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Guardiola (botanica) ( Italian )

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Guardiola Cerv. ex Humb. & Bonpl., 1807 è un genere di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae. È l'unico genere della sottotribù Guardiolinae H. Rob., 1978.[1]

Etimologia

Il nome del genere (Guardiola) è stato dato in onore del marchesato messicano de Santa Fe de Guardiola.[2] Il nome scientifico è stato proposto inizialmente dal botanico, naturalista ed esploratore francese Aimé Jacques Alexandre Bonpland (1773-1858) e dal naturalista, esploratore e botanico tedesco Alexander von Humboldt (1769 – 1859) perfezionato in seguito dal medico e botanico spagnolo Vicente de Cervantes (1755-1829) nella pubblicazione "Plantes équinoxiales recueillies au Mexique. Paris - 1: 143, t. 41. 1807" del 1807[3]. Il nome della sottotribù è stato proposto dal botanico contemporaneo Harold Ernest Robinson (1932-) nella pubblicazione "Phytologia; Designed to Expedite Botanical Publication. New York - 41(1): 41 (1978)" del 1978.[4]

Descrizione

Le specie di questo genere sono delle erbe a ciclo biologico annuale o perenne, alcune specie sono arbustive di tipo rupestre. Queste piante possono arrivare fino a 100 cm di altezza (minimo 30 cm - massimo 200 cm) con fusti eretti e ramificati.[2][5]

Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto e sono picciolate. La lamina ha una forma da strettamente lanceolata a deltata; in alcune specie è debolmente da astata a suborbicolare; i bordi sono dentati e l'apice è da acuminato a ottuso; la faccia abassiale talvolta è glauca; la consistenza può essere semisucculenta o membranacea e in genere sono glabre.

Le infiorescenze sono composte da capolini radiati terminali, solitari su lunghi peduncoli oppure raccolti in cime corimbose. I capolini sono formati da un involucro a forma da strettamente cilindrica a campanulata composto da diverse squame (o brattee) al cui interno un ricettacolo da piatto a convesso, e provvisto di pagliette, fa da base ai fiori di due tipi: quelli esterni del raggio e quelli più interni del disco. Le squame sono disposte su una (o due) serie e sono dimorfiche: quelle esterne sono tipicamente 3 e sono più ampie a forma navicolare, quelle interne sono 2 - 3 più piccole simili alle pagliette del ricettacolo e sono scariose. Le pagliette del ricettacolo sono simili alle squame, sono membranose e avvolgono il fiorellino. Diametro dell'involucro: 2 – 3 mm.

Formula fiorale: per queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:

* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[6]

I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). I fiori del raggio (da 1 a 5) sono femminili e fertili con corolle colorate di bianco; la forma è più spesso vicina ad un tubo che ad una lamina; gli apici sono da debolmente a moderatamente bilobati o trilobati. I fiori del disco da 3 a 20 (tubulosi) sono funzionalmente maschili, anche questi con corolle bianche e con lunghi tubi (approssimativamente 3 - 6 volte più lungo della gola e dei lobi messi insieme), la gola è campanulata mentre i lobi (5) a forma lanceolata o lanceolato-lineare sono due volte più lunghi della gola; la corolla è essenzialmente glabra. Il calice è ridotto ad una coroncina di squame.[7]

L'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi, pelosi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[7] Le antere, verdastre, sono provviste di appendici a forma ovata con grandi tricomi ghiandolosi alla base.

Il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[7]. Gli stigmi dello stilo dei fiori del disco sono allungati, molto sottili a forma subulata, quelli dei fiori del raggio sono corti e ampi.

I frutti sono degli acheni generalmente senza pappo. L'achenio è obcompresso con una forma da ovale a oblunga, leggermente obovata. La superficie è colorata da marrone a nero (raramente è grigio-nera), è essenzialmente glabra, in alcune specie è striata con larghe, troncate e piatte protuberanze di elaisomi. Il pappo se presente è formato da alcune (5 - 6) scaglie piuttosto lignificate ed erose.

Biologia

  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

Le specie di questo genere sono distribuite nel Messico e nella parte sud occidentale degli USA.

Tassonomia

La famiglia di appartenenza del genere (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[8] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[9]). La sottofamiglia Asteroideae è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Millerieae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Millerieae a sua volta è suddivisa in 8 sottotribù (Guardiolinae è una di queste).

Filogenesi

Questo genere (insieme alla relativa sottotribù) recentemente è stato riposizionato dalla tribù Heliantheae Cass. (secondo il botanico Robinson, 1981) alla tribù Millerieae Lindl..[10] Prima ancora era posizionato nella sottotribù Melampodiinae (G. Bentham, 1873) e nella sottotribù Coreopsidinae (T.F. Stuessy, 1973).[2]
Il numero cromosomico delle specie di questo genere è: 2n = 12.[2][5]

Composizione del genere

Il genere Guardiola è formato da 14 specie qui sotto elencate:[11]

Sinonimi

L'entità di questa voce ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Tulocarpus Hook. & Arn.

Note

  1. ^ Guardiola, su Global Compositae Checklist. URL consultato il 25 gennaio 2015.
  2. ^ a b c d eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 30 gennaio 2013.
  5. ^ a b Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 486.
  6. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  7. ^ a b c Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  8. ^ Judd 2007, pag. 520.
  9. ^ Strasburger 2007, pag. 858.
  10. ^ Funk & Susanna 2009, pag. 705.
  11. ^ Global Compositae Checklist, su compositae.landcareresearch.co.nz. URL consultato il 30 gennaio 2013.

Bibliografia

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