Boletus bicolor Peck, 1897 è un fungo commestibile appartenente alla famiglia Boletaceae[1]. È diffuso in Nord America, e appare soprattutto a est delle Montagne Rocciose durante l'estate e l'autunno, ma si può incontrare anche in Cina e in Nepal. Il suo corpo fruttifero è di dimensioni medio-grandi, e questa caratteristica aiuta a distinguerlo da molte specie simili ma di dimensioni ridotte. Di questa specie esistono due varietà: B. bicolor var. borealis e B. bicolor var. subreticulatus. Può essere confuso con B. sensibilis, specie velenosa, e con altre specie innocue.
Il suo nome deriva dal latino Boletus, che significa "fungo"[2], e bicolor, di due colori[3].
Il colore del cappello di questa specie varia dal rosso chiaro, quasi rosato, al rosso mattone, più frequente negli adulti. Il diametro varia dai 5 ai 15 cm; i pori sono di un giallo abbastanza acceso.
In questa specie avviene un fenomeno inusuale, comune solo a poche altre specie del suo genere, dove è più marcato: la superficie dei pori, se danneggiata, vira verso il blu-violaceo. Quando la carne di questo fungo viene esposta all'aria, inoltre, vira verso il blu, ma questo cambiamento è meno evidente che nei pori[4]. Il colore dei pori negli esemplari più vecchi è giallo sporco e pallido.
Il gambo è alto dai 5 ai 10 cm, e largo da 1 a 3. Alla base la colorazione è rossastra o violacea, mentre vicino al cappello il gambo diventa rosato e poi giallastro. Non è presente nessun anello, mentre c'è un sottile velo parziale[5].
La sporata è bruna-olivacea. Se viste al microscopio, le spore appaiono oblunghe e con una superficie liscia. Misurano circa 8–12 e 3.5–5 µm. La carne si macchia di giallo o di marrone e le spore diventano color ocra se trattate con Idrossido di potassio (KOH)[6].
Un metodo per identificare questa specie sono le reazioni chimiche. La pileipellis, se trattata con il solfato ferroso, diventa grigiastra o quasi nera. La carne, invece, diventa bluastra o verde oliva, e se trattata con KOH diventa arancione o gialla pallida[5].
Una specie fu denominata Boletus bicolor per la prima volta nel 1807 dal botanico italiano Giuseppe Raddi[7]. Però, nel 1870, Charles Horton Peck descrisse con quel nome una specie raccolta da lui nel 1870. Questa denominazione, secondo l'articolo 53.1 del Codice internazionale per la nomenclatura delle alghe, funghi e piante sarebbe illegittima[8]. Boletus bicolor (Raddi) non è un sinonimo di Boletus bicolor Peck[9], perché la prima descrive una specie europea a sé, ma questo conflitto tassonomico deve essere ancora risolto.
Nel 1909 fu invece chiamata Boletus bicolor una specie raccolta a Singapore, ma divenne un sinonimo di Boletochaete bicolor[10].
Questa specie è commestibile, anche se in alcune persone può causare allergie o disturbi allo stomaco[11]. Il sapore è molto debole[12]. Spesso il colore del cappello aiuta a capire quando questo fungo può essere mangiato; infatti quando esso è chiaro il fungo sta spesso attraversando una fase durante la quale è attaccato da larve; gli individui con il cappello rosso scuro sono invece meno giovani ma possono essere mangiati[13]. Può essere distinto dal congenere B. sensibilis, molto simile ma velenoso, grazie alla carne che se intaccata cambia colore molto più lentamente[11].
Il suo areale si estende dal sud-est del Canada fino alla Florida. È comune negli Stati Uniti medio occidentali, soprattutto in Wisconsin. Cresce in boschi decidui, solitamente associato a querce[14]. Può essere trovato sia solitario che in gruppi, soprattutto tra giugno e ottobre[5]. Si trova anche in Cina e Nepal, dove è uno dei funghi consumati più frequentemente[15].
Ci sono diverse specie che si differenziano da questa solo per piccoli particolari. B. sensibilis si distingue grazie alla carne che cambia immediatamente colore se danneggiata[16] ed al fatto che è tossico, infatti può causare gravi reazioni allergiche e mal di stomaco[17]. B. miniato-olivaceus ha invece il gambo completamente giallo ed il cappello più chiaro. Anche in quest'ultimo la carne vira rapidamente verso il violaceo se danneggiata. B. peckii è mediamente più piccolo; la sua carne è pallida e ha un sapore amaro. B. speciosus ha il gambo reticolato e le spore cilindriche[18]. Tra Xerocomellus rubellus e B. bicolor ci sono pochissime differenze, e per questo il primo può essere distinto solo osservandone le caratteristiche microscopiche. Anche B. bicoloroide è molto simile, ma cresce solo nel Michigan, ha le spore ed il corpo fruttifero più grandi. Però B. bicoloroide non è ancora stato accuratamente studiato, quindi molte sue caratteristiche sono sconosciute[19].
Di questa specie esistono due varietà: B. bicolor var. borealis e B. bicolor var. subreticulatus[6]. Entrambe appaiono solo in America e hanno una colorazione leggermente diversa.
Rispetto alla specie principale, questa varietà ha una colorazione più scura, e il cappello a volte tende al viola. I pori sono arancioni, e possono diventare opachi o marroni con l'età. Ha un areale ristretto, che comprende Michigan e parte della Nuova Inghilterra. Viene facilmente confuso con B. carminiporus[6].
Anche questa varietà è più scura, ma la sua colorazione è più variabile. Con l'età, comunque, il margine del cappello tende ad ingiallire. I pori sono inizialmente gialli, poi ocra, mentre la sporata è color oliva[6]. La distribuzione di questa varietà è molto simile alla distribuzione di B. bicolor in Nord America.
Boletus bicolor Peck, 1897 è un fungo commestibile appartenente alla famiglia Boletaceae. È diffuso in Nord America, e appare soprattutto a est delle Montagne Rocciose durante l'estate e l'autunno, ma si può incontrare anche in Cina e in Nepal. Il suo corpo fruttifero è di dimensioni medio-grandi, e questa caratteristica aiuta a distinguerlo da molte specie simili ma di dimensioni ridotte. Di questa specie esistono due varietà: B. bicolor var. borealis e B. bicolor var. subreticulatus. Può essere confuso con B. sensibilis, specie velenosa, e con altre specie innocue.
Il suo nome deriva dal latino Boletus, che significa "fungo", e bicolor, di due colori.