Anthomyzidae is small, slender, yellow to black flies with narrow and elongated wings, which may have distinct markings. Some species have greatly reduced wings. Fewer than 100 species are known, mostly from Europe. Although they occur in all major regions, they seem to be most varied in the Holarctic region.
Around 20 diverse genera have been placed in the family. Two, Teratomyza and Teratoptera, are now in the Teratomyzidae, and Cyamops and Stenomicra are in the Stenomicridae. Melanthomyza Malloch from Chile should probably not be retained in the family. The remaining genera are very similar to one another.
For terms see Morphology of Diptera
These are minute to small (1.3-4.5 mm), slender flies. They are yellow (sometimes with dark spots or stripes) to black in colour. The postverticals on the head are small, convergent or parallel, and rarely absent. Two or three pairs of frontal bristles, which curve backward, are present and usually preceded by one or more weaker bristles. Interfrontal bristles are absent or present. Peristomal bristles ("false vibrissae") are present. In the more common Anthomyza and Paranthomyza, the lower side of femur 1 has a well-developed spine in apical third. Wings are usually long and narrow and immaculate (sometimes marked). Some species are brachypterous. The costa has a subcostal break and the subcosta is incomplete.
Larvae have been reported from decaying dicotyledonous plants, from fungi, and in Europe from leaf sheaths of various grasses and of Typha, Scirpus, and Juncus, from Lipara galls on Phragmites. They may be either phytophagous or saprophagous, but damage to cereals or other plants has not been reported.
Adults are usually found in moist habitats such as damp meadows, marshes, bogs, and damp deciduous or mixed forests with rich undergrowth. Some species inhabit dry grasslands (some species of Anthomyza and the brachypterous Stiphrosoma sabulosum).
Opomyzidae+Anthomyzidae
Asteioinea
The family includes a number of genera in two subfamilies.[2]
Anthomyzidae is small, slender, yellow to black flies with narrow and elongated wings, which may have distinct markings. Some species have greatly reduced wings. Fewer than 100 species are known, mostly from Europe. Although they occur in all major regions, they seem to be most varied in the Holarctic region.
Around 20 diverse genera have been placed in the family. Two, Teratomyza and Teratoptera, are now in the Teratomyzidae, and Cyamops and Stenomicra are in the Stenomicridae. Melanthomyza Malloch from Chile should probably not be retained in the family. The remaining genera are very similar to one another.
Les Anthomyzidae sont une famille de diptères.
Selon BioLib (30 juin 2020)[1] :
Anthomyzidae Czerny, 1903, è una piccola famiglia di insetti dell'ordine dei Ditteri (Brachycera: Cyclorrhapha: Acalyptratae).
La famiglia comprende forme generalmente associate ad habitat delle zone umide. Sono prive di interesse agrario in quanto si insediano per lo più in piante non coltivate e, in genere, già interessate da attacchi da parte di altri fitofagi.
Gli adulti sono mosche di piccole dimensioni, dal corpo esile e lungo 1-4 mm, in media 2-3, con ali strette e lunghe e zampe relativamente corte. Alcune specie sono meiottere. Il tegumento è glabro o tomentoso. La livrea presenta colori variabili dal nero al giallo.
Il capo è ampio, con fronte leggermente stretta in avanti e regione occipitale leggermente concavo; è provvisto di ocelli e grandi occhi. La chetotassi comprende 1-3 paia di setole fronto-orbitali, brevi nel primo paio, lunghe e reclinate nei successivi, un paio di setole ocellari, lunghe robuste e dirette in avanti, un paio di setole postocellari, brevi e convergenti, a volte assenti, due paia di setole verticali (esterne ed interne), lunghe e robuste, una serie di setole postoculari, una fila di setole postgenuali per lato, deboli, un paio di vibrisse lunghe e dirette in avanti e un paio di setole sottovibrissali ugualmente dirette in avanti ma più corte. Le antenne sono aristate, brevi, in genere con il terzo articolo diretto in basso e con arista rivestita da setole più o meno lunghe, inserita dorsalmente alla base del primo flagellomero. Apparato boccale con palpi mascellari relativamente lunghi e labbro inferiore corto, terminante con due labelli carnosi.
Il torace presenta una chetotassi composta, per ogni lato, da una setola omerale, due notopleurali, 1-2 postalari, a volte una sopralare e una infralare, non sempre presenti, 1-3 dorsocentrali, tutte posizionate dopo la sutura trasversa, due scutellari, di cui una basale breve e una apicale lunga. Le acrosticali sono rappresentate da 2-4 file longitudinali di peli. Sulle pleure sono presenti annessi tricoidei solo nell'episterno ventrale, con due setole dorsali e numerosi peli ventrali. Le zampe sono brevi e sottili, prive di setole preapicali sulle tibie ed hanno i femori anteriori provvisti, in genere, di una robusta spina.
Le ali sono ialine, raramente maculate, con lobo anale e alula poco pronunciati. In alcune specie sono del tutto assenti o più o meno ridotte, in quest'ultimo caso corte e strette e con venatura semplificata. La costa si estende fino alla confluenza di M1+2 e presenta una sola frattura subcostale. La subcosta è debole e incompleta nel tratto terminale, confondendosi con R1. Il settore radiale è breve e si suddivide in due lunghi rami R2+3 e R4+5, il primo terminante in posizione subapicale, il secondo all'apice dell'ala. La media è indivisa, più o meno parallela a R4+5, e termina sul margine posteriore poco dopo l'apice. La cellula discale è in genere ben delimitata dalle due medio-cubitali (bm-cu e dm-cu), ma a volte può essere in parte continua con la seconda basale, per ridotto sviluppo della medio-cubitale basale, oppure aperta per l'assenza della medio-cubitale discale. La cubito si divide in genere nei due rami dell'anteriore: CuA1 è lunga e in alcuni generi è incompleta e non raggiunge il margine dell'ala; CuA2 è breve e ricurva e confluisce sull'anale, ma manca nel genere Cercagnota. Il ramo comune A1+CuA2 è breve, leggermente più lungo della cup e incompleto, non raggiungente il margine. La prima basale è relativamente lunga e in genere si inoltra fino a circa metà della cellula discale. Seconda basale e cup quasi sempre presenti e piccole, confinate alla base dell'ala. Come si è detto, la seconda basale può fondersi con la discale, a causa dello sviluppo incompleto di bm-cu, la cup può essere aperta, per il mancato sviluppo di CuA2.
Schema della nervatura alare degli Anthomyzidae. A sinistra, nervatura ricorrente nella maggior parte della famiglia; a destra, nervatura del genere Cercagnota, ricorrente anche in alcuni Stiphrosoma con ala ben sviluppata, ma con cellula cup chiusaLe specie meiottere presentano una venatura ridotta ed hanno bilancieri rudimentali o, nelle forme attere, del tutto assenti.
L'addome, più o meno depresso, presenta gli uriti 1-5 di conformazione ordinaria, mentre modificazioni morfoanatomiche ricorrono nel sesto urite del maschio. Nel maschio, il sesto sternite è breve e asimmetrico e si dirige superiormente a sinistra per fondersi con il settimo tergite. Il settimo sternite si fonde a sua volta con l'ottavo sternite, quest'ultimo in posizione dorsale per la torsione assiale degli ultimi uriti. Nella femmina, il sesto urite non subisce modificazioni. Gli scleriti del settimo urite si fondono a volte a formare un anello sclerificato, mentre quelli dell'ottavo urite sono piuttosto ridotti.
La larva è apoda, di forma cilindrica, sottile e allungata, di 3–5 mm di lunghezza. Il tegumento è liscio, provvisto solo di file trasversali di piccole spine sul dorso e sul ventre e con segmentazione evidente.
Il pupario è lungo 2–3 mm, in genere allungato ed ovale alla vista dorsale e convesso alla fista laterale, con segmentazione poco evidente. Il colore varia dal giallo al giallo-bruno.
In generale, gli Anthomyzidae sono associati a cenosi vegetali tipiche di ambienti umidi. Gli adulti si rinvengono nei prati umidi, nelle paludi, nelle torbiere, nel sottobosco delle foreste. Le larve hanno un regime dietetico fitofago o fitosaprofago e sono in genere associate a monocotiledoni delle zone umide, per lo più appartenenti alle famiglie Poaceae, Typhaceae, Juncaceae, Cyperaceae), che attaccano insediandosi all'interno della guaina fogliare. Poche sono le specie associate ad altri ospiti, rappresentati da dicotiledoni o da corpi fruttiferi di funghi.
Il ciclo, secondo la specie, è univoltino o multivoltino.
La filogenesi colloca gli Anthomyzidae nel clade degli Opomyzoidea e sia Hennig sia McAlpine mettono in relazione la famiglia con gli Opomyzidae. Nella fattispecie, McAlpine individua, per le due famiglie oltre 10 simplesiomorfie, facendo riferimento al comportamento trofico delle larve, alla morfologia delle ali, all'apparato copulatore maschile, alla morfologia dei femori anteriori[1]. La posizione degli Anthomyzidae nel cladogramma di McAlpine è dunque la seguente:
Opomyzoidea Clusioinea AgromyzoineaOdiniidae+Fergusoninidae+Agromyzidae
Asteioinea (sei famiglie)
OpomyzoineaAnthomyzidae
La suddivisione sistematica ha subito, negli anni ottanta lo spostamento di alcuni generi in altre famiglie. Roháček (1998) ha suddiviso la famiglia in due sottofamiglie, Anthomyzinae Czerny, 1903, e Protanthomyzinae Roháček, 1998, in cui ha separato il genere fossile Protanthomyza[3]. Secondo l'Autore, il genere Protanthomyza presenta caratteri intermedi fra le famiglie Opomyzidae e Anthomyzidae, per quanto sia più strettamente correlato a quest'ultima; il genere fossile rappresenterebbe perciò una linea primitiva filogeneticamente in relazione con il resto della famiglia.
Secondo le più recenti segnalazioni, la famiglia comprende circa 90 specie descritte, ripartite fra 20 generi esistenti[4][5]:
Il genere Chamaebosca, citato come nome valido dal BDWD, non comprende alcuna specie: fu definito da Speiser sulla base della descrizione della sola specie Chamaebosca microptera, in seguito rinominata come Anthomyza microptera (Speiser, 1903) senza che Chamaebosca fosse sinonimizzato[6][7]. La suddivisione tassonomica, secondo Roháček, comprende l'unica sottofamiglia degli Agromyzinae, da cui si distinguono i due generi fossili.
I soli reperti fossili attribuiti a questa famiglia si identificano con due specie appartenenti a due generi estinti[4][8][9]:
Evenhuis cita anche, come specie fossile, Anthomyza rhenana Statz, 1940, ma questo nome non ha riferimenti nel BDWD[10][11]. Secondo Roháček, questa specie non può essere classificata nel genere Anthomyza e l'appartenenza alla famiglia Anthomyzidae è dubbia[3].
Malgrado il limitato numero di specie, la famiglia ha un'ampia distribuzione ed è rappresentata in tutti i continenti ad eccezione dell'Australia. Oltre la metà delle specie ha distribuzione oloartica, con una maggiore biodiversità nel Paleartico (41 specie presenti contro le 20 presenti nel Neartico). Abbastanza rappresentata è anche nell'ecozona afrotropicale, con 20 specie, mentre la diffusione nelle altre ecozone è limitata a poche specie.
Nell'Australasia, la presenza degli Anthomizidae si limitava alle sole Hawaii, con due specie introdotte rispettivamente dall'America e dal Giappone[12][13][14]. Un'altra specie non descritta e attribuita al genere Amygdalops sarebbe presente in Australia, ma non ci sono altre informazioni in proposito[4][14]. Infine, la presenza in Nuova Zelanda è stata documentata solo nel 2007, con la descrizione di Zealantha thorpei, unico Anthomyzidae endemico dell'Australasia, ma è probabile che siano presenti altre specie neozelandesi, al momento sconosciute, i cui esemplari sono stati raccolti fra i 2006 e il 2007[4].
In Europa, la famiglia è rappresentata da nove generi, comprendenti nell'insieme 27 specie[15]: Anthomyza (12 specie[16]) Anagnota, Santhomyza e Stiphrosoma (tre specie ciascuno), Paranthomyza (due specie), Amygdalops, Cercagnota, Fungomyza e Typhamyza (una specie ciascuno).
In Italia, gli Anthomyzidae sono rappresentati da cinque sole specie, appartenenti ai seguenti generi[17] Anthomyza (A. anderssoni e A. gracilis), Anagnota (A. bicolor), Fungomyza (F. albimana[18]) e Santhomyza (S. bezzii). Tutte le specie sono segnalate nel Nord Italia, ad eccezione di A. bicolor, segnalata anche nella penisola. Non ci sono riferimenti in merito alla presenza della famiglia nelle isole.
Anthomyzidae Czerny, 1903, è una piccola famiglia di insetti dell'ordine dei Ditteri (Brachycera: Cyclorrhapha: Acalyptratae).
La famiglia comprende forme generalmente associate ad habitat delle zone umide. Sono prive di interesse agrario in quanto si insediano per lo più in piante non coltivate e, in genere, già interessate da attacchi da parte di altri fitofagi.
Anthomyzidae zijn een familie van vliegen. De wetenschappelijke naam van de familie is voor het eerst geldig gepubliceerd in 1903 door Czerny. Bij de familie zijn 24 geslachten en 105 soorten ingedeeld. In Nederland zijn 10 soorten inheems.
De volgende geslachten zijn bij de familie ingedeeld:[1]
Anthomyzidae zijn een familie van vliegen. De wetenschappelijke naam van de familie is voor het eerst geldig gepubliceerd in 1903 door Czerny. Bij de familie zijn 24 geslachten en 105 soorten ingedeeld. In Nederland zijn 10 soorten inheems.
Sivfluer (Anthomyzidae) er en liten familie av små, slankbygde fluer som er knyttet til gress, siv, starr og dunkjevler på fuktige steder. Familien har ikke vært undersøkt i Norge, men det er trolig at det finnes 10-15 arter her.
Små (1,3 - 4,5 mm), slanke fluer. Kroppen er påfallende langstrakt og beina temmelig korte, så fluene virker lave. De fleste artene er gul- eller rødaktige på farge men det finnes også mørke arter. Brystet (thorax) er avlangt med minst to par kraftige børster på ryggsiden. Scutellum (den bakerste ryggplaten) har et par små og et par store børster. Vingene er temmelig lange og smale, hos noen arter er de redusert. Som oftest er vingene mer eller mindre mørkt fargede. Beina er slanke og forholdsvis korte. Bakkroppen er lang og sylindrisk, hannens ytre kjønnsorganer synes som en kraftig, hard kapsel.
Hodet er stort med bred, flat panne. Fasettøynene er store og runde. Ved innerkanten av hvert fasettøye sitter 4-5 børster, det er også et par lange, fremoverrettede børster mellom de tre punktøynene, et par små, kryssende børster bak disse og to par kraftige børster ved hodets bakkant. Antennene er av vanlig fluetype, det tredje leddet er avrundet og fint hårete. Antennebørsten (arista), som sitter oppe på det tredje antenneleddet nær roten, er lang og fjærgrenet. De har en kinnbørste (vibrissa) fremst på hodets underkant.
Larvene er pølseformede, nokså langstrakte, tilspisset i hodeenden. De ulike segmentene er tydelig avsatt med innsnevringer. På det bakerste leddet sitter et par åndehull (spirakler) på sopp-formede vorter.
Sivfluene lever i fuktige miljøer, både i åpne landskap og i skog. De er knyttet til planter i gressfamilien og til dunkjevler (Typha), starr (Carex), siv (Juncus) og sjøaks (Scirpus), men synes ikke å skade vertsplantene noe særlig. Trolig spiser sivfluelarvene først og fremst døde plantedeler. Noen få arter er også kjent fra tofrøbladete planter og fra sopp. Disse fluene er ofte tallrike på fuktige gressmarker, men gjør lite av seg, og lite er kjent om deres økologi.
Bare tre arter er med sikkerhet funnet i Norge, men siden det er kjent 16 arter fra Sverige er det åpenbart at vi har en del flere også i vår fauna.
Sivfluer (Anthomyzidae) er en liten familie av små, slankbygde fluer som er knyttet til gress, siv, starr og dunkjevler på fuktige steder. Familien har ikke vært undersøkt i Norge, men det er trolig at det finnes 10-15 arter her.
Anthomyzidae – rodzina owadów z rzędu muchówek i podrzędu krótkoczułkich. Obejmuje ponad 100 gatunków. Takson kosmopolityczny. Należą tu smukłe muchówki, zwykle o wąskich i długich skrzydłach. Zasiedlają wilgotne łąki i lasy. Larwy żerują na martwej tkance i mikroorganizmach. Rozwijają się wewnątrz roślin, rzadziej w owocnikach grzybów.
Muchówki o smukłym ciele długości od 1,3 do 4,5 mm, dość krótkich odnóżach i zwykle wąskich i długich skrzydłach, które jednak mogą być u niektórych gatunków skrócone lub zredukowane[1][2]. Ubarwienie może być od żółtego po czarne. Głowę cechują duże oczy złożone o kształcie wąsko jajowatym lub prawie owalnym, małe przyoczka, płaski trójkąt oczny i mniej lub bardziej wypukła potylica[1]. Na płytkach skroniowych umieszczone są 1–3 pary długich szczecinek orbitalnych górnych, dochodzących do przedniego brzegu czoła[3][1]. Szczecinki zaciemieniowe są krótkie, nachylone do siebie, często skrzyżowane[1][2][3]. Wibrysy są wyraźne, a szczecinki perystomalne krótkie[3][1]. Na zapoliczkach występują po 1-2 dłuższe szczecinki[1]. Czułki mają na drugim członie sterczącą szczecinkę, a na trzecim szereg stojących, delikatnych włosków[3].
Tułów jest nie szerszy od głowy. Na jego chetotaksję składają się: pojedyncze szczecinki barkowe, dwie pary szczecinek notopleuralnych, 1 lub 2 zaskrzydłowych, 1-3 szczecinek śródplecowych, 2-8 rządków drobnych szczecinek środkowych grzbietu wzdłuż szu, 2-3 szczecinki tarczkowe, 1–2 drobne szczecinki propleuralne, 1–2 sternopleuralne. Ponadto występować mogą: 1 para szczecinek przedszwowych, 1 para nadskrzydłowych i do kilku mezopleuralnych. Odnóża pozbawione są grzbietowych szczecinek przedwierzchołkowych na goleniach[1]. Przezmianki są krótkie z dużymi główkami. Skrzydło ma wypukły przedni brzeg, dochodzącą do połowy komórki kostalnej żyłkę kostalną[3], słabą żyłkę subkostalną, długą żyłkę R2+3, biegnącą prawie równolegle do medialnej żyłkę R4+5[1], niezredukowaną komórkę kubitalną[3], zwykle zamkniętą komórkę postkubitalną oraz niekiedy rozdzielone komórki: dyskalną i bazalną[1].
Odwłok cechują duże tergity i wąskie sternity. Samiec ma prawie kuliste epandrium, ukryte przysadki odwłokowe, dobrze rozwinięte medandrium i połączony z nim gonostylus, ramkowante hypandrium zamknięte z tyłu przez transandrium i zlane z pregonitami oraz wolne postgonity. Edeagus samca tworzony jest przez fallofor i rozdwojony distiphallus. Samica ma nieparzysty zbiorniczek brzuszny w przedniej części komory genitalnej oraz parę spermatek o kształcie od kulistego do podłużnie gruszkowatego[1].
Jaja są białawe do brudonożółtych, walcowate do szkatułkowatych ze zwężonymi końcami, mają od 0,6 do 1 mm długości i od 0,17 do 0,3 mm szerokości, przejrzysty chorion i położone przedwierzchołkowo mikropyle[1].
Larwy są przejrzyście białawe, w stadium trzecim osiągające od 3 do 5 mm długości. Ich ciało jest smukłe, walcowate, zaoptrzone w rzędy bardzo drobnych kolców na obu stronach segmentów odwłokowych. Płaty głowowe wyposażone są w listewki oralne i oddzielone wcięciem. Na segmencie przedtułowiowym znajdują się zakończone 3–6 palcowatymi papillami przetchlinki. Przetchlinki ostatniego segmentu odwłoka usytuowane są na szeroko rozstawionych, kikutowatych wyrostkach[1].
Puparium jest podłużnie owalne, z tyłu słabiej zwężone niż z przodu, o wymiarach od 2,2 do 3,3 mm długości i od 0,6 do 0,8 mm szerokości, w stanie pustym żółte do brązowawożółtego[1].
Większość gatunków zasiedla wilgotne łąki, mokradła i bagna. Inne występują w lasach liściastych i mieszanych z bujnie rozwiniętą roślinnością zielną runa. Bionomia larw jest słabo poznana, ale dostępne dane wskazują że są one saprofagami lub mikrosaprofagami żerującymi na martwej materii roślinnej i mikroorganizmach powodujących jej rozkład. Spotyka się je w łodygach i liściach traw, sitowatych, ciborowatych i pałkowatych. Niektóre gatunki leśne żerują we wnętrzu roślin dwuliściennych oraz owocników grzybów. Żerujące larwy nie powodują uszkodzeń roślin żywicielskich lub też uszkodzenia te są niewielkie[1].
Przedstawiciele rodziny zasiedlają wszystkie krainy zoogeograficzne[4]. W Palearktyce stwierdzono do 2006 roku 42 gatunki[1]. Z Polski do 2001 wykazano 11 gatunków[5] (zobacz: Anthomyzidae Polski). Faunę afrotropikalną szacuje się na około 90 gatunków, nearktyczną około 40 gatunków. Do 2010 z krainy neotropikalnej wykazano tylko 7 gatunków[4].
Analizy filogenetyczne wskazują, że Anthomyzidae stanowią grupę siostrzaną dla niżnicowatych. Na monofiletyzm Anthomyzidae wskazuje kilkanaście synapomorfii[1]. Dotychczas opisano ponad 100 gatunków, ale ich faktyczna liczba może być czterokrotnie większa[4]. Grupuje się je w 2 podrodzinach i 23 rodzajach[6][1]:
Anthomyzidae – rodzina owadów z rzędu muchówek i podrzędu krótkoczułkich. Obejmuje ponad 100 gatunków. Takson kosmopolityczny. Należą tu smukłe muchówki, zwykle o wąskich i długich skrzydłach. Zasiedlają wilgotne łąki i lasy. Larwy żerują na martwej tkance i mikroorganizmach. Rozwijają się wewnątrz roślin, rzadziej w owocnikach grzybów.
Anthomyzidae là một họ các loài ruồi màu vàng đến đen, có kích thước nhỏa. Có ít hơn 100 loài thuộc họ này được biết đến, chủ yếu ở châu Âu. Có 20 loài trong họ này.
Anthomyzidae là một họ các loài ruồi màu vàng đến đen, có kích thước nhỏa. Có ít hơn 100 loài thuộc họ này được biết đến, chủ yếu ở châu Âu. Có 20 loài trong họ này.