Il gombo (Abelmoschus esculentus (L.) Moench) è una pianta della famiglia delle Malvacee[1] originaria dell'Africa tropicale e coltivata nei paesi caldi. È conosciuta anche come ocra od okra (in altre lingue gombeau, gombault, okro), gnaouia (ڤناوية) in Tunisia e bāmiyā in Egitto ed in Etiopia. Nei paesi di lingua portoghese è nota con il nome di quiabo.
È coltivato sia in zone tropicali che in zone subtropicali, ed in particolare in Asia (specialmente centrale e occidentale) e in Asia Minore; esso fornisce frutti che sono consumati in Africa ma anche in India, mentre la sua radice ricca di mucillagini è usata come emolliente in sostituzione dell'altea.
Viene coltivato anche nei Paesi dell'Europa orientale e in Italia, ove si registra il 90% di superficie coltivata in Sicilia[2].
I fusti del gombo e di molte malvacee sono macerati e lavorati per fornire una fibra tessile nota come fibra di gombo.
Il frutto di gombo è assai usato nella cucina indiana e nella cucina cajun. È presente anche nella cucina persiana (cucina iraniana) (bāmiye), nella cucina bulgara (бамя), greca (bamies), cucina libanese (bemiye), bosniaca (bamije), in quella albanese (bamje), nella cucina brasiliana (quiabo), nella turca (bamya), nella cucina giapponese, nella cucina senegalese (kandia), nella cucina filippina, in quella rumena (bame) e del Ghana. È anche presente nella cucina caraibica come ad esempio in quella cubana (quimbombò).
Il gombo (Abelmoschus esculentus (L.) Moench) è una pianta della famiglia delle Malvacee originaria dell'Africa tropicale e coltivata nei paesi caldi. È conosciuta anche come ocra od okra (in altre lingue gombeau, gombault, okro), gnaouia (ڤناوية) in Tunisia e bāmiyā in Egitto ed in Etiopia. Nei paesi di lingua portoghese è nota con il nome di quiabo.