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春苦豆

Lathyrus vernus (L.) Bernh.

Lathyrus vernus ( 義大利語 )

由wikipedia IT提供

La Cicerchia primaticcia (nome scientifico Lathyrus vernus, (L.) Bernh. 1800) è un piccolo arbusto perenne ed erbaceo appartenente alla famiglia delle Fabaceae.

Sistematica

Il genere Lathyrus è abbastanza corposo: comprende da 100 a 200 specie a seconda delle varie classificazioni di cui almeno 40 vivono spontaneamente in Italia. Nelle classificazioni più vecchie la famiglia di questa specie (Fabaceae) è chiamata Leguminosae ma anche Papilionaceae. Il genere di questa specie è polimorfo. Infatti Linneo inizialmente aveva sistemato la specie di questa scheda in un genere a parte, ora divenuto una sezione del genere Lathyrus : Orobus (L.); sezione caratterizzata da piante perenni, prive di cirri ma con strutture fogliari terminanti con una breve “seta” (o resta - filamento terminale rigido).

Variabilità

La variabilità di questa specie si manifesta nella forma e nelle dimensioni delle foglie (vedere il paragrafo “Varietà alpine”). Facilmente si possono trovare individui “stenofili” (con foglie a segmenti filiformi), oppure piante con infiorescenze di dimensioni maggiori della norma. Nell'elenco che segue sono indicate alcune varietà e sottospecie (l'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie):

  • Lathyrus vernus proles gaudinii Rouy (1899) (sinonimo = L. vernus subsp gracilis)
  • Lathyrus vernus subsp. flaccidus (Ser.) Arcang. (1894) (sinonimo = L. vernus subsp. gracilis)
  • Lathyrus vernus subsp. gracilis (Gaudin) Arcang. (1882) (sinonimo = L. vernus subsp. flaccidus)
  • Lathyrus vernus subsp. vernus
  • Lathyrus vernus var. macranthus Rohlena

Ibridi

Con altre specie Lathyrus vernus forma il seguente ibrido interspecifico:

  • Lathyrus ×tournefortii (Lapeyr.) A.W. Hill (1926) – Ibrido fra: Lathyrus occidentalis e Lathyrus vernus

Sinonimi

La specie di questa scheda, in altri testi, può essere chiamata con nomi diversi. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

Specie simili

Etimologia

Si dice che il creatore della denominazione del genere sia il botanico francese Joseph Pitton de Tournefort (1656 – 1708). Sembra che pensando alle presunte proprietà afrodisiache di alcune piante del genere abbia accostato due termini: la particella intensiva la e il verbo greco thero (= io riscaldo) e abbia quindi creato il nome del genere lathyrus. In realtà tale nome era conosciuto già nei tempi antichi: Teofrasto lo aveva usato per alcune non meglio identificate leguminose. L'epiteto specifico (venus = primavera) fa riferimento alla precocità della fioritura ed è stato assegnato dal naturalista svedese Carl von Linné nel 1753 inizialmente ad un altro genere: Orobus; mentre invece l'assegnazione definitiva al genere attuale è opera del botanico tedesco Johann Jakob Bernhardi (1774-1850). Gli inglesi chiamano questa pianta con nome di Spring-vetch.

Morfologia

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Descrizione delle parti della pianta

È una pianta alta al massimo 30 -40 cm, quasi glabra. La forma biologica è del tipo geofita rizomatosa (G rhiz): quindi sono piante la cui parte sotterranea del fusto (chiamata rizoma), ad ogni nuovo anno produce nuove radici e nuovi fusti (chiamati avventizi).

Radici

Radici secondarie da rizoma.

Fusto

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Portamento. Località Passo Duran, Agordo (BL), 1598 m s.l.m., maggio 2008
  • Parte ipogea: la parte interrata è un rizoma.
  • Parte epigea: la parte aerea è eretta e semplice (le foglie e l'infiorescenza si presentano solo nella parte alta del fusto); la sezione del fusto è angolosa.

Foglie

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Le foglie

Le foglie sono paripennate (o pennato-composte in numero pari) con 4 – 8 segmenti largamente lanceolati (quasi ovali) e terminanti con una robusta punta. La lamina fogliare è penninervia. Sono presenti inoltre delle stipole semi astate; mentre la parte apicale della foglia (asse centrale o rachide) si prolunga in una breve resta. Le foglie non sono persistenti, cadono dopo la fioritura. Dimensioni delle foglie: larghezza 10 -13 mm, lunghezza 22 -35 mm; dimensioni delle stipole: larghezza 9 mm, lunghezza 18 mm.

Infiorescenza

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Infiorescenza. Località Val Piana, Limana (BL), 850 m s.l.m., maggio 2008

L'infiorescenza si compone di pochi fiori (5 – 8 fiori) ed è lungamente peduncolata. I fiori sono penduli dalla tipica forma papilionacea. La fioritura inoltre non è contemporanea ma procede dal basso verso l'alto (fioritura acropeta). Dimensione dei peduncoli fiorali: 4 -5 mm.

Fiori

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Il fiore. Località Passo Duran, Agordo (BL), 1598 m s.l.m., maggio 2008

I fiori sono ermafroditi, pentameri (calice e corolla a 5 parti) e zigomorfi.

K (5), C 5, A (5+5), G 1
  • Calice: il calice è a tubo; i denti sono di lunghezze diverse (quello inferiore è più lungo degli altri). Lunghezza del tubo calicino: 4 -5 mm.
  • Corolla: la corolla è composta da 5 petali (corolla papilionata); quello superiore (che normalmente ha funzioni vessillifere) è spatolato, allargato, eretto e ripiegato in alto; i due petali intermedi (le ali) e i due inferiori sono concresciuti a forma di carena ottusa (questa racchiude l'androceo e il gineceo). Alla fioritura è rossa o rosea-violetta, nella fase intermedia è azzurra e alla fine blu-verde. Il vessillo ha 18 -19 mm di larghezza con un'unghia (parte basale d'attacco) di 10 -12 mm; la carena è lunga 13 mm; in tutto la corolla è lunga 1,5 -2 cm.
  • Androceo: gli stami sono 10 monadelfi (riuniti tutti alla base in un unico fascetto fino ad un medesimo livello).
  • Gineceo: l'ovario è supero e uniloculare (formato da 1 carpello); lo stilo è ricurvo con stimma apicale ed è pubescente sul lato superiore.
  • Fioritura: questa specie incomincia a fiorire in aprile e termina in maggio.
  • Impollinazione: tramite insetti; è da notare che la particolare forma del calice favorisce l'accesso ad insetti del tipo calabroni.

Frutti

Il frutto è di colore bruno; la forma è lineare e piatta ed è glabro; all'interno sono contenuti diversi semi scuri. Si apre in due valve (è un frutto deiscente). Dimensioni del legume: larghezza 5 -7 mm, lunghezza 30 -35 mm.

Distribuzione e habitat

Varietà alpine[1]

In questo paragrafo vengono descritte le due sottospecie alpine vernus e gracilis (vengono evidenziati soprattutto quei dati che si discostano dalla specie base).

Lathyrus vernus subsp. vernus

Formazione : Comunità forestali;
Classe : Carpino-Fagetea sylvaticae

Lathyrus vernus subsp. garcilis

  • Nome comune: Cicerchia gracile
  • Morfologia: i lobi fogliari sono più numerosi (fino a 12) e sensibilmente più lineari; dimensione dei segmenti fogliari: larghezza 0,2 -1 cm, lunghezza 4 -12 cm.
  • Diffusione: questa varietà si trova più facilmente nelle Alpi orientali (province: UD BL TN BS BG CO SO). Il tipo corologico (area di origine) è S. Eur.-Mont., quindi zone montane dell'Europa meridionale.
  • Habitat: si possono trovare nei querceti termofili submediterranei (questa varietà non è presente nel piano vegetazionale subalpino, ma solo in quelli inferiori), ma anche nei boschi di faggio e abeti mesofili; il substrato preferito da queste piante è quello calcareo, con pH basico ma bassi livelli nutrizionali in ambiente abbastanza secco.
  • Fitosociologia - questa varietà appartiene alla seguente comunità vegetale:
Formazione : Comunità forestali;
Classe : Carpino-Fagetea
Ordine : Fagetalia sylvaticae
Alleanza : Aremonio-Fagion

Usi

Farmacia

  • Sostanze presenti: è considerata una pianta officinale; contiene alcuni glucosidi, acido tannico, oli e sostanze coloranti.
  • Proprietà curative: astringente (limita la secrezione dei liquidi) e vulneraria (guarisce le ferite).

Giardinaggio

La “Cicerchia primaticcia” è una pianta di facile coltura: resiste a temperature anche rigide e a condizioni di scarsa acqua (ha radici abbastanza profonde). La posizione migliore è quella in mezzombra con impasti nutrizionali medi di terreno.

Galleria d'immagini

Note

  1. ^ AA.VV., Flora Alpina, Bologna, Zanichelli, 2004.

Bibliografia

  • Wolfgang Lippert Dieter Podlech, Fiori, TN Tuttonatura, 1980.
  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume secondo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 631.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume primo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 688, ISBN 88-506-2449-2.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • AA.VV., Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 878.

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Lathyrus vernus: Brief Summary ( 義大利語 )

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