dcsimg

Colchicum lusitanum ( anglais )

fourni par wikipedia EN

Colchicum lusitanum is a species of flowering plant in the family Colchicaceae, native to southwest Europe and northwestern Africa.[1]

Distribution

C. lusitanum is native to the Iberian Peninsula, Balearic Islands, Morocco, Tunisia, Algeria, Sardinia, and northern and central Italy.[2]

References

  1. ^ "Colchicum lusitanum Baker". Plants of the World Online. Royal Botanic Gardens, Kew. Retrieved 20 August 2022.
  2. ^ Grey-Wilson, Christopher; Leeds, Rod; Rolfe, Robert (2020). Colchicum - The Complete Guide. Glasgow: Royal Horticultural Society. p. 150. ISBN 9781911666080.
licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Wikipedia authors and editors
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia EN

Colchicum lusitanum: Brief Summary ( anglais )

fourni par wikipedia EN

Colchicum lusitanum is a species of flowering plant in the family Colchicaceae, native to southwest Europe and northwestern Africa.

licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Wikipedia authors and editors
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia EN

Colchicum lusitanum ( italien )

fourni par wikipedia IT

Il colchico portoghese (Colchicum lusitanum Brot) è una pianta geofita bulbosa appartenente alla famiglia delle Colchicaceae.[1]

Etimologia

Il nome generico deriva dal greco "Kolchis" = Colchide antica regione sul Mar Nero situata pressappoco in corrispondenza dell’attuale Georgia, in cui secondo Dioscoride cresceva questa bulbosa e abitava la maga Medea, esperta in pozioni velenose[2]. L'epiteto specifico (lusitanum) deriva dal termine Lusitania, altro nome con cui viene indicato il Portogallo[3] . Il nome botanico venne attribuito da Félix de Avelar Brotero[4] (Loures, 25 novembre 1744 - Lisbona, 4 agosto 1828), botanico portoghese autore di libri sulla flora lusitana.

Descrizione

Colchicum autumnale è una pianta bulbosa e glabra la cui altezza varia da 10 a 20 cm (minimo 5 cm). La forma biologica è geofita bulbosa (G bulb), ossia è una pianta perenne erbacea che porta le gemme in posizione sotterranea. Durante la stagione avversa non presenta organi aerei e le gemme si trovano in organi sotterranei come i bulbi, organi di riserva che annualmente producono nuovi fusti, foglie e fiori.

Radici

Le radici sono fibrose (di tipo fascicolato) ed escono lateralmente da un bulbo-tubero oblungo piriforme o ellissoide posto molto profondamente nel terreno (10 – 15 cm). In realtà è più precisamente un tubero che ha una consistenza solida avvolto in tuniche coriacee di colore marrone violetto (i resti dei tuberi degli anni precedenti). Questo tubero in tarda estate (o inizio dell'autunno) forma il germoglio fiorale dal quale poi si formerà il fiore vero e proprio, lasciando alla primavera successiva il compito di emettere le foglie con il frutto; nello stesso tempo si formerà un nuovo tubero da un internodo basale. Dimensione del tubero: diametro 3 cm; altezza 4 – 7 cm.

Fusto

Il fusto praticamente è assente: le foglie e i fiori crescono direttamente dal tubero radicale (il tubero può essere considerata la parte ipogea del fusto).

Foglie

 src=
Le foglie primaverili

Le foglie sono radicali, abbraccianti ed erette. L'inserimento della foglia nel tubero è spiralato ed embricato. La forma è oblungo-ellittica a portamento ondulato. Il colore è verde intenso su entrambe le facce e la consistenza è piuttosto carnosa. La foglia più esterna è larga 2 – 4,5 cm e lunga da 13 a 29 cm. La foglia del C. lusitanum si differenzia da quella del C. autumnale per essere mediamente più stretta[3].

Infiorescenza

L'infiorescenza è formata da un tubo corollino di 5–20 cm, priva di foglie e di colore bianco. Alla base del fiore è presente una spata ialina con margine membranoso stretto[3].

Fiore

 src=
I fiori
Località: Colorno (PR), 26 m s.l.m. - 12/09/2016

I fiori sono ermafroditi, attinomorfi, penta-ciclici (ossia sono formati da cinque verticilli sovrapposti: perigonio con due verticilli di 3 tepali ciascuno, androceo con due verticilli di stami ciascuno e nella zona più centrale l'ultimo verticillo, il gineceo), trimeri (ogni verticillo è composto da tre elementi). Ogni bulbo può produrre da 1 a 6 fiori[3] in assenza di foglie, che saranno emesse la primavera successiva.

* P 3+3, A 3+3, G (3) supero[5]
  • Perigonio: il perigonio è formato da sei tepali uguali (o scarsamente differenziati) di 8–16 mm di larghezza e 43–73 mm di lunghezza. Il colore è rosato con una caratteristica screziatura a scacchi con nervatura centrale bianca del tepalo che distingue il C. lusitanum dal C. autumnale.
  • Androceo: gli stami sono sei (3 + 3) inseriti internamente al perigonio. Tre sono più grandi, ma con filamenti più gracili. Le antere sono gialle medifisse ed estrorse. Lunghezza dei filamenti staminali: quelli più lunghi 15 mm; quelli più corti 10 mm. Le antere sono lunghe 7–8 mm di colore giallo[3].
 src=
Il frutto
  • Gineceo: l'ovario supero, formato da tre carpelli, è a tre logge con numerosi semi. Gli stili sono tre, liberi ed eretti dalla base in su ed emergono dagli stami. Gli stimmi sono rosati, allungati, clavati e ricurvi ad uncino; la consistenza è papillosa. Lunghezza degli stili 20 – 25 mm. Dimensione dello stimma 3-4,5 mm, più o meno ricurvo ad uncino[3].
  • Fioritura: il periodo di fioritura è agosto – ottobre[3]; mentre le foglie vengono emesse in primavera (insieme alla fruttificazione).
  • Impollinazione: l'impollinazione è entomofila tramite api e mosche. Il nettare si trova alla base dei tepali, in corrispondenza dell'inserimento degli stami.

Frutti

La fruttificazione avviene in maggio – giugno, ma è relativa alla fioritura dell'anno precedente. È una capsula setticida, ovato-oblunga e acuta all'apice che esce dalla terra insieme alle nuove foglie. I semi sono globosi e nerastri del diametro di 2–4 mm[3]. La disseminazione di questi semi è favorita da alcune sostanze appiccicose presenti al loro esterno: in questo modo i semi aderiscono alle zampe degli animali di passaggio. Dimensione della capsula: larghezza 15–30 mm; lunghezza 25 – 55 mm[3].

Distribuzione e habitat

  • Geoelemento: il tipo corologico (area di origine) è Mediterraneo occidentale[3].
  • Diffusione: sul suolo italiano questa pianta è presente in tutta Italia ad esclusione di Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Basilicata e Sicilia, la sua presenza è dubbia in Piemonte. Fuori dall'Italia il ”Colchico lusitano” è diffuso in Spagna, Portogallo, isole Baleari, Marocco, Algeria, Tunisia[6].
  • Habitat: i terreni preferiti da queste piante sono i pascoli aridi e i prati falciati[3].
  • Diffusione altitudinale: dal piano fino ai 1400m s.l.m.[3].

Tassonomia

La famiglia delle Colchicaceae comprende circa 300 specie [7]. Al genere Colchicum appartengono circa 150 specie[8], di cui sei presenti spontaneamente sul territorio italiano.

Sinonimi

Colchicum lusitanum ha avuto diverse nomenclature. L'elenco che segue indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Colchicum levieri Janka[3]
  • Colchicum actupii Fridl.
  • Colchicum algeriense Batt.
  • Colchicum autumnale subsp. algeriense Batt.
  • Colchicum autumnale var. algeriense (Batt.) Batt. & Trab.
  • Colchicum autumnale var. castrovillarense N.Terracc.
  • Colchicum autumnale var. fritillatum Samp.
  • Colchicum autumnale var. gibraltaricum Kelaart
  • Colchicum bivonae var. lusitanum (Brot.) Nyman
  • Colchicum byzantinum Ten.
  • Colchicum fharii Fridl.
  • Colchicum levieri Janka
  • Colchicum texedense Pau[6]

Usi

Farmacia

  • Sostanze presenti: come tutti i Colchicum sono piante velenose in quanto contengono la colchicina[3], un alcaloide altamente tossico (tra i vari effetti impedisce la formazione del fuso mitotico nelle cellule e quindi favorisce la poliploidia) contenuto soprattutto nei semi della pianta, ma anche nel bulbo[9]. Se ingerito causa bruciore alla bocca, nausee, coliche, diarrea sanguinolenta, delirio e morte[10]. A volte la sola manipolazioni del fiore può causare danni alla pelle[11]. Questa sostanza viene definita anche "arsenico vegetale"[12].
  • Proprietà curative: queste piante sono usate sia dalla medicina popolare che da quella moderna per le loro proprietà antitumorali[12], analgesiche (attenua il dolore), antipiretiche (abbassa la temperatura corporea), antigottose[3], emetiche (utile in caso di avvelenamento in quanto provoca il vomito) e altro ancora[10]. In passato si riteneva che il succo del bulbo del fiore, mescolato al salnitro, fosse utile per curare l'artrite e la gotta. La pianta veniva inoltre utilizzata nelle pratiche alchemiche, in quanto si riteneva che potesse aiutare a raggiungere l'etere.
  • Parti usate: i semi e i tuberi con i quali si possono fare degli estratti fluidi o delle tinture.

Note

  1. ^ (EN) Colchicum lusitanum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  2. ^ Portale della flora del basso corso del Lamone, su dryades.units.it.
  3. ^ a b c d e f g h i j k l m n o sito Actaplantarum - nomenclatura e caratteristiche C. lusitanum, su actaplantarum.org.
  4. ^ João Paulo Cabral, Gonçalo Sampaio. Vida e obra – pensamento e acção, Póvoa de Lanhoso, Câmara Municipal da Póvoa de Lanhos, 2009, p. 137.
  5. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 27 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 22 aprile 2009).
  6. ^ a b eMonocot - An online resource for monocot plants, su e-monocot.org. URL consultato il 27 settembre 2016 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2016).
  7. ^ (EN) Colchicaceae, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  8. ^ (EN) Colchicum, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 28 novembre 2021.
  9. ^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 806, ISBN 88-7287-344-4.
  10. ^ a b Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 675.
  11. ^ Plants For A Future, su pfaf.org.
  12. ^ a b "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.65

Bibliografia

  • Felix Brotero De Avellar, Phytografia Lusitaniae selectior …, LIsbona, Typographia Regia, 1816 - 1827.
  • Maire R., Flore de l'Afrique du Nord, vol. 5, Parigi, Paul Lechevalier, 1958, p. 1-307.
  • Brickell C.D., Flora Europaea, vol. 5, 1980, p. 21-25.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia, vol. 3, Bologna, Edagricole, 1982, p. 351.
  • AA.VV., Flora Alpina, vol. 2, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 1032.
  • AA.VV., An Annotated Checklist of the Italian Vascular Flora, Palombi, 2005, p. 79.
  • Persson K., Nomenclatural synopsis of the genus Colchicum (Colchicaceae), with some new species and combinations, 2007, p. 165-242.

 title=
licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Autori e redattori di Wikipedia
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia IT

Colchicum lusitanum: Brief Summary ( italien )

fourni par wikipedia IT

Il colchico portoghese (Colchicum lusitanum Brot) è una pianta geofita bulbosa appartenente alla famiglia delle Colchicaceae.

licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Autori e redattori di Wikipedia
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia IT

Colchicum lusitanum ( portugais )

fourni par wikipedia PT

Colchicum lusitanum é uma espécie de planta com flor geófita[1][2], pertencente à família Liliaceae.

Nomes comuns

Os seus nomes comuns são açafrão-bastardo, cebola-venenosa, cólquico[3], dama-nua, dedo-de-mercúrio, lírio-verde, mata-cão, morte-de-cães ou narciso-do-outono[4][5][6]

Morfologia

Trata-se de uma planta bolbosa geófita, ou seja, é uma planta herbácea perene que deposita as gemas subterraneamente.[7] Durante a estações menos propícias, não exibe órgãos aéreos à superfície do solo e as gemas encontram-se dentro de órgãos subterrâneos, como os bolbos, que são órgãos de reserva que produzem anualmente novos caules, folhas e flores.[6]

Raízes

As raízes são fibras fascioladas e brotam lateralmente de um bolbo-túbero, oblongo ou piriforme ou elipsóide, depositado muito profundamente no solo (10 a 15 centímetros).[7] Em rigor, trata-se mais precisamente dum túbero, que tem uma consistência sólida e está envolto em membranas coriáceas de cor castanha- arroxeada.[6] Este túbero, no final do Verão (ou no início do Outono), forma o rebento floral do qual, depois, se formará a flor propriamente dita, relegando a tarefa de brotar as folhas e os frutos, para a Primavera; concomitantemente, formar-se-á um novo túbero a partir do internódulo basal.[7]

As dimensões do bolbo são: 3 centímetros de diâmetro e 4 a 7 centímetros de altura.[8]

Caule

O caule está praticamente ausente: as folhas e as flores crescem directamente do túbero radical (o túbero pode ser considerado o hipogeu do caule).[6]

Folhas

 src=
Folhas primaveris

As folhas são radicais (partem da raiz), envolventes e erectas.[8] O encaixe da folha no túbero é espiralado e imbrincado. A forma é oblongo-eliptíca. A coloração é verde intenso em ambas as faces da folha e a consistência é particularmente carnosa.[6]

A folha mais externa tem 2 a 4,5 centímetros de largura e 13 a 29 centímetros de comprimento..[6] A folha do açafrão-bastardo diferencia-se da do açafrão-do-prado por ser mais estreita[9]

Inflorescências

As inflorescências são compostas por um tubo corolino de 5 a 20 centímetros, desprovido de folhas e de cor branca.[8]. Na base da flor encontra-se uma espata esbranquiçada, quase sem cor, com margens membranosas e estreitas[9]

Flores

 src=
As flores da cebola-venenosa

As flores são hermafroditas, actinomorfas, e têm verticilos compostos por três elementos (trimeras).[8] Cada bolbo pode produzir entre 1 a 6 flores [9], na ausência de folhas, que hão-de cair na próxima Primavera.[6] A floração ocorre entre Setembro e Novembro.[2]

As pétalas da dama-nua distinguem-se das da noselha (merendera filifolia) por terem um padrão axadrezado, ao passo que as da noselha são de coloração mais uniforme.[1]

Frutos

A frutificação sobrevém entre Maio e Junho, mas é relativa consoante a altura do florescimento do ano anterior..[6] Consiste numa cápsula septicida, ovato-oblonga de ângulo agudo no coruto, que desponta da terra juntamente com as novas folhas.[8] As sementes são globosas e escuras, com um diâmetro de 2 a 4 milímetros[9] A disseminação destas sementes é proporcionada por certas substâncias peganhentas, presentes na face externa do fruto. Dessarte, as sementes aderem às patas de animais transeuntes, que as disseminam por onde passarem.[6]

Dimensões da cápsula: 15 a 30 milímetros de largura; 25 a 55 milímetros de comprimento.[9]

Taxonomia

A autoridade científica da espécie é Brot., tendo sido publicada em Phytographia Lusitaniae Selectior 2: 211. 1827.[10]

A família das Colchicaceae compreende cerca de 250 espécies.[11] O género Colchicum circunscreve-se a pouco mais duma centena de espécies.[12]

Sinonímia

A espécie desta planta já teve diversas nomenclaturas. Elencam-se alguns dos sinónimos mais frequentes:

  • Colchicum levieri Janka[9]
  • Colchicum actupii Fridl.
  • Colchicum algeriense Batt.
  • Colchicum autumnale subsp. algeriense Batt.
  • Colchicum autumnale var. algeriense (Batt.) Batt. & Trab.[4]
  • Colchicum autumnale var. castrovillarense N.Terracc.
  • Colchicum autumnale var. fritillatum Samp.
  • Colchicum autumnale var. gibraltaricum Kelaart
  • Colchicum bivonae auct. hisp. non Guss.[4]
  • Colchicum bivonae var. lusitanum (Brot.) Nyman
  • Colchicum byzantinum Ten.
  • Colchicum fharii Fridl.
  • Colchicum levieri Janka
  • Colchicum texedense Pau[13]

Etimologia

O nome do género deriva do grego "Kolchis" = Cólquida antiga região a Sul do Mar Negro, situada sensivelmente naquilo que hoje corresponde à actual Georgia, onde, segundo Dioscórides, crescia este bolbo e habitaria a maga venéfica Medeia, das lendas de Jasão.[14]

O epíteto específico (lusitanum) deriva da termo Lusitânia, que alude a Portugal[9] .

O nome botânico foi atribuído por Félix de Avelar Brotero[15] (Loures, 25 de Novembro de 1744 - Lisboa, 4 Agosto 1828), botânico português.

Distribuição

Esta planta é natural do Mediterrâneo.[9] Encontra-se dispersa por Portugal, Espanha, Ilhas Baleares, Marrocos, Tunísia e Itália[13]

Portugal

Trata-se de uma espécie presente no território português, nomeadamente em Portugal Continental. Mais concretamente, nas zonas do Centro-Oeste calcário; do Centro-Oeste olissiponense; do Sudeste Setentrional e do Barlavento Algarvio.[2]

Em termos de naturalidade é nativa da região atrás referidas.

Ecologia

A planta prefere os terrenos secos, de substracto básico e tendencialmente pedrosos.[1] Medra em ambientes nemorosos, entre balças, matorrais, charnecas e veigas.[4]

Protecção

Não se encontra protegida por legislação portuguesa ou da Comunidade Europeia.

Propriedades farmacológicas

  • Substâncias nocivas: tal como todas as outras colquíceas, os narcisos-do-outono são plantas venenosas, porquanto contêm colchicina.[9], um alcalóide altamente tóxco (que, dentre os seus vários efeitos, impede a formação do fuso mitótico nas células, favorecendo, portanto, a poliploidia) presente fundamentalmente nas sementes, embora também se encontre no bolbo[16]. Se ingerido, causa ardor na boca, náuseas, cólicas, diarreia sanguinolenta, delírios e morte[17]. Por vezes, a mera manipulação das flores pode causar danos na pele[18] Esta substância é ainda denominada de "arsénico vegetal"[19];
  • Propriedades curativas: estas plantas eram usadas na medicina popular.[19], aproveitando-se das suas faculdades como analgésicos, antipiréticos (baixar a temperatura corporal)[9] e eméticos[17] A planta chegou a ser usada em práticas alquímicas, porquanto se acreditava que a partir dela se poderia obter o éter alquímico[8];
  • Partes da planta usadas: com os fluídos extraídos das sementes e dos bolbos faziam-se tinturas[8];

Referências

  1. a b c «Flora-On | Flora de Portugal». flora-on.pt. Consultado em 20 de março de 2021
  2. a b c «Colchicum lusitanum». Universidade de Trás-os-Montes e Alto Douro. Consultado em 17 de março de 2020
  3. Infopédia. «cólquico | Definição ou significado de cólquico no Dicionário Infopédia da Língua Portuguesa». Infopédia - Dicionários Porto Editora. Consultado em 17 de fevereiro de 2021
  4. a b c d «Colchicum lusitanum». Universidade de Trás-os-Montes e Alto Douro. Consultado em 17 de março de 2020
  5. «Página de Espécie • Naturdata - Biodiversidade em Portugal». Naturdata - Biodiversidade em Portugal. Consultado em 20 de março de 2021
  6. a b c d e f g h i Castroviejo, S. (1986–2012). «Colchicum lusitanum» (PDF). Real Jardín Botánico, CSIC, Madrid. p. 90. Consultado em 17 de março de 2020
  7. a b c Pignatti, Sandro (1982). Flora d'Italia, vol. 3. Bologna: Edagricole. 351 páginas. ISBN 8850652429
  8. a b c d e f g Brickell, C.D. (1980). Flora Europaea, vol. 5. Cambridge, UK: Cambridge University Press. pp. 21–25. ISBN 9780521153706
  9. a b c d e f g h i j «sito Actaplantarum - nomenclatura e caratteristiche C. lusitanum»
  10. Tropicos.org. Missouri Botanical Garden. 29 de setembro de 2014 http://www.tropicos.org/Name/100170660>
  11. «The plant list - A working list of all plant species – Famiglia Colchicaceae»
  12. «The plant list - A working list of all plant species – Genere Colchicum»
  13. a b «eMonocot - An online resource for monocot plants». Consultado em 27 Setembro 2016
  14. «Portale della flora del basso corso del Lamone»
  15. Cabral, João Paulo (2009). Gonçalo Sampaio. Vida e obra – pensamento e acção. Póvoa de Lanhoso: Câmara Municipal da Póvoa de Lanhos A referência emprega parâmetros obsoletos |p= (ajuda)
  16. Strasburger, Eduard (2007). Antonio Delfino Editore, ed. Trattato di Botanica. Vol.2. Roma: [s.n.] ISBN 88-7287-344-4 A referência emprega parâmetros obsoletos |p= (ajuda)
  17. a b Nicolini, Giacomo (1960). Enciclopedia Botanica Motta. Volume I. Milano: Federico Motta Editore A referência emprega parâmetros obsoletos |p= (ajuda)
  18. «Plants For A Future»
  19. a b "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, pag.65

Bibliografia

 title=
licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Autores e editores de Wikipedia
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia PT

Colchicum lusitanum: Brief Summary ( portugais )

fourni par wikipedia PT

Colchicum lusitanum é uma espécie de planta com flor geófita, pertencente à família Liliaceae.

licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Autores e editores de Wikipedia
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia PT

Colchicum lusitanum ( ukrainien )

fourni par wikipedia UK
licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Автори та редактори Вікіпедії
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia UK

Colchicum lusitanum: Brief Summary ( ukrainien )

fourni par wikipedia UK
licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Автори та редактори Вікіпедії
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia UK

Colchicum lusitanum ( vietnamien )

fourni par wikipedia VI

Colchicum lusitanum là một loài thực vật có hoa trong họ Colchicaceae. Loài này được Brot. miêu tả khoa học đầu tiên năm 1827.[1]

Chú thích

  1. ^ The Plant List (2010). Colchicum lusitanum. Truy cập ngày 20 tháng 7 năm 2013.

Liên kết ngoài


Hình tượng sơ khai Bài viết về Họ Bả chó (Colchicaceae) này vẫn còn sơ khai. Bạn có thể giúp Wikipedia bằng cách mở rộng nội dung để bài được hoàn chỉnh hơn.
licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Wikipedia tác giả và biên tập viên
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia VI

Colchicum lusitanum: Brief Summary ( vietnamien )

fourni par wikipedia VI

Colchicum lusitanum là một loài thực vật có hoa trong họ Colchicaceae. Loài này được Brot. miêu tả khoa học đầu tiên năm 1827.

licence
cc-by-sa-3.0
droit d’auteur
Wikipedia tác giả và biên tập viên
original
visiter la source
site partenaire
wikipedia VI