Chrestinae H. Rob., 1999 è una sottotribù di piante angiosperme dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.[1][2]
Il nome scientifico di questo gruppo deriva dal suo genere tipo Chresta Vell. ex DC., 1836 ed è stato definito per la prima volta dal botanico americano Harold Ernest Robinson (1932-2020) nella pubblicazione "Smithsonian Contributions to Botany. Washington, DC - 89: 11 (1999)" del 1999.[3]
Le piante di questa sottotribù sono perenni sia erbacee che suffruticose con forme sia rosulate che scapose; in alcuni casi la parte basale del fusto forma uno xylopodio[4], ossia una colonna di legno corta ma robusta e nodosa (Soaresia). In genere sono ricoperte da peli simmetrici a forma di "T" e gli organi interni contengono lattoni sesquiterpenici.[5][6][7][8][9][10]
Le foglie formano una rosetta basale; mentre lungo il caule sono disposte in modo alterno oppure più raramente embricato (Soaresia). La forma della lamina è pennatopartita (anche profondamente). In alcune specie le venature sono quasi longitudinali con superfici argenteo-vellutate (Soaresia) altrimenti sono pennate.
Le infiorescenze sono formate da capolini (sessili oppure anche lungamente peduncolati) composti in formazioni glomerulose, in qualche caso sono spicate con maturazione orientata verso l'apice (gli organi più giovani sono verso l'alto, e quelli vecchi in basso). I capolini sono composti da un involucro formato da diverse brattee che fanno da protezione al ricettacolo sul quale s'inseriscono i fiori tubulosi. L'involucro è formato da alcune serie di brattee persistenti e ineguali (10 - 20 brattee in 5 - 6 serie in Chresta; circa 12 brattee in 3 serie in Soaresia). Il ricettacolo è nudo (senza pagliette).
I fiori, pochi per ogni capolino (2 - 12 in Chresta; 4 in Soaresia), sono tetra-ciclici (ossia sono presenti 4 verticilli: calice – corolla – androceo – gineceo) e pentameri (ogni verticillo ha in genere 5 elementi). I fiori sono inoltre ermafroditi e actinomorfi; sono inoltre tubulosi con corolle a 5 lobi.
I frutti sono degli acheni a forma cilindrico-prismatica (con 5 angoli) a 5 - 10 coste; i rafidi sono corti o allungati; la superficie può essere glabra o setolosa. Non è presente la fitomelanina. Il pappo è formato da brevi setole (Soaresia) o in altri casi da peli capillari e squamelle e può essere caduco.
La distribuzione di questa sottotribù è limitata principalmente al Brasile orientale con un habitat tipicamente tropicale.
La famiglia di appartenenza di questa voce (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) probabilmente originaria del Sud America, è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23 000 specie distribuite su 1 535 generi[15], oppure 22 750 specie e 1 530 generi secondo altre fonti[16] (una delle checklist più aggiornata elenca fino a 1 679 generi)[17]. La famiglia attualmente (2021) è divisa in 16 sottofamiglie.[1][8][9]
Le specie di questo gruppo appartengono alla sottotribù Chrestinae descritta all'interno della tribù Vernonieae Cass. della sottofamiglia Vernonioideae Lindl.. Questa classificazione è stata ottenuta ultimamente con le analisi del DNA delle varie specie del gruppo.[2] Da un punto di vista filogenetico in base alle ultime analisi sul DNA la tribù Vernonieae è risultata divisa in due grandi cladi: Muovo Mondo e Vecchio Mondo; a sua volta entrambi divisi in due subcladi. Il genere di questa voce appartiene al subclade relativo all'America tropicale (l'altro subclade americano comprende anche specie del Nord America e del Messico).[9]
Recentissime analisi (2019) con nuovi metodi filogenomici hanno perfezionato ulteriormente la posizione della sottotribù che risulta essere una delle ultime a dividersi dalla tribù. In particolare con il gruppo Dipterocypselinae-Vernoniinae forma un "gruppo fratello".[18]
I caratteri distintivi della sottotribù sono i seguenti:[8]
Questa sottotribù di recente formazione tassonomica (le cui specie erano tradizionalmente inserite nella sottotribù delle Lychnophorinae a causa della struttura congestionata dei capolini – ora separate in seguito a studi chimici su alcune sostanze presenti in queste piante[10]) comprende attualmente 2 generi. Inizialmente la sottotribù descriveva tre generi: Chresta, Soaresia e Pithecoseris Mart. ex DC., 1836.[8] Ma un esame più accurato dei caratteri della specie Pithecoseris pacourinoides Mart. ex DC. (l'unica specie del genere Pithecoseris) ha evidenziato che è morfologicamente strettamente correlata alle altre specie di Chresta. In assenza di un'ipotesi filogenetica si è ritenuto di descrivere P. pacourinoides all'interno di Chresta con il nome di Chresta pacourinoides (Mart. ex DC.) Siniscalchi & Loeuille.[19] Tuttavia la sottotribù non è ancora monofiletica in quanto una sua specie Soaresia velutina Sch.Bip., 1864 risulta collegata alle specie della sottotribù Elephantopinae.[18]
La sottotribù comprende 2 generi e 19 specie:
I due generi di questa sottotribù si individuano con la seguente chiave analitica:[8]
Chrestinae H. Rob., 1999 è una sottotribù di piante angiosperme dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae.