Veronica con foglie trilobate (nome scientifico Veronica triloba Opiz, 1825) è una pianta erbacea annua appartenente alla famiglia delle Plantaginaceae.[1]
Etimologia
Il nome generico (Veronica) deriva dal personaggio biblico Santa Veronica, la donna che ha dato a Gesù un panno per asciugare il suo volto mentre è sulla via del Calvario. Alcune macchie e segni sui petali della corolla di questo fiore sembrano assomigliare a quelli del sacro fazzoletto di Veronica. Per questo nome di pianta sono indicate altre etimologie come l'arabo "viru-niku", o altre derivate dal latino come "vera-icona" (immagine vera).[2][3] L'epiteto specifico (triloba) indica che le foglie hanno tre lobi.[4]
Il nome scientifico della specie è stato definito dal botanico e guardia forestale ceco-tedesco Philipp Maximilian Opiz (Cáslav, 5 giugno 1787 – Praga, 20 maggio 1858) nella pubblicazione "Naturalientausch 108" del 1825.[5]
Descrizione
Racemi dell'infiorescenza delle veroniche: A) racemi terminali separati dalle foglie; B) racemi terminali non separati dalle foglie; C) racemi laterali
L'altezza di queste piante varia tra 5 e 30 cm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[6][7][8][9][10]
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
La parte aerea del fusto è poco alta essendo piante prostrate.
Foglie
Le foglie sono disposte in modo opposto e sono brevemente picciolate. La forma della lamina varia da rotonda a reniforme con 3 (raramente 5) profondi lobi; il lobo centrale è decisamente più largo che lungo con apice troncato-acuminato. La consistenza è carnosetta. La superficie è colorata di verde-scuro. Lunghezza del picciolo: 2 - 3,5 mm. Dimensioni della lamina: larghezza 7 – 15 mm; lunghezza 4 – 10 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono dei racemi terminali, lunghi e lassi. I racemi non sono chiaramente separati dalla parte fogliare (tipo B - vedi figura). Nell'infiorescenza sono presenti delle brattee simili alle foglie e più corte dei peduncoli. I fiori sono posizionati all'ascella di una brattea. Le brattee sono disposte in modo alterno (a volte sono opposte). I peduncoli alla fruttificazione si presentano con una linea di fitti peli. Lunghezza dei peduncoli (alla fruttificazione): 15 – 22 mm.
Fiore
I fiori sono ermafroditi e tetraciclici (composti da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo), pentameri (calice e corolla divisi in cinque parti).
- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:
- X o * K (4-5), [C (4) o (2+3), A 2+2 o 2], G (2), capsula.[7]
- Calice: il calice campanulato, gamosepalo e più o meno attinomorfo, è diviso in 4 lacinie con forme più o meno triangolari. La superficie è quasi sempre ricoperta da fitte ciglia. Dopo l'antesi le lacinie si appressano al frutto. Lunghezza delle ciglia: 0,5 - 0,8 mm.
- Corolla: la corolla è gamopetala e debolmente zigomorfa con forme tubolari (il tubo è corto) e terminante in quattro larghi lobi da ovali a orbicolari e patenti (il lobo superiore è leggermente più grande - due lobi fusi insieme, quello inferiore è più stretto). La corolla è resupinata; i lobi sono appena embricati. Il colore della corolla è blu scuro (o violaceo) a volte con il centro bianco. Larghezza della corolla (diametro): 4 – 5 mm.
- Androceo: gli stami sono due (gli altri tre sono abortiti) e sono leggermente più corti della corolla. I filamenti sono adnati alla corolla. Le antere hanno due teche più o meno separate, uguali con forme arrotondate.
- Gineceo: il gineceo è bicarpellare (sincarpico - formato dall'unione di due carpelli connati). L'ovario (biloculare) è supero con forme ovoidi e compresso lateralmente. Gli ovuli per loculo sono da numerosi a pochi (1 - 2 per loculo), hanno un solo tegumento e sono tenuinucellati (con la nocella, stadio primordiale dell'ovulo, ridotta a poche cellule).[11] Lo stilo, filiforme con stigma capitato e ottuso, è breve e sporge dalla insenatura poco profonda della corolla. Il disco nettarifero è presente nella parte inferiore della corolla (sotto l'ovario). Lunghezza dello stilo: 0,7 - 1,1 mm circa.
- Fioritura: da marzo a maggio.
Frutti
Il frutto è del tipo a capsula divisa fino a metà in due lobi e bordi appena smarginati. La forma della capsula è più o meno subsferica (non appiattito-compressa). La deiscenza è loculicida. I semi, incavati a conchiglia con superficie a coste e colorati di grigio-giallastro (chiari appena formati), non sono molti (circa 4). Dimensione dei semi: 1,9 x 2,3 mm.
Riproduzione
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria). L'elaisoma (sostanza zuccherina) biancastra all'interno dei semi attira le formiche.[9]
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale
[12] – Distribuzione alpina
[13])
.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Euri-Mediterraneo (il baricentro è a oriente).
- Distribuzione: in Italia è una specie rara e si trova soprattutto al Centro-Sud. Sulle Alpi italiane è poco presente. Fuori dall'Italia, sempre nelle Alpi, questa specie si trova in Francia (dipartimenti di Hautes-Alpes e Drôme) e in Austria (Länder dell'Austria Inferiore). Sugli altri rilievi europei collegati alle Alpi si trova nel Massiccio del Giura, Massiccio Centrale, Pirenei, Monti Balcani e Carpazi.[13] Nel resto dell'Europa questa specie si trova dalla Penisola Iberica alla penisola Balcanica.[14]
- Habitat: per questa pianta l'habitat tipico sono i pendii aridi (praterie rase, prati, pascoli aridi); è una piante infestante le colture. Il substrato preferito è calcareo e siliceo con pH neutro, alti valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.[13]
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi, in Italia, queste piante si possono trovare fino a 600 m s.l.m.; nelle Alpi frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: collinare, montano (oltre a quello planiziale).
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[13]
-
- Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
- Classe: Stellarienea mediae
Tassonomia
La famiglia di appartenenza (Plantaginaceae) è relativamente numerosa con un centinaio di generi. La classificazione tassonomica di questa specie è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Plantaginaceae; anche i livelli superiori sono cambiati (vedi il box tassonomico iniziale). Questa pianta appartiene alla sottotribù Veroniciinae (tribù Veroniceae e sottofamiglia Digitalidoideae). Il genere Veronica è molto numeroso con oltre 250 specie a distribuzione cosmopolita.
Il basionimo per questa specie è: Veronica hederifolia var. triloba Opiz, 1815
Filogenesi
La specie V. triloba tradizionalmente appartiene alla sezione Pocilla Dumort.. Questo gruppo è caratterizzato da un ciclo biologico annuo, dalle infiorescenze formate da racemi terminali con brattee ben distinte dalle foglie oppure i fiori sono isolati all'ascella di foglie normali (quindi le brattee non si distinguono dalle foglie), dal calice a 4 lobi e dai semi piani o incavati.[9]
Inoltre la specie di questa voce fa parte del Gruppo di V. hederifolia. Questo gruppo si presenta con i seguenti caratteri:[9]
- i fusti sono bassi e prostrati o ascendenti (anneriscono nel secco);
- in queste piante i peli ghiandolari sono assenti;
- le foglie hanno una lamina subrotonda con 3 - 7 crenature o lobi;
- l'infiorescenza è allungata con 10 30 fiori;
- le lacinie del calice hanno delle forme triangolari-subcuoriformi con apici acuti e bordi cigliati;
- la corolla è imbutiforme tipicamente colorata di azzurro pallido/intenso;
- la capsula è subsferica, non carenata e glabra;
- i semi sono giallastri, fortemente incavati e con elaisoma biancastra.
Questo gruppo consiste in un complesso poliploide (con specie diploidi, tetraploidi ed esaoploidi). Le due specie della flora italiana si individuano per i seguenti caratteri:
Ricerche più recenti hanno descritto V. triloba all'interno del subg. Cochlidiosperma (Rchb.) M.M.Mart.Ort. & Albach, 2004[15]
Il numero cromosomico di V. triloba è: 2n = 18.[16]
Sinonimi
L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[14]
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Veronica hederifolia subsp. triloba (Opiz) Čelak.
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Veronica hederifolia var. triloba Opiz
Altre notizie
La veronica a foglie trilobate in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Dreilappinger Efeu-Ehrenpreis
- (FR) Véronique trilobée
Note
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^ The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 30 gennaio 2019.
-
^ David Gledhill 2008, pag. 400.
-
^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 27 aprile 2017.
-
^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 30 gennaio 2019.
-
^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 30 gennaio 2019.
-
^ Kadereit 2004, pag. 398.
-
^ a b Judd et al 2007, pag. 493.
-
^ Strasburger 2007, pag. 852.
-
^ a b c d Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 566.
-
^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 922.
-
^ Musmarra 1996.
-
^ Conti et al. 2005, pag. 182.
-
^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 232.
-
^ a b EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 31 gennaio 2019.
-
^ Albach et al. 2004-2, pag. 283.
-
^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 30 gennaio 2019.
Bibliografia
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Richard Olmstead, A Synoptical Classification of the Lamiales, 2012.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004.
- Kadereit J.W, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VII. Lamiales., Berlin, Heidelberg, 2004.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 496, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- D. C. Albach, H. M. Meudt and B. Oxelman, Piecing together the “new” Plantaginaceae, in American Journal of Botany, vol. 92, n. 2, 2005, pp. 297-315 (archiviato dall'url originale il 30 novembre 2016).
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, ISBN 88-7621-458-5.
- D. C. Albach, M. M. Marti´nez-Ortega and M. W. Chase, Veronica: Parallel morphological evolution and phylogeography in the Mediterranean, in Plant Systematics and Evolution, vol. 246, 2004, pp. 177-194.
- D. C. Albach, M. M. Martinez-Ortega, Manfred A. Fischer and M. W. Chase, Evolution of Veroniceae: A phylogenetic perspective, in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 91, 2004, pp. 275-302.
- R. M. Taskova. D. C. Albach & R. J. Grayer, Phylogeny of Veronica - a Combination of Molecular and Chemical Evidence (PDF), in Plant Biol., vol. 6, 2004, pp. 673-682.