Plantago indica, commonly known as branched plantain, sand plantain, or black psyllium, is a flowering plant in the plantain family Plantaginaceae, and is one of a few species in the Plantago genus under the common name psyllium.[3] The plant is native to parts of Africa, Europe, Russia, and Asia, and has been naturalized in many other areas such as Australia and North America.[4][5] The plant can be found mostly in dry inland areas, such as those that are sandy, and has also naturalized on roadsides and in meadows.[4][5] The plant is not used broadly as a food source, but has been cultivated for its seeds which serve a medicinal use as a laxative.[6]
Plantago indica is an annual herb with a taproot that has an erect stem with leaves that are usually opposite but sometimes in whorls of 3, and elongated internodes between leaf sets.[4][7] Glandular pubescence is found on the stems, leaves, sepals, and inflorescences.[4] The leaves are simple and have a base that is decurrent onto the petiole, an entire or slightly dentate edge, are linear or lanceolate in shape, and can reach 2.5-5cm long and 1-3mm wide.[4][7] Some leaves are modified into bracts between 0.5cm and 2cm which have a cuspidate apex and an orbicular-ovate base.[4] The plant has a densely flowered inflorescence with flowers that have a glabrous, brownish corolla and a calyx with broadly veined, elliptic and obovate sepals.[4][7] The stamens exsert above the corolla, and the anthers are yellow, ellipsoid, and 1.8-2.2mm in size.[4][7] The style of the stigma is also well exserted, and the floral parts are hypogynous but extend superior to the ovary.[4][5][7] The seeds are contained in capsules of 2. The seeds are 2.5-2.8 mm in size, black or blackish-brown, shiny, ellipsoid, and have a distinct central groove on the inner face.[4][7]
Plantago indica is described as being native to North Africa, Southwest China, Europe, Russia, Kazakhstan, Kyrgyzstan, and Tajikistan.[4] The plant has become broadly naturalized, identified in areas of Australia, North America, India, Japan, and Pakistan.[4][5] The plant is commonly found in sandy areas such as in arid deserts and on sandy beaches, and has also been seen distributed on roadsides, and by railroad tracks.[4][5][8][9]
The seeds, known as French psyllium or black psyllium, are medicinally cultivated, along with other species under the psyllium common name, such as P. ovata, for use as a laxative for constipation and are also used to treat irritable bowel syndrome (IBS) and diarrhea by extracting the mucilage from the seed coat.[6][10] The mucilage from the seeds has also been reported to lower the risk of coronary heart disease.[6][10]
Plantago indica, commonly known as branched plantain, sand plantain, or black psyllium, is a flowering plant in the plantain family Plantaginaceae, and is one of a few species in the Plantago genus under the common name psyllium. The plant is native to parts of Africa, Europe, Russia, and Asia, and has been naturalized in many other areas such as Australia and North America. The plant can be found mostly in dry inland areas, such as those that are sandy, and has also naturalized on roadsides and in meadows. The plant is not used broadly as a food source, but has been cultivated for its seeds which serve a medicinal use as a laxative.
La piantaggine ramosa (Plantago indica L., 1759) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Plantaginaceae[1]
Il nome generico (Plantago) deriva dalla parola latina "planta" che significa "pianta del piede" e fa riferimento alle piatte foglie basali di questa pianta simili a "piante di un piede".[2][3] L'epiteto specifico (indica) fa riferimento in qualche modo all'India (a volte questo termine è usato liberamente per indicare una generica origine orientale).[4][5]
Il nome scientifico della specie è stato definito da Linneo (1707 – 1778), conosciuto anche come Carl von Linné, biologo e scrittore svedese considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione "Systema Naturae" del 1759.[6]
Le piante di questa voce hanno una altezza variabile da 5 a 35 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[7][8][9][10][11][12]
Le radici sono secondarie da rizoma.
La parte aerea del fusto è ascendente o eretta, è ramosa con rami ascellari e pelosi e più o meno ghiandolosi.
Le foglie, radicate ai nodi, hanno una disposizione opposta, sono distanziate e formano un fusto foglioso. La lamina è intera, piatta con forme strettamente lineari-lanceolate attenuate verso l'apice (gli apici sono ottusi). Dimensione delle foglie: larghezza 1 mm; lunghezza 35 – 70 mm.
Le infiorescenze sono numerose a forma di spiga più o meno ovoide (ovale-ellittica) su peduncoli allungati in posizione opposta alle ascelle delle foglie superiori. Sono presenti delle brattee dimorfe con forme lanceolate; quelle inferiori hanno la base allargata (3 – 4 mm), hanno una consistenza membranosa e sono sormontate (prolungate) da una resta erbacea lineare di 3 – 6 mm; quelle superiori hanno delle forme da ovali a oblanceolate e sono larghe 2,5 mm. Dimensione dell'infiorescenza: 1 - 1,5 cm. Lunghezza dei peduncoli: 5 – 6 cm.
I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, tetrameri (4-ciclici), ossia con quattro verticilli (calice – corolla - androceo – gineceo) e tetrameri (4-meri: la corolla e il calice sono più o meno a 4 parti).
I frutti sono delle capsule da ovoidi a ellissoidi con deiscenza trasversale (opercolata, ossia con coperchio) in parte nascoste dai sepali persistenti. I semi sono numerosi; il colore è bruno-rossastro. I cotiledoni sono paralleli al lato ventrale. Lunghezza dei semi: 2,5 - 2,75 mm.
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[15]
La famiglia di appartenenza della specie (Plantaginaceae) comprende 113 generi e 1800 specie[8] (114 generi e 2100 specie[10] o anche 90 generi e 1900 specie[17] secondo altre fonti) ha una distribuzione più o meno cosmopolita ma con molti taxa distribuiti soprattutto nelle zone temperate e nell'areale mediterraneo. Il genere Plantago si compone di oltre 250 specie una trentina delle quali sono presenti nella flora spontanea italiana. All'interno della famiglia Plantaginaceae il genere di questa specie è descritto nella tribù Plantagineae.[18]
Alcune checklist[14][15][16] considerano come valido per la specie di questa voce il seguente nome scientifico:
Il genere Plantago è suddiviso in 4 sottogeneri (subg. Plantago; subg. Coronopus (Lam. & DC.) Rahn; subg. Psyllium (Juss.) Harms; subg. Bougueria (Decne) Rahn & Reiche). La specie di questa voce è descritta all'interno del sottogenere Plantago sect. Psyllium insieme ad altre specie come Plantago afra L., Plantago sempervirens Crantz, Plantago lanceolata L. e altre.[19]
Il numero cromosomico di P. indica è: 2n = 12.[20]
Per questa specie è riconosciuta la seguente sottospecie:[16]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
Le specie del genere Plantago sono difficili da distinguere una dall'altra. La seguente tabella evidenzia i caratteri più significativi delle due specie più simili a quella di questa voce:[7]
La piantaggine delle sabbie in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:[15]
La piantaggine ramosa (Plantago indica L., 1759) è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Plantaginaceae