Il gatto delle Pampas (Leopardus colocolo Molina, 1782), noto anche come gatto del Pantanal o colocolo, è un piccolo felino del genere Leopardus originario del Sud America.
Dalle dimensioni di un gatto domestico (lunghezza testa-corpo 42-79 cm, coda 22-33 cm per 3-4 kg di peso), Il gatto delle Pampas ha un aspetto tozzo, con zampe relativamente corte e una coda piuttosto corta e folta. A differenza di tutti gli altri piccoli felidi neotropicali, ha le orecchie appuntite, simili a quelle dei gatti domestici, e prive di ciuffi di peli. Ha inoltre 28 denti, gli occhi giallo-bruni con pupille a forma di fessura, mentre il mantello presenta un'incredibile varietà di colori, disegni e struttura.
I gatti delle Pampas che abitano le alte steppe delle Ande, dell'Ecuador, del Perù e della Bolivia (L. c. garleppi) hanno infatti una lunga e morbida pelliccia grigio-argentea, che sul dorso e sulla sommità del capo assume una tonalità rossastra; i lunghissimi peli del dorso possono essere rizzati dall'animale in preda all'eccitazione, e sembrano allora formare una sorta di criniera. I fianchi recano delle macchie ad anello, rosso-brune all'esterno e rosso-grigie al centro, che possono unirsi a formare lunghe fasce orientate obliquamente verso la parte posteriore del corpo; la coda è ornata superiormente da macchie oblique rosso-brune, mentre le parti inferiori e l'interno delle zampe sono maculati di nero. I gatti delle Pampas diffusi in Cile (L. c. colocolo) sono caratterizzati da un disegno assai più pallido, formato da sottili strisce o serie di macchie rosso-grigie che si estendono obliquamente attraverso i fianchi; le macchie dell'addome sono rosso-brune, e quelle della parte interna delle zampe nere. Completamente diversa dalle sottospecie precedenti è quella del Mato Grosso (L. c. braccatus): il suo mantello è infatti sottile, ispido tanto da apparire quasi simile a paglia, di color giallo-bruno su quasi tutte le parti del corpo, a eccezione della sommità del capo, della parte superiore del collo, del dorso e dei piedi, ove è nerastro. Il disegno a macchie, simile a quello della sottospecie peruviana, ha una tinta nero-bruna, e così pure la «criniera» dorsale, che può raggiungere la lunghezza di circa 7 cm; piuttosto lungo è anche il pelo che ricopre le guance e può essere ugualmente sollevato a volontà dell'animale. Gli esemplari di questa sottospecie brasiliana vengono considerati più difficilmente avvicinabili di quelli diffusi nelle zone montuose. Via via che si procede verso sud, il disegno e la colorazione dei gatti delle Pampas si fanno più pallidi e chiari: la sottospecie della Patagonia (L. c. pajeros), infatti, ha il mantello grigio-argenteo, praticamente privo di disegno nella parte superiore e ornato solo da strisce trasversali nere sull'interno delle zampe, e da macchie nerastre sull'addome. I peli sono talmente lunghi che la «criniera» dorsale finisce quasi per confondersi con il rivestimento delle altre parti[2].
Le sottospecie L. c. colocolo ricorda molto il gatto delle Ande ed è il morfo più comune nell'areale di quest'ultimo. Il gatto delle Pampas è generalmente più maculato, non ha la coda lunga e folta del gatto delle Ande e ha un naso rosa o rossastro, mentre quello del gatto delle Ande è scuro[3].
Il gatto delle Pampas è stato poco studiato; sono in corso indagini radiotelemetriche sulle Ande argentine e nelle praterie dei cerrado brasiliani, che di certo ci consentiranno una migliore comprensione dell'ecologia di questa specie, ma i dati non sono ancora disponibili. Le informazioni sull'ecologia alimentare del gatto delle Pampas provengono principalmente dall'analisi di feci e di contenuti gastrici, indicanti che si tratta di una specie generalista e opportunista che si nutre principalmente di piccoli mammiferi, in primo luogo roditori, tra cui vari Phyllotis, Apodemus, ratti, cavie, tuco-tuco, ratti cincillà e viscacce. Nelle regioni andine, la preda principale è la viscaccia, in una sovrapposizione significativa con la dieta del gatto delle Ande; tuttavia i gatti delle Pampas sono la specie più versatile, dalla dieta più variegata. In Patagonia sono prede importanti le lepri europee introdotte. Altre prede degne di nota sono tinamou, fenicotteri adulti e pulcini e uova di pinguino di Magellano, che prelevano dai nidi. Sono stati registrati anche piccoli serpenti e lucertole, nonché invertebrati. Depredano inoltre il pollame domestico. Sulla base dei dati raccolti, la ricerca del cibo sembra avvenire in gran parte al suolo, benché i gatti delle Pampas siano ottimi arrampicatori e probabilmente inseguano le prede anche sugli alberi, almeno tra i rami più bassi. I periodi di attività sembrano variare notevolmente a seconda della regione. In base ai fototrappolaggi, sono in gran parte notturni sulle Ande argentine, mentre sono quasi del tutto diurni nelle praterie dei cerrado brasiliani. Un fattore sembrerebbe essere la presenza nel cerrado di grandi felidi notturni, ma i puma sono comuni anche negli habitat andini, dove entrambe le specie sono in gran parte notturne. Come molti piccoli felidi neotropicali, probabilmente presentano modelli di attività flessibili, in grado di adattarsi a una grande varietà di fattori. I gatti delle Pampas si nutrono anche di grandi carcasse, per esempio di bestiame, vigogne e guanachi[3].
Il gatto delle Pampas è solitario e probabilmente ha un tipico sistema socio-spaziale da piccolo felide, ma i dettagli sono pochi e si attende che siano pubblicati i risultati degli studi telemetrici in corso. I dati preliminari provenienti da animali con radiocollare indicano home range di 3,1-37 km², con una media di 19 km² (praterie di cerrado, Parco Nazionale delle Ema, Brasile) e una stima singola di 20,8 km² (Ande argentine); è probabile che i range andini siano maggiori perché qui le prede hanno distribuzione irregolare e densità inferiori che nel cerrado, ma occoreranno dati provenienti da più animali. Analogamente a qualche altro piccolo felide neotropicale, i gatti delle Pampas depositano le loro feci in latrine che probabilmente hanno una funzione di demarcazione e di «segnavia». Esistono poche stime di densità rigorose; sulla base dei dati dei fototrappolaggi, sono stati stimati 74-79 individui per 100 km² sulle Ande argentine[3].
Le abitudini riproduttive sono in gran parte sconosciute in natura. In base alle informazioni raccolte in cattività, la gestazione dura 80-85 giorni e produce da uno a tre cuccioli; la dimensione media di 13 cucciolate avvenute in cattività era di 1,31 cuccioli[3].
Il gatto delle Pampas è diffuso quasi lungo l'intera catena delle Ande, dall'estremo sud della Colombia allo stretto di Magellano, in Cile, e nell'entroterra attraverso le pianure boliviane, il Brasile centrale e settentrionale, Paraguay, Uruguay e gran parte dell'Argentina (eccetto la maggior parte delle province settentrionali e centro-orientali). Il suo areale è spesso descritto come una serie di popolazioni discontinue, ma forse si tratta più di lacune di campionamento che di distribuzione: recenti indagini con fototrappole hanno infatti mostrato la specie anche in aree in cui era considerata assente. I gatti delle Pampas popolano una gamma molto variegata di habitat: generalmente associati a terreni aperti, si trovano in realtà anche in foreste e boscaglie fitte. Vivono in praterie di pampas e cerrado, in tutti i tipi di savane alberate umide e secche, in paludi, mangrovie, foreste aperte, macchia e deserti semi-aridi, nonché nelle steppe andine fino a 5000 m. Sono stati avvistati nelle Yungas, una fitta cintura di foresta montana lungo le pendici orientali delle Ande, tra gli Altipiani andini e le pianure orientali; non si trovano invece in foreste pluviali tropicali e temperate di pianura. I gatti delle Pampas tollerano alcuni habitat fortemente modificati tra cui pascoli, piantagioni esotiche e terreni agricoli, purché offrano una densa copertura vegetativa del suolo. Non tollerano invece pascoli molto degradati o monocolture estensive, che occupano la maggior parte delle odierne pampas dell'Argentina[1].
In passato il gatto delle Pampas era classificato nel genere desueto Oncifelis (insieme a kodkod e gatto di Geoffroy) o nel genere a sé stante Lynchailurus, ma recenti analisi molecolari lo collocano con certezza nel genere Leopardus. Il suo parente più prossimo dovrebbe essere il gatto delle Ande, ma i dati genetici sono scarsi e occorreranno ulteriori ricerche. Un altro parente stretto è il gatto tigre del nord, con evidenze di ibridazione storica tra maschi di gatto tigre e femmine di gatto delle Pampas nel Brasile nord-orientale e centrale (oggi non sembrano in corso ibridazioni tra le due specie, ma resta una possibilità, che potrebbe essere svelata da nuove ricerche). Morfologicamente, i gatti delle Pampas si suddividono in tre gruppi principali che talvolta sono stati classificati come specie a sé stanti - Leopardus colocolo (raggruppante le sottospecie colocolo e wolffsohni), L. braccatus (braccatus e munoai) e L. pajeros (pajeros, budini e garleppi) -[2], mentre gli attuali dati genetici indicano solo differenze moderate tra le popolazioni. Sono state descritte fino a undici sottospecie, ma molte senza prove in termini genetici. Dopo un'accurata opera di revisione sulla base di analisi genetiche, il loro numero è stato ridotto a sette[4]:
I gatti delle Pampas hanno distribuzione ampia, tollerano numerosi habitat e sono storicamente considerati comuni. Ma benché localmente abbondanti in alcuni siti, un aumento degli studi sul campo nell'ultimo decennio indica che in realtà sono scarsi in gran parte del loro areale. In pianura le principali minacce sono la perdita di habitat e la loro conversione per allevamento e agricoltura, particolarmente pervasivi in aree chiave per la specie come le praterie del cerrado brasiliano, l'Espinal argentino e le foreste del Gran Chaco. L'espansione agricola, in particolare per la coltivazione della soia, sembra la maggiore causa di declino in Argentina centrale, e oggi la specie è considerata regionalmente estinta proprio nelle pampas argentine da cui prese il nome. I gatti delle Pampas restano spesso uccisi sulle strade, sono perseguitati per depredazioni di pollame e vulnerabili ai cani dei pastori, soprattutto in habitat aperti. Nelle regioni andine, gatti delle Pampas e gatti delle Ande vengono uccisi per cerimoniali religiosi in cui si ritiene che le pelli o esemplari imbalsamati aumentino la fertilità e la produttività di animali da allevamento e colture.
Il gatto delle Pampas viene classificato come «specie prossima alla minaccia» (Near Threatened) dalla IUCN e figura nell'Appendice I della CITES[1].
Il gatto delle Pampas (Leopardus colocolo Molina, 1782), noto anche come gatto del Pantanal o colocolo, è un piccolo felino del genere Leopardus originario del Sud America.