germinazione in proprio.[7]
Biologia
La riproduzione di questa pianta può avvenire in due modi:
Distribuzione e habitat
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico.
- Distribuzione: questa orchidea si trova unicamente in Sardegna.
- Habitat: l'habitat tipico di questa pianta sono i margini boschivi, le macchie e bordi delle strade in zone fresche a mezza ombra su substrato calcareo.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; frequentano quindi il piano vegetazionale collinare.
Tassonomia
Il numero cromosomico di Ophrys fuciflora subsp. chestermanii è: 2n = 36[10].
Ibridi
Conservazione
Come tutte le orchidee è una specie protetta e quindi ne è vietata la raccolta e il commercio ai sensi della Convenzione sul commercio internazionale delle specie minacciate di estinzione (CITES).[11]
Note
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^ (EN) Ophrys fuciflora subsp. chestermanii, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 16 aprile 2021.
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^ a b Pignatti, Vol. 3 p. 700.
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^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 14 aprile 2010 (archiviato dall'url originale il 28 dicembre 2010).
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^ Botanica Sistematica, p. 140.
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^ Musmarra, p. 628.
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^ Motta, Vol. 3 p. 151.
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^ Strasburger, vol. 2 - p. 808.
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^ Ophrys holosericea subsp. chestermanii, su Orchids of Italy, GIROS, Gruppo Italiano per la Ricerca sulle Orchidee Spontanee.
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^ Strasburger, vol. 2 - p. 556, 771.
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^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 17 aprile 2010.
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^ CITES - Commercio internazionale di animali e piante in pericolo, su esteri.it, 7 febbraio 2019.
Bibliografia
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume terzo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 150.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume terzo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 708, ISBN 88-506-2449-2.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 807, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 287, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Gruppo italiano per la ricerca sulle orchidee spontanee (GIROS), Orchidee d'Italia. Guida alle orchidee spontanee, Cornaredo (MI), Il Castello, 2009, ISBN 978-88-8039-891-2.