Il Senecione biancheggiante, nome scientifico Jacobaea incana (L.) Veldkamp, è una pianta erbacea, perenne a fiori gialli, appartenente alla famiglia delle Asteraceae.
Etimologia
Il nome generico (Jacobaea) potrebbe derivare da due fonti possibili: (1) da San Giacomo (o Jacobus); oppure (2) in riferimento all'isola di S. Jago (Capo Verde).[1] L'epiteto specifico (incana = canuto o grigiastro) fa invece riferimento alle foglie bianco-tomentose.[2]
Il binomio scientifico attualmente accettato (Jacobaea incana) è stato proposto inizialmente da Carl von Linné e perfezionato in seguito dal botanico Jan Frederik Veldkamp (1941 -) nella pubblicazione ”Compositae Newslett. 44: 7.2006” del 2006.[3]
Descrizione
(La seguente descrizione è relativa alla specie Jacobaea incana s.l.; per i dettagli delle varie sottospecie vedere più avanti.)
L'altezza di queste piante varia da 4 a 6 cm (massimo 12 cm). La forma biologica è emicriptofita scaposa (H scap), ossia sono piante perenni, con gemme svernanti al livello del suolo e protette dalla lettiera o dalla neve, dotate di un asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Queste piante possiedono al loro interno delle sostanze chimiche quali i lattoni sesquiterpenici e alcaloidi pirrolizidinici[4] Tutta la pianta è inoltre bianco-tomentosa a indumento sottile.
Radici
Le radici sono secondarie da rizoma.
Fusto
- Parte ipogea: la parte sotterranea consiste in un breve rizoma legnoso.
- Parte epigea: la parte aerea del fusto è ascendente; la superficie si presenta da grigiastro-pelosa a quasi glabra. I fusti sono ramosi in alto.
Foglie
Le foglie sono pennato-lobate più lunghe che larghe con nervature pure pennate. La superficie delle foglie è bianco-tomentosa. Quella basali sono spatolate e variamente incise. Quelle cauline sono più strette: lineari-spatolate con 2 – 3 denti acuti per lato. Dimensione delle foglie basali: larghezza 1 cm; lunghezza 4 cm.
Infiorescenza
L'infiorescenza è formata da diversi capolini in formazione di densi corimbi che normalmente sovrastano l'apparato fogliare. La struttura dei capolini è quella tipica delle Asteraceae : un peduncolo sorregge un involucro campanulato composto da più squame pelose disposte su un unico rango e tutte uguali fra loro, che fanno da protezione al ricettacolo più o meno piano e nudo (senza pagliette)[5] sul quale s'inseriscono due tipi di fiori: quelli esterni ligulati gialli (da 15 a 20) e quelli interni tubulosi di colore giallo aranciato. Diametro dei capolini: 10 – 15 mm.
Fiore
I fiori sono zigomorfi e tetra-ciclici (formati cioè da 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (calice e corolla formati da 5 elementi). Sono inoltre ermafroditi, più precisamente i fiori del raggio (quelli ligulati) sono femminili; mentre quelli del disco centrale (tubulosi) sono bisessuali.
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* K 0, C (5), A (5), G 2 (infero)[6]
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Calice: i sepali sono ridotti ad una coroncina di squame.
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Corolla: la parte inferiore dei petali è saldata insieme e forma un tubo; in particolare quelli del disco centrale (tubulosi) hanno delle fauci dilatate a cinque lobi, mentre nei fiori periferici (ligulati) il tubo termina con un prolungamento nastriforme terminante più o meno con cinque dentelli. Dimensione delle ligule: larghezza 3 – 5 mm; lunghezza 5 – 9 mm. Dimensione dei fiori tubulosi: larghezza 3 mm: lunghezza 9 mm.
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Androceo: gli stami sono 5 con dei filamenti liberi; le antere invece sono saldate fra di loro e formano un manicotto che circonda lo stilo.
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Gineceo: lo stilo è unico con uno stimma profondamente bifido. Le branche stilari sono sub-cilindriche, troncate e con un ciuffo di peli alla sommità.[5] Le ramificazione (dello stilo) consistono in linee stigmatiche marginali (i recettori del polline).[4] L'ovario è infero e uniloculare formato da due carpelli concrescenti e contenente un solo ovulo.
- Fioritura: da giugno a luglio.
Frutti
I frutti sono degli acheni cilindrici. Sono inoltre provvisti di un pappo biancastro.
Biologia
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico – Alpico.
- Distribuzione: è una pianta rara e si trova sia nelle Alpi che in una stazione nell'Appennino settentrionale (è presente anche nei Carpazi).
- Habitat: l'habitat tipico di queste piante sono i pascoli alpini, i pendii ventosi e rupi su silice o substrati acidi.
- Distribuzione altitudinale: sui rilievi queste piante si possono trovare da 1800 fino a 2600 m s.l.m. (sul Furggen sono stati trovati degli esemplari vicini alla vetta - 3492 m s.l.m.[7]); frequentano quindi i seguenti piani vegetazionali: subalpino e alpino e in parte nivale.
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[8]):
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Formazione: delle comunità delle praterie rase dei piani subalpino e alpino con dominanza di emicriptofite
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Classe: Juncetea trifidi
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Ordine: Caricetalia curvulae
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Alleanza: Caricion curvulae
Sistematica
Cladogramma della sezione Jacobaea
La famiglia di appartenenza della Jacobaea incana (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[9] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[10]). Il genere Jacobaea Mill. contiene poche specie (non più di una trentina) distribuite in tutto il mondo ma con habitat in preferenza situati in zone temperate.
Il genere Jacobaea è di recente costituzione (2006)[11]. In realtà questo gruppo di piante era già stato individuato nel 1754 dal botanico scozzese Philip Miller (1691 – 1771), ma in seguito le sue specie confluirono nel più grande genere Senecio (formando una sezione autonoma: Jacobaea). Recenti studi filogenetici (sui plastidi e sul DNA nucleare[11]) hanno dimostrato tuttavia che questa sezione forma un clade ben supportato legato solo lontanamente alle altre specie del genere Senecio, giustificando così pienamente la “riabilitazione” del “vecchio” genere Jacobaea. Per merito del lavoro citato sono state individuate 27 specie da assegnare al nuovo genere. Le ricerche sono ancora in atto, è quindi possibile che altre specie del genere Senecio si trovino in una posizione migliore nel nuovo genere Jacobaea. Inoltre la recente formazione di questo genere non ha permesso alle varie checklist botaniche di essere prontamente aggiornate, creando così una certa confusione nella tassonomia di questo gruppo.
La specie di questa voce (J. incana) secondo alcuni studi fatti all'inizio di questo nuovo millennio[12] venne assegnata alla sopracitata sezione Jacobaea (Mill.) Dumort. (e quindi al genere Jacobaea), caratterizzata da foglie divise (e non), squame dell'involucro erette dopo la caduta degli acheni e piante generalmente perenni.[5] In particolare le analisi di tipo filogenetico mostrano che il sotto-clade formato dalle specie J. incana insieme ad altre specie come J. adonidifolia, J. abrotanifolia e J. minuta è il più basale nel gruppo Jacobaea[13] (vedi il cladogramma parziale tratto dallo studio citato quando ancora Jacobaea era una sezione del genere Senecio).
Inoltre, facendo riferimento alle specie spontanee italiane, Sandro Pignatti[7] osserva una stretta affinità di questa specie con altre due: Jacobaea uniflora e Jacabaea persoonii (Senecio halleri Dandy e Senecio personii De Not. nella ”Flora d'Italia”). Ipotizza inoltre che queste tre specie potrebbero derivare, alla fine del Terziario, per adattamento all'habitat alpino, dal gruppo Gruppo di Jacobaea maritima (Gruppo di Senecio cineraria nella ”Flora d'Italia”) tipicamente mediterraneo. (Vedi anche il paragrafo “Specie simili”)
Il numero cromosomico di J. incana è: 2n = 40.[14]
Variabilità
In Italia sono individuate tre varietà:[7][8][15][16]
Sottospecie carniolica
Distribuzione della sottospecie
carniolica(Distribuzione regionale
[15] – Distribuzione alpina
[8])
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Nome scientifico: Jacobaea incana subsp. carniolica (Willd.) B. Nord. & Greuter .
-
Basionimo: Senecio carniolicus Willd. (1803)
- Nomi comuni:
- Senecio della Carnia
- (DE) Krainer Greiskraut
- (FR) Séneçon de Carniole
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Habitus: la pelosità della pianta è ridotta.
- Altezza della pianta: 4 – 12 cm.
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Foglie: le foglie sono divise con segmenti allargati a loro volta dentati o lobati; lo spazio tra segmento e segmento è minimo (a volte si ricoprono a vicenda); la lamina si restringe in modo progressivo fino al picciolo.
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Involucro: le squame esterne spesso sono mancanti.
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Frutti: gli acheni sono glabri.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico – Alpico/Carpatico.
- Distribuzione: Alpi centro – orientali; oltreconfine (sempre nelle Alpi) è presente in Svizzera (cantone dei Grigioni), Austria (Länder del Vorarlberg, Tirolo Settentrionale, Tirolo Orientale, Salisburgo, Carinzia e Stiria) e Slovenia. Sugli altri rilievi europei si trova nei monti Carpazi.[8]
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Habitat: rupi, ripari sotto roccia, ghiaioni, pietraie, zone ruderali e popolamenti a lavanda. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico-neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Sottospecie incana
Distribuzione della sottospecie
incana(Distribuzione regionale
[15] – Distribuzione alpina
[8])
- Nome scientifico: Jacobaea incana subsp. incana.
- Nomi comuni:
- Senecio biancheggiante
- (DE) Graues Greiskraut
- (FR) Séneçon blanchâtre
- (EN) Hoary Groundsel
- Altezza della pianta: 4 – 8 cm.
- Foglie: le foglie sono divise in segmenti sottili e ben spaziati.
- Frutti: gli acheni sono pelosi nella parte alta.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Ovest–Alpico / Appenninico.
- Distribuzione: Alpi occidentali e Appennino; oltreconfine (sempre nelle Alpi) è presente in Francia (dipartimenti di Alpes-de-Haute-Provence, Hautes-Alpes, Alpes-Maritimes, Isère, Savoia e Alta Savoia) e in Svizzera (cantoni Berna, Vallese e Ticino).[8]
- Habitat: rupi, ripari sotto roccia, ghiaioni, pietraie, zone ruderali, prati, praterie rase, pascoli magri e popolamenti a lavanda. Il substrato preferito è siliceo con pH acido, bassi valori nutrizionali del terreno che deve essere secco.
Le popolazioni, di questa sottospecie, delle Alpi marittime hanno alcune caratteristiche particolari come la parte apicale delle squame dell'involucro macchiate di scuro, lo stilo corto e l'appendice basale delle antere ben sviluppata.
Sottospecie insubrica
Distribuzione della sottospecie
insubrica(Distribuzione regionale
[15] – Distribuzione alpina
[8])
- Nome scientifico: Jacobaea incana subsp. insubrica (Chenevard) B. Nord. & Greuter .
- Basionimo: Senecio carniolicus var. insubricus Chenevard
- Nomi comuni:
- Senecio insubrico
- (DE) Insubrisches Greiskraut
- (FR) Séneçon d'Insubrie
- Habitus: tutta la pianta è bianco-tomentosa.
- Altezza della pianta: 4 – 10 cm.
- Foglie: le foglie sono divise con segmenti allargati a loro volta dentati o lobati; lo spazio tra segmento e segmento è minimo (a volte si ricoprono a vicenda); la lamina della foglia si restringe bruscamente verso il picciolo.
- Involucro: in questa specie sono presenti delle squame esterne.
- Frutti: gli acheni sono completamente pelosi.
- Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Endemico – Alpico.
- Distribuzione: soprattutto nelle Alpi Retiche e cantone Grigioni (Svizzera).
- Habitat: ghiaioni, pietraie, zone ruderali, praterie rase subalpine-alpine. Il substrato preferito è calcareo ma anche siliceo con pH basico-neutro, medi valori nutrizionali del terreno che deve essere umido.
Ibridi
Con la specie Jacobaea uniflora la pianta di questa voce forma il seguente ibrido interspecifico:
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Senecio × laggeri Schultz-Bip. ex Focke (1881)
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:
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Jacobaea carniolica (Willd.) Schrank (1813): sinonimo della subsp. carnolica
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Jacobaea carniolica subsp. insubrica (Chenevard) Pelser (2006): sinonimo della subsp. insubrica
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Senecio corymbosus Dalla-Torre (1882), non Wallich
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Senecio carniolicus Willd. (1803): sinonimo della subsp. carnolica
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Senecio carniolicus var. insubricus Chenevard: sinonimo della subsp. insubrica
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Senecio incanus subsp. carniolicus (Willd.) Br.-Bl. (1913): sinonimo della subsp. carnolica
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Senecio incanus subsp. incanus: sinonimo della subsp. incana
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Senecio incanus subsp. insubricus (Chenevard) Br.-Bl. (1913): sinonimo della subsp. insubrica
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Senecio incanus L. (1753) var. parviflorus (All.) Rouy (1903)
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Senecio leucophyllus DC. (1813) subsp. incanus (L.) Bonnier & Layens (1894)
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Senecio parviflorus All. (1785)
Specie simili
I “senecioni” (almeno quelli della flora spontanea italiana) non sono molto dissimili uno dall'altro. Il Senecione biancheggiante si distingue in quanto il colore delle foglie è molto caratteristico: bianco-grigiastro. Ma anche altri “senecioni” hanno le foglie di questo tipo; qui ne descriviamo alcuni che vivono nelle Alpi:
Note
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^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 19 luglio 2011.
-
^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 1º luglio 2011.
-
^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 25 luglio 2011.
-
^ a b Judd 2007, pag. 523.
-
^ a b c Motta 1960, Vol. 3 – pag 694.
-
^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 22 aprile 2009 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
-
^ a b c Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 127.
-
^ a b c d e f g Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 534.
-
^ Judd 2007, pag. 520.
-
^ Strasburger 2007, pag. 858.
-
^ a b Pelser et al. 2006, pag. 1-2.
-
^ Pelser et al. 2002, pag. 933.
-
^ Pelser et al. 2002, pag. 931.
-
^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 2 luglio 2011.
-
^ a b c d Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 164.
-
^ EURO MED – PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 25 luglio 2011.
Bibliografia
- Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. 171-189. URL consultato il 2 luglio 2011 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, p. 937.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 127, ISBN 88-506-2449-2.
- D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 534.
- 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 164, ISBN 88-7621-458-5.
- Pieter B. Pelser, Barbara Gravendeel & Ruud van der Meijden, Tackling speciose genera: species composition and phylogenetic position of Senecio sect. Jacobaeae (Asteraceae) based on plastid and NRDNA sequences (PDF), in American Journal of Botany 89(6): 929–939. 2002..
- Pieter B. Pelser, J.F.Veldkamp & Ruud van der Meijden, New combinations in Jacobaea Mill. (Asteraceae - Senecioneae) (PDF) , in Compositae Newsletter – Number 44 – 2006.