Narcissus tazetta L. è una pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae.[1]
Troviamo associati al narciso diversi significati e simbologie, legati a culture anche molto lontane tra di loro.
Nell'antica Grecia il nome deriva da ναρκάω, "nàrke", stordimento o inebriante, oppure può essere riferito alla sua intensa profumazione (narcotico); a questo nome è legato il mito di Narciso.
L'epiteto della specie, "tazetta", è riferito alla forma della paracorolla simile a una "tazzina".[2]
È una pianta erbacea bulbosa, alta dai 20 ai 60 cm, con fusti leggermente rigidi e carnosi, perenne. Le radici sono fascicolate e filiformi partenti da un grosso bulbo (3 x 4 cm) arrotondato e piriforme con tuniche brune. I fiori sono caratterizzati da una coppa centrale, a forma di piccola trombetta, contornata da una corona costituita da 5-7 petali allargati verso l’esterno.[3] Fiorisce da dicembre a marzo[4]
I narcisi sono originari del bacino mediterraneo e si sono ampiamente diffusi in tutta l'Europa e Asia. Cresce spontaneamente in tutte le regioni d'Italia, escluse le zone alpine, da 0 fino a 1200 metri in prati umidi e boschi[5].
Sono riconosciute le seguenti sottospecie:[1][6]
Nella medicina tradizionale si usa il bulbo per le sue proprietà analgesiche, emetiche, antispaspodiche, anticonvulsive, febbrifughe e contro la tosse. Macerato si utilizza per il trattamento di foruncoli e ascessi.
L'olio essenziale ricavato dalla pianta viene utilizzato nella preparazione di profumi.
La pianta contiene narcisina e licorina rendendola pericolosa nell'ingestione.[7]
Narcissus tazetta L. è una pianta bulbosa della famiglia delle Amaryllidaceae.