Aegilops neglecta (lat. Aegilops neglecta) — qırtıckimilər fəsiləsinin buğdayıot cinsinə aid bitki növü.
Aegilops neglecta (lat. Aegilops neglecta) — qırtıckimilər fəsiləsinin buğdayıot cinsinə aid bitki növü.
Der Vernachlässigte Walch (Aegilops neglecta), auch Übersehener Walch genannt, ist eine Pflanzenart aus der Gattung Walch (Aegilops) innerhalb der Familie der Süßgräser (Poaceae).
Der Vernachlässigte Walch wächst als einjährige krautige Pflanze und erreicht Wuchshöhen von 10 bis 45 Zentimetern.[1]
Die wechselständig am Halm angeordneten Laubblätter sind in Blattscheide und Blattspreite gegliedert. Die Blattscheide ist mehr oder weniger kahl und etwas aufgeblasen. Die einfache Blattspreite ist flach und behaart.[1]
Die Blütezeit reicht von April bis Juni. Der endständige, ährige Blütenstand ist (ohne die Grannen) 1 bis 3,5 Zentimeter lang und eiförmig. Der ährige Blütenstand ist über den zwei am Rücken gerundeten fruchtbaren Ährchen plötzlich zusammengezogen und fast linealisch in ein oder zwei sterile, etwas entfernt stehende Ährchen übergehend. Am Grunde des ährigen Blütenstandes stehen zwei oder drei verkümmerte winzige Ährchen. Die Hüllspelzen der fruchtbaren Ährchen enden in zwei oder drei etwa gleich langen Grannen, die Grannen der Deckspelzen sind deutlich kürzer.[1]
Die Chromosomenzahl beträgt 2n = 28 oder 42.[2]
Aegilops neglecta ist vom Mittelmeerraum über Westasien bis Zentralasien verbreitet. Ist gibt Fundortangaben für Marokko, Algerien, Tunesien, Portugal, Spanien, Frankreich, Italien, Slowenien, die Balkanhalbinsel, Bulgarien, Rumänien, die Krim, die Türkei, Syrien, Israel, Irak, Iran, den Kaukasusraum und Turkmenistan.[3][4] In den Vereinigten Staaten ist er ein Neophyt.[4]
Der Vernachlässigte Walch gedeiht auf Brachland, in der Garigue und in lichten Wäldern.[1]
Die Erstbeschreibung von Aegilops neglecta erfolgte 1834 durch Antonio Bertoloni in Flora Italiana, ... 1, S. 787.[5] Bertoloni hatte aber den Namen von Esprit Requien übernommen, der ihn aber nicht veröffentlicht hat. Synonyme für Aegilops neglecta Req. ex Bertol. sind: Aegilops ovata auct., Aegilops triaristata Willd., Aegilops contracta (Eig) H.Scholz, Aegilops ovata subsp. biuncialis (Vis.) Anghel & Beldie, Triticum ovatum var. triaristatum Asch. & Graebn., Triticum neglectum (Req. ex Bertol.) Greuter, Triticum ovatum (L.) Raspail.[6][4]
Der Vernachlässigte Walch (Aegilops neglecta), auch Übersehener Walch genannt, ist eine Pflanzenart aus der Gattung Walch (Aegilops) innerhalb der Familie der Süßgräser (Poaceae).
Aegilops neglecta, common name three-awn goat grass, is a species in the family Poaceae.
Aegilops neglecta es una planta herbácea de la familia de las gramíneas. Es originaria de Canarias.
A.neglecta es una planta que alcanza los 10-50 cm de altura, está presente sólo en la isla de Lanzarote, nativa posible. Se diferencia dentro del género por sus espiguillas, que no son esferoidales y porque en la parte superior de la espiga se disponen una o dos espiguillas estériles.[1]
Aegilops neglecta fue descrita por Req. ex Bertol. y publicado en Flora italiana, ossia descrizione delle piante ... 1: 787. 1834.[2]
Aegilops: nombre geneérico de una hierba en Teofrasto que proviene del griego aegilos (hierba apreciada por las cabras)(véase Bor 1968).
neglecta: epíteto latino que significa "ignorado", aludiendo quizás a que las plantas de esta especie se incluían dentro de Aegilops ovata L.
Aegilops neglecta es una planta herbácea de la familia de las gramíneas. Es originaria de Canarias.
La cerere con tre reste (nome scientifico Aegilops neglecta Req. ex Bertol., 1834 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).[1]
In nome generico (Aegilops) deriva da una parola greca (aegiles) il cui significato è: "preferito dalle capre"; ed è stato dato a causa della sua presunta somiglianza con gli aegiles, una pianta la cui identità è incerta (era inoltre un'erba amata dalle capre).[2] L'epiteto specifico (neglecta) significa "pianta da ignorare / trascurare" e spesso è un segregato da un'altra specie con cui è stata confusa.[3]
Il binomio scientifico di questa pianta è stato proposto per la prima volta dal botanico e paleontologo francese Esprit Requien (1788-1851) e dal botanico, naturalista e medico italiano Antonio Bertoloni (1775-1869) nella pubblicazione "Flora Italica: sistens plantas in Italia et in insulis circumstantibus sponte nascentes. Bononiae" (Fl. Ital. 1. 787. - 1834) del 1834.[1]
Queste piante arrivano ad una altezza di 1 - 3 dm (massimo 40 cm). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie.[4][5][6][7][8][9][10]
Le radici sono più o meno fascicolate.
La parte aerea di queste piante è fascicolata. I culmi possono essere anche molto numerosi con portamento ginocchiato-ascendente o, altre volte, prostrato-diffuso.
Le foglie lungo il culmo sono disposte in modo alterno, sono distiche e si originano dai vari nodi. Sono composte da una guaina, una ligula e una lamina. Le venature sono parallelinervie. Non sono presenti i pseudopiccioli e, nell'epidermide delle foglia, le papille.
Infiorescenza principale (sinfiorescenza o semplicemente spiga): le infiorescenze di tipo racemoso, ascellari e terminali, in genere non sono ramificate e sono formate da 3 - 4 spighette fertili con la forma di una pannocchia più o meno ovoide o lanceolata. Alla base possono essere presenti 2 spighette abortive. La fillotassi dell'inflorescenza inizialmente è a due livelli (o a due ranghi[11]), anche se le successive ramificazioni la fa apparire a spirale. Dimensione del racemo: lunghezza 3 – 6 cm.
Infiorescenza secondaria (o spighetta): le spighette, sessili quelle fertili, sottese da due brattee distiche e strettamente sovrapposte chiamate glume (inferiore e superiore), sono formate da 2 fiori. Possono essere presenti dei fiori sterili; in questo caso sono in posizione distale rispetto a quelli fertili. Alla base di ogni fiore sono presenti due brattee: la palea e il lemma. La disarticolazione avviene con la rottura della rachilla tra i fiori o sopra le glume persistenti. Lunghezza delle spighette: quelle sterili 1 – 2 mm; quelle fertili 10 – 11 mm.
I fiori fertili sono attinomorfi formati da 3 verticilli: perianzio ridotto, androceo e gineceo.
I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, con forme da ovate a oblunghe, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è lungo 1/3 della lunghezza del frutto ed è provvisto di epiblasto; ha inoltre un solo cotiledone altamente modificato (scutello senza fessura) in posizione laterale. I margini embrionali della foglia non si sovrappongono.
Come gran parte delle Poaceae, le specie di questo genere si riproducono per impollinazione anemogama. Gli stigmi più o meno piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo. La dispersione dei semi avviene inizialmente a opera del vento (dispersione anemocora) e una volta giunti a terra grazie all'azione di insetti come le formiche (mirmecoria). In particolare i frutti di queste erbe possono sopravvivere al passaggio attraverso le budella dei mammiferi e possono essere trovati a germogliare nello sterco.[12]
Dal punto di vista fitosociologico alpino la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
Per l'areale completo italiano la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[16]
Descrizione. L'alleanza Taeniathero-Aegilopion geniculatae è relativa alle comunità nitrofile a ciclo biologico annuale con substrato sia acido che basico. Queste comunità si sviluppano soprattutto nei campi abbandonati e lungo i sentieri e sono principalmente legate a climi mediterranei caratterizzati da estati secche con caratteristiche vicine alla continentalità. La comunità è costituita da specie generalmente di piccola taglia e dominate da graminacee. In Italia questa cenosi è stata rinvenuta prevalentemente al Centro: nel territorio del Parco Naturale della Maremma, nei dintorni delle sorgenti del Fiume Pescara, in Umbria e nel Lazio. Altrove (nel resto dell'Europa) le specie di questo gruppo sono presenti nella Penisola iberica e nella Francia mediterranea.[17]
Specie presenti nell'associazione: Aegilops geniculata, Dasypyrum villosum, Avena barbata, Vulpia ciliata, Trifolium scabrum, Sherardia arvensis, Trifolium stellatum, Medicago orbicularis, Reichardia picroides, Erysimum pseudorhaeticum, Aegilops triuncialis, Aegilops ventricosa, Astragalus scorpioides, Scandix australis, Taeniantherum caput-medusae.[16]
La famiglia di appartenenza di questa specie (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[8]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere Aegilops è descritto all'interno della sottofamiglia Pooideae con circa 30 specie distribuite in Europa, Medio Oriente e Nord America.[4][5]
Il genere della specie di questa voce è descritto all'interno della tribù Triticeae (supertribù Triticodae T.D. Macfarl. & L. Watson, 1982). La supertribù Triticodae comprende tre tribù: Littledaleeae, Bromeae e Triticeae. All'interno della supertribù, la tribù Triticeae forma un "gruppo fratello" con la tribù Bromeae.[18]
Il genere Aegilops si presenta con una "evoluzione reticolata"[19] per fenomeni di ibridazione, o per il trasferimento orizzontale di geni ma anche per l’endosimbiosi.
Il numero cromosomico per A. neglecta è: 2n = 28 e 42.[20]
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[21]
La cerere con tre reste (nome scientifico Aegilops neglecta Req. ex Bertol., 1834 è una specie di pianta spermatofita monocotiledone appartenente alla famiglia Poaceae (sottofamiglia Pooideae ex Graminaceae).
Aegilops neglecta é uma espécie de planta com flor pertencente à família Poaceae.
A autoridade científica da espécie é Bertol., tendo sido publicada em Flora italiana, ossia descrizione delle piante...1: 787. 1834.[1]
O seu nome comum é trigo-de-perdiz.[2]
Trata-se de uma espécie presente no território português, nomeadamente em Portugal Continental.
Em termos de naturalidade é nativa da região atrás indicada.
Não se encontra protegida por legislação portuguesa ou da Comunidade Europeia.
Aegilops neglecta é uma espécie de planta com flor pertencente à família Poaceae.
A autoridade científica da espécie é Bertol., tendo sido publicada em Flora italiana, ossia descrizione delle piante...1: 787. 1834.
O seu nome comum é trigo-de-perdiz.
Aegilops neglecta là một loài thực vật có hoa trong họ Hòa thảo. Loài này được Req. ex Bertol. mô tả khoa học đầu tiên năm 1834.[1]
Aegilops neglecta là một loài thực vật có hoa trong họ Hòa thảo. Loài này được Req. ex Bertol. mô tả khoa học đầu tiên năm 1834.