Gli Scoliidi (Scoliidae Latreille, 1802) sono una famiglia di imenotteri vespoidei.
Sono vespoidei di grandi dimensioni (alcune specie del genere Megascolia possono raggiungere i 5 cm di lunghezza e oltre, tanto che nel linguaggio comune sono chiamate vespe mammut o impropriamente "calabroni" giganti pur non essendo veri calabroni), con corpo peloso, e ali scure, spesso con riflessi metallici. I maschi sono più esili e longilinei delle femmine ed hanno antenne più lunghe.
La famiglia Scoliidae ha distribuzione cosmopolita.
Sono vespe solitarie, in genere univoltine (compiono cioè una sola generazione all'anno).
Sono parassitoidi idiobionti: le femmine depongono le proprie uova in una larva-ospite, che paralizzano con l'aiuto del loro pungiglione; dopo la puntura, la larva-ospite non è più in grado di progredire nello sviluppo e di muoversi.[1] Parassitano preferenzialmente le larve di coleotteri lamellicorni (Scarabaeoidea)[2], anche se è riportata qualche rara eccezione, a scapito di coleotteri curculionidi del genere Rhynchophorus[3].
La ricerca dell'ospite occupa la maggior parte del tempo delle femmine gravide, richiedendo una quantità d'energia considerevole e comportando un'esplorazione minuziosa degli strati superficiali del terreno.[4].
Pur non costruendo nidi stricto sensu, alcune femmine di Scoliidae impregnano il substrato con le loro secrezioni salivari, creando una sorta di loggia ninfale tutt'attorno alla larva parassitata.[5]. Consumati i tessuti della larva-ospite le larve si imbozzolano e trascorrono l'inverno in questo stadio. Normalmente i maschi fuoriescono dal bozzolo prima delle femmine e attendono queste ultime alla fuoriuscita dal nido per l'accoppiamento.[6]
Comprende due sottofamiglie, 11 generi e oltre 300 specie:[7][8]
Alcuni autori elevano la tribù Campsomerini al rango di sottofamiglia (Campsomerinae).
In Italia sono presenti le seguenti specie[9]:
Gli Scoliidi (Scoliidae Latreille, 1802) sono una famiglia di imenotteri vespoidei.