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Leiboldia ( 義大利語 )

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Leiboldia Schltdl., 1847 è un genere di piante angiosperme dicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]

Etimologia

Il nome scientifico del genere è stato definito per la prima volta dal botanico Diederich Franz Leonhard von Schlechtendal (1794-1866) nella pubblicazione Linnaea; Ein Journal für die Botanik in ihrem ganzen Umfange. Berlin (Linnaea 19(6): 742) del 1847.[3]

Descrizione

Il portamento delle piante di questa voce è fruticoso (di aspetto arbustivo). La pubescenza è fatta di peli semplici contorti. Gli organi interni di queste piante contengono lattoni sesquiterpenici.[4][5][6][7][8][9]

Le foglie lungo il fusto sono disposte in modo alterno. La lamina è intera e a forma largamente lanceolata. Le venature sono pennate. I bordi sono scarsamente piccolo-dentati.

Le infiorescenze sono di tipo corimboso, terminale o ascellare, formate da alcuni capolini. Frammisti ai capolini possono essere presenti delle brevi brattee peduncolate. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae: un peduncolo sorregge un involucro composto da circa 100 brattee disposte su circa 6 serie che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori di tipo tubuloso. Le brattee, persistenti, in genere si dividono in esterne e interne; quelle esterne sono tomentose a consistenza fogliosa, quelle interne sono più scariose con apici rossicci. Il ricettacolo è sprovvisto di pagliette.

I fiori, da 100 a 120 per capolino, sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi).

*/x K ∞ {displaystyle infty } infty , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio [10]
  • Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla, formata da un tubo imbutiforme terminanti in 5 lobi, può essere pubescente o glabra. Il colore varia da lavanda a porpora.
  • Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo.[11] Le appendici delle antere sono sclerificate e glabre (e senza ghiandole). Le teche delle antere sono ampiamente caudate. Il polline è tricolporato (con tre aperture sia di tipo a fessura che tipo isodiametrica o poro) ed echinato (con punte) ma non "lophato".[12]
  • Gineceo: lo stilo è filiforme con base nodosa. Gli stigmi dello stilo sono due lunghi e divergenti; sono sottili, pelosi (peli a spazzola) e con apice ottuso. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. Gli stigmi hanno la superficie stigmatica interna (vicino alla base).[13]

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni, a forma più o meno cilindrica, hanno 4 - 5 coste con superficie in genere glabra. All'interno si può trovare del tessuto di tipo idioblasto sparsi e rafidi corti/oblunghi; non è presente il tessuto tipo fitomelanina. Nella zona apicale dell'achenio è presente un calloso anello all'interno del quale è posizionato il pappo che è formato da setole in una serie. Le setole, facilmente decidue e usualmente non sclerificate alla base, sono capillari e colorate di biancastro.

Biologia

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.

Distribuzione e habitat

La distribuzione delle piante di questa voce è relativa al Messico.[2]

Sistematica

La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[14], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[15] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[16]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][7][8]

Filogenesi

Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Leiboldiinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[17] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo. I generi di Leiboldiinae sono posizionati in un piccolo subclade centro-americano tra i cladi del Nuovo e Vecchio Mondo.[8] Nelle varie analisi filogenetiche questa sottotribù è risultata la prima a separarsi dal gruppo del Nuovo Mondo.[18]

La sottotribù, e quindi i suoi generi, si distingue per i seguenti caratteri:[7]

  • queste piante contengono sesquiterpeni glicosidi;
  • la pubescenza è fatta di peli semplici;
  • gli acheni sono privi di fitomelanina
  • l'areale di questo gruppo è il Messico e l'America Centrale.

In precedenza la tribù Vernonieae, e quindi la sottotribù (Leiboldiinae) di questo genere, era descritta all'interno della sottofamiglia Cichorioideae.[8]

I caratteri distintivi per le specie di questo genere ( Leiboldia) sono:[7]

  • il ricettacolo è sprovvisto di pagliette;
  • all'apice degli acheni è presente un anello (non sclerificato) che fa da base al pappo;
  • il pappo possiede una sola lunga riga di setole bianche;
  • lo stilo possiede alla base un distinto nodo.

Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 38.[7][8]

Elenco delle specie

Questo genere ha 2 specie:[2]

Note

  1. ^ a b (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
  2. ^ a b c World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 22 ottobre 2021.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 22 ottobre 2021.
  4. ^ Pignatti 1982, vol.3 p. 1.
  5. ^ Strasburger 2007, p. 860.
  6. ^ Judd 2007, p. 517.
  7. ^ a b c d e Kadereit & Jeffrey 2007, p. 152.
  8. ^ a b c d e Funk & Susanna 2009, p. 443.
  9. ^ Robinson 1999, p. 8.
  10. ^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
  11. ^ Pignatti 1982, Vol. 3 - p. 1.
  12. ^ Strasburger 2007, Vol. 2 - p. 760.
  13. ^ Judd 2007, p. 523.
  14. ^ Judd 2007, p. 520.
  15. ^ Strasburger 2007, p. 858.
  16. ^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
  17. ^ Susanna et al. 2020.
  18. ^ Siniscalchi et al. 2019.

Bibliografia

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