Quelchia N.E.Br., 1901 è un genere di piante angiosperme eudicotiledoni della famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Descrizione
Le specie di questa voce sono piante perenni con portamenti arbustivi (con fusti poco ramificati) o arborei (o piccoli alberi).[3][4][5][6][7][1]
Le foglie lungo il caule sono a disposizione alternata, talvolta sono densamente agglomerate all'apice dei rami. La forma delle lamine è semplice, intera con contorno ellittico, o oblanceolato o obovato. Le stipole sono assenti.
Le infiorescenze sono composte da capolini omogami, discoidi, raccolti in dense formazioni (tipo glomeruli) terminali o subterminali. I capolini sono formati da un involucro a forma cilindrica, talvolta ristretta all'apice, composto da brattee (o squame) all'interno delle quali un ricettacolo fa da base ai fiori (pochi o molti - raramente solitari) di due tipi: tubulosi e ligulati. Le brattee disposte su 3 - 4 serie in modo embricato sono di vario tipo con forme da ovate a lanceolate. Il ricettacolo, minuto, è nudo.
I fiori sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori sono ermafroditi, actinomorfi (raramente possono essere zigomorfi) e fertili. In genere i fiori centrali sono bisessuali e tubulosi; quelli periferici sono ligulati e sterili.
- */x K ∞ {displaystyle infty } , [C (5), A (5)], G 2 (infero), achenio[8]
- Calice: i sepali del calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
- Corolla: la corolla è bilabiata, actinomorfa con 5 lobi ricurvi; i lobi sono lunghi e arrotondati; i colori sono rosso o dal bianco alla crema.
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Androceo: gli stami sono 5 con filamenti liberi, glabri o papillosi e distinti, mentre le antere sono saldate in un manicotto (o tubo) circondante lo stilo. Le antere in genere hanno una forma sagittata con base caudata e appendice acuta o ottusa, talvolta papillosa. Il polline normalmente è tricolporato a forma sferica, più o meno echinato.
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Gineceo: lo stilo, con un nodo basale glabro, è filiforme; gli stigmi dello stilo sono due divergenti, corti e incurvati. L'ovario è infero uniloculare formato da 2 carpelli. L'ovulo è unico e anatropo.
I frutti sono degli acheni con pappo. La forma dell'achenio è cilindrica con 10 coste e con superficie glabra o sparsamente setosa. Il pericarpo può essere di tipo parenchimatico, altrimenti è indurito (lignificato) radialmente. Il capopodium (il ricettacolo alla base del gineceo) ha delle forme anulari o brevemente cilindriche. I pappi, formati da molte serie di setole capillari o barbate o densamente piumose, decidue o persistenti, unite alla base, sono direttamente inseriti nel pericarpo o connati in un anello parenchimatico posto sulla parte apicale dell'achenio. L'endosperma è del tipo cellulare.
Biologia
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama tramite farfalle diurne e notturne).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi (gli acheni) cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). In questo tipo di piante avviene anche un altro tipo di dispersione: zoocoria. Infatti gli uncini delle brattee dell'involucro si agganciano ai peli degli animali di passaggio disperdendo così anche su lunghe distanze i semi della pianta.
Distribuzione e habitat
Le specie di questo genere si trovano in Guyana e Venezuela.
Sistematica
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23.000 specie distribuite su 1.535 generi[9], oppure 22.750 specie e 1.530 generi secondo altre fonti[10] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1.679 generi)[11]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][6][7]
Filogenesi
Il genere Quelchia appartiene alla tribù Stifftieae della sottofamiglia Stifftioideae. Nell'ambito della tribù questo genere appartiene al clade denominato "Gongylolepis Clade" formato dai seguenti generi: Achnopogon, Duidaea, Eurydochus, Glossarion, Gongylolepis, Neblinaea, Quelchia e Salcedoa. Il "Gongylolepis Clade" insieme al "Hyaloseris Clade" formano un "gruppo fratello" e rappresentano il "core" della tribù.[12][13]
Elenco delle specie
Questo genere comprende 4 specie:
Ibridi
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Quelchia × grandifolia Maguire, Steyerm. & Wurdack, 1957 - Distribuzione: Venezuela
Note
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^ a b c (EN) The Angiosperm Phylogeny Group, An update of the Angiosperm Phylogeny Group classification for the ordines and families of flowering plants: APG IV, in Botanical Journal of the Linnean Society, vol. 181, n. 1, 2016, pp. 1–20.
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^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 27 gennaio 2021.
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^ Pignatti 1982, vol.3 pag.1.
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^ Strasburger 2007, pag. 860.
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^ Judd 2007, pag.517.
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^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 99.
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^ a b Funk & Susanna 2009, pag. 201.
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^ Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 520, ISBN 978-88-299-1824-9.
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^ Judd 2007, pag. 520.
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^ Strasburger 2007, pag. 858.
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^ World Checklist - Royal Botanic Gardens KEW, su powo.science.kew.org. URL consultato il 18 marzo 2021.
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^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 96.
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^ Funk & Susanna 2009, pag. 196.
Bibliografia
- Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales., Berlin, Heidelberg, 2007.
- V.A. Funk, A. Susanna, T.F. Steussy & R.J. Bayer, Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.