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Anethum graveolens ( Italia )

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L'aneto (nome scientifico Anethum graveolens L.) è una pianta erbacea dai piccoli fiori appartenente alla famiglia delle Apiaceae.

Etimologia

Il nome del genere deriva dal greco « anethon » (Anice), il quale deriva a sua volta dall'antico egizio. Questo termine può essere tradotto con allontana i malori in riferimento alle proprietà medicamentose. L'epiteto specifico graveolens deriva dal latino « gravis » (pesante, forte) et « olens » (sentore), in quanto ha un odore forte[1].
Il binomio scientifico attualmente accettato (Anethum graveolens) è stato proposto da Carl von Linné (1707 – 1778) biologo e scrittore svedese, considerato il padre della moderna classificazione scientifica degli organismi viventi, nella pubblicazione Species Plantarum del 1753.

Descrizione

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Descrizione delle parti della pianta.
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Il portamento.

L'altezza di queste piante annuali (ma in alcuni casi anche biennali[2]) varia da 0,2 a 1 m (massimo 1,5 m). La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia sono piante che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo fondamentalmente annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme; sono inoltre munite di asse fiorale eretto e spesso privo di (o con poche) foglie. Tutta la pianta è glauca e aromatica con un odore particolarmente intenso.

Radici

Le radici sono secondarie da fittone.

Fusto

  • Parte ipogea: la parte sotterranea è una radice fittonante.
  • Parte epigea: la pianta ha un aspetto caulescente con un fusto ramoso solo nella parte alta. I fusti sono eretti, un po' gracili, a sezione cilindrica con superficie striata. I fusti inoltre sono articolati in nodi e internodi.

Foglie

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Le foglie.

Le foglie, a disposizione spiralata, sono del tipo pinnato-composto (3 – 4 pennatosette) con segmenti filiformi, il contorno della lamina è più o meno romboidale; i segmenti basali sono più ovati, quelli dell'ultimo ordine sono capillari. I vari segmenti si presentano con una nervatura mediana. Il colore è glauco. La larghezza delle foglie è circa di 1 mm; in particolare i segmenti più esterni hanno le seguenti dimensioni: larghezza 0,5 mm; lunghezza 4 – 20 mm.

Infiorescenza

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Infiorescenza.

L'infiorescenza è una tipica ombrella composta: ombrella di ombrelle; i raggi per ogni ombrella sono 20 – 30 diseguali. Non è presente né l'involucro e neppure l'involucretto (strutture tipiche delle ombrellifere). Dimensione dell'infiorescenza: 5 – 8 cm. Lunghezza dei raggi: 3 – 5 cm. Lunghezza dei pedicelli: 6 – 10 mm.

Fiore

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I fiori.

I fiori sono piccoli di colore giallognolo (giallo - verdastro). Sono ermafroditi, attinomorfi, 4-ciclici (a 4 verticilli: calicecorollaandroceogineceo), pentameri (i vari verticilli sono composti da 5 elementi ciascuno). Dimensione del fiore: 2 mm.

  • Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 5, C 5, A 5, G (2), infero, schizocarpo[3][4]
  • Calice: il calice è ridotto a 5 dentelli.
  • Corolla: i petali della corolla sono minuscoli (la funzione vessillifera è svolta da tutta l'infiorescenza), arrotondati all'apice; sono ripiegati all'indietro e sono bilobi; sono glabri e non sono cigliati. Appassiscono velocemente.
  • Androceo: gli stami sono 5.
  • Gineceo: i carpelli sono due con ovario infero biloculare. La parte superiore del pistillo è formato da due stili liberi e divergenti all'apice, mentre alla base sono ingrossati in un cuscinetto (chiamato stilopodio) nettarifero e persistente alla fruttificazione.
  • Fioritura: da luglio a settembre.

Frutti

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I frutti.

I frutti sono degli diacheni (composti da due mericarpi – ossia due acheni saldati lungo l'asse centrale) chiamati anche frutti secchi schizocarpici. Sono alati, derivati dalle ali dei due singoli frutti saldati insieme. Sono piccoli a forma ovale, appiattiti sul dorso e a coste preminenti, di colore bruno e con superficie liscia e glabra; una volta raggiunta la maturazione in agosto-settembre si scindono in due parti. Dimensione del frutto: 4 – 5 mm.

Riproduzione

  • Impollinazione: l'impollinazione è garantita soprattutto da diversi insetti, come api e vespe in quanto sono piante nettarifere (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).

Distribuzione e habitat

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Distribuzione della pianta (Distribuzione regionale[5] – Distribuzione alpina[6]).

Fitosociologia

Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale[6]:

Formazione: delle comunità terofiche pioniere nitrofile
Classe: Stellarietea mediae
Ordine: Sisymbrietalia
Alleanza: Sisymbrion

Sistematica

Il genere dell'Anethum graveolens (Anethum L.) comprende poche specie (non più di una ventina) ed è distribuito soprattutto nell'Emisfero boreale (Europa, Asia occidentale e India); la sua famiglia, delle Apiaceae Lindley, comprende 460 generi per 4.250 specie[4] (440 generi e 3.500 specie secondo altre fonti[8]).
Nelle vecchie classificazioni di questa specie la famiglia di appartenenza si chiama “Umbelliferae” (un altro nome molto ricorrente è “Ombrellifere”).
Il numero cromosomico di A. graveolens è: 2n = 22[9][10].

Filogenesi

L'analisi filogenetica[11] fatta su diverse specie della famiglia delle “Apiaceae” ha evidenziato 12 cladi principali. La specie Anethum graveolens ha una posizione più o meno centrale nell'evoluzione della famiglia insieme con le specie di altri generi come Apium, Foeniculum e Ridolfia. Gli ultimi due generi sono caratterizzati dall'avere fiori giallastri e foglie filiformi come l'Aneto. Tutti sono privi di involucro.

Variabilità

Nella tabella seguente sono indicate alcune sottospecie e varietà non presenti sul territorio italiano. L'elenco può non essere completo e alcuni nominativi sono considerati da altri autori dei sinonimi della specie principale o anche di altre specie:
Sottospecie:

  • subsp. sowa (Roxburgh) N.F.Koren
  • subsp. australe N.F.Koren (1988)

Varietà:

  • var. anatolicum N.F.Koren (1988)
  • var. copiosum N.F.Koren (1988)
  • var. nanum N.F.Koren (1988)
  • var. parvifolium N.F.Koren (1988)
  • var. tenerifrons N.F.Koren (1988)

Sinonimi

Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:

  • Anethum arvense Salisb. (1796)
  • Anethum benevolens Lunell
  • Anethum sowa Roxburgh
  • Ferula marathrophylla W. G. Walpers
  • Peucedanum anethum Baillon
  • Peucedanum graveolens L.
  • Peucedanum sowa (Roxburgh) Kurz.

Specie simili

I fiori delle Apiaceae sono piccoli e poco significativi e quindi facilmente confondibili a uno sguardo veloce. Diverse specie sono più o meno simili a quella di questa voce; l'elenco seguente ne descrive alcune:

  • Pastinaca sativa L. - Pastinaca comune: i fiori sono molto simili, ma si può distinguere per le foglie i cui segmento sono ovato-rombici. È comune in tutta l'Italia.
  • Foeniculum vulgare Mill. - Finocchio comune: i fusti di questa pianta sono ramosi anche nella parte inferiore; le foglie sono molto simili; il profumo è dolce e intenso. È comune in tutta l'Italia.
  • Peucedanum officinale L. - Finocchio porcino: è una pianta più alta; le foglie hanno i segmenti di tipo falciforme. È comune al nord e al sud.
  • Ridolfia segetum Morris - Ridolfia delle messi: l'infiorescenza in genere ha un numero maggiore di raggi; le foglie sono molto simili; l'odore è sgradevole. Si trova (raramente) al sud e nelle isole.

Usi

Farmacia

Le sue proprietà hanno blandi effetti benefici per lo stomaco: digestive, aperitive, carminative (favorisce la fuoriuscita dei gas intestinali), antispasmodiche (attenua gli spasmi muscolari e rilassa anche il sistema nervoso), diuretiche (facilita il rilascio dell'urina) e anti-infiammatorie (attenua uno stato infiammatorio), calmanti e preparatorie per il sonno[2]. In particolare:

Cucina

L'aneto è coltivato come aroma da cucina; se ne possono utilizzare le foglie fresche o i semi essiccati. Analogo al finocchio per l'aroma e le proprietà, è per questo conosciuto anche con i nomi di finocchio bastardo, finocchio fetido e finocchio rizu. È una spezia molto utilizzata in Germania, nelle Isole britanniche, nell'Est Europeo, in Scandinavia, in Turchia, in Grecia (dove entra nella composizione del noto Tzatziki), in Cina nei ravioli cinesi e anche in India e in numerosi altri paesi del mondo, prevalentemente in piatti a base di pesce.
Inoltre le foglie, fresche o secche, sono impiegate per aromatizzare differenti preparazioni culinarie, generalmente le insalate, i pesci, le carni e le salse; mentre i semi servono per profumare i liquori e le confetture. Dai semi si ricava anche un olio (olio di aneto)[2].

Coltivazione

In genere sono piante vigorose e robuste, quindi di facile coltivazione. L'aneto apprezza l'esposizione al sole pieno e i terreni ben drenati. Teme i suoli troppo umidi e le male erbe, per cui sono necessarie ripetute sarchiature per tenere libero il terreno attorno alle piante[14]. In Inghilterra è coltivato fin dal XVI secolo.

Altre notizie

Questa pianta, originaria del bacino mediterraneo, è stata utilizzata da diverse civiltà:

  • dai popoli Ebraici quale ortaggio;
  • dagli Egizi da più di 5.000 anni, come pianta medicinale;
  • dai Greci e i Romani per il suo profumo e le sue virtù medicinali.

È menzionato nel Vangelo secondo Matteo:

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, dell'aneto e del cumino e trasgredite le prescrizioni più gravi della legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà.»

Note

  1. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 6 novembre 2010.
  2. ^ a b c Motta, pag. 122.
  3. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 7 novembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2008).
  4. ^ a b Botanica Sistematica, pag. 508.
  5. ^ a b Checklist of the Italian Vascular Flora, p. 53.
  6. ^ a b Flora Alpina, Vol.1 - p. 1104.
  7. ^ Pignatti, Vol. 2 - p. 206.
  8. ^ Strasburger, pag. 855.
  9. ^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 7 novembre 2010.
  10. ^ Index synonymique de la flore de France, su www2.dijon.inra.fr. URL consultato l'8 novembre 2010.
  11. ^ STEPHEN R. DOWNIE, DEBORAH S. KATZ-DOWNIE AND MARK F. WATSON, A PHYLOGENY OF THE FLOWERING PLANT FAMILY APIACEAE BASED ON CHLOROPLAST DNA RPL16 AND RPOC1 INTRON SEQUENCES: TOWARDS A SUPRAGENERIC CLASSIFICATION OF SUBFAMILY APIOIDEAE (PDF), in American Journal of Botany 87(2): 273–292. 2000..
  12. ^ "Le piante medicinali", di Roberto Michele Suozzi, Newton&Compton, Roma, 1994, p. 48
  13. ^ Plants For A Future, su pfaf.org. URL consultato il 7 novembre 2010.
  14. ^ Rita, Aneto: Coltivazione e Cura dell'Anethum graveolens, su L'eden di Fiori e Piante. URL consultato il 2 aprile 2022.

Bibliografia

  • Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta. Volume primo, Milano, Federico Motta Editore, 1960, p. 122.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, p. 206, ISBN 88-506-2449-2.
  • D.Aeschimann, K.Lauber, D.M.Moser, J-P. Theurillat, Flora Alpina. Volume primo, Bologna, Zanichelli, 2004, p. 1104.
  • 1996 Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole.
  • Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, p. 856, ISBN 88-7287-344-4.
  • Judd-Campbell-Kellogg-Stevens-Donoghue, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, p. 508, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • F.Conti, G. Abbate, A.Alessandrini, C.Blasi, An annotated checklist of the Italian Vascular Flora, Roma, Palombi Editore, 2005, p. 53, ISBN 88-7621-458-5.

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Anethum graveolens: Brief Summary ( Italia )

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L'aneto (nome scientifico Anethum graveolens L.) è una pianta erbacea dai piccoli fiori appartenente alla famiglia delle Apiaceae.

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