La perlina rossa (nome scientifico Odontites vulgaris Moench, 1794) è una pianta erbacea appartenente alla famiglia delle Orobanchaceae.[1]
Etimologia
Il nome generico (Odontites) deriva dal greco "odos" o "odontos" (= dente, del dente). Tale nome appare per la prima volta in uno scritto di Gaio Plinio Secondo (Como, 23 – Stabiae, 25 agosto 79]), scrittore, ammiraglio e naturalista romano, e si riferisce al suo uso per il trattamento del mal di denti.[2][3] L'epiteto specifico (vulgaris) significa "consueto, comune, volgare" e generalmente viene assegnato a piante con distribuzione comune e di facile reperibilità.[4][5]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce è stato proposto per la prima volta dal botanico germanico Conrad Moench (1744 – 1805) nella pubblicazione "Methodus Plantas Horti Botanici et Agri Marburgensis - 439. 1794"[6] del 1794.[7]
Descrizione
Queste piante raggiungono una altezza di 1 - 5 dm. La forma biologica è terofita scaposa (T scap), ossia in generale sono piante erbacee che differiscono dalle altre forme biologiche poiché, essendo annuali, superano la stagione avversa sotto forma di seme e sono munite di asse fiorale eretto e spesso privo di foglie. Sono piante semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla) e sono provviste di uno o più austori connessi alle radici ospiti per ricavare sostanze nutritive. Tutta la pianta è pubescente.[8][9][10][11][12]
Radici
Le radici sono tipo fittone.
Fusto
La parte aerea del fusto è ginocchiata alla base e quindi eretta e abbondantemente ramosa; la sezione è quadrangolare e la superficie è pubescente.
Foglie
Le foglie lungo il caule sono disposte in modo opposto con portamento patente o ribattuto. Sono sessili o appena picciolate. Spesso alla fioritura sono scomparse. La forma della lamina varia da lineare a lanceolata con bordi appena dentati. Dimensione della lamina lineare: larghezza 1 mm; lunghezza 6 mm. Dimensione della lamina lanceolata: larghezza 6 mm; lunghezza 15 – 20 mm.
Infiorescenza
Le infiorescenze sono formate da racemi allungati spiciformi unilaterali. L'infiorescenza all'apice è spesso pendula.
Fiore
I fiori sono ermafroditi, zigomorfi e tetraciclici (con i quattro verticilli fondamentali delle Angiosperme: calice – corolla – androceo – gineceo). in genere sono più o meno pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). Lunghezza del fiore: 8 – 12 mm.
- Formula fiorale: per questa pianta viene indicata la seguente formula fiorale:
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X, K (4), [C (2+3), A 2+2], G (2), (supero), capsula[8]
- Calice: il calice, gamosepalo, ha quattro denti (tetramero); la forma è tubulosa-conica-campanulata. La superficie del calice è pubescente. Lunghezza del calice : 4 – 5 mm.
- Corolla: la corolla, pentamera (a cinque lobi) e simpetala, è bilabiata; il labbro inferiore ha tre lobi più o meno interi; la superficie è pubescente; il colore è roseo-vinoso o giallastro. La corolla in genere è più lunga del calice ed è priva dello sperone. Lunghezza della corolla: 7 – 9 mm.
- Androceo: gli stami dell'androceo sono quattro didinami; sono inseriti nel tubo corollino. Le antere sono glabre e sporgono dalle fauci corolline. Le antere sono conniventi ed hanno una loggia portante un cornetto allungato (i cornetti sono uguali fra di loro). Le sacche polliniche hanno l'estremità inferiore a forma di freccia[11]
- Gineceo: i carpelli del gineceo sono due e formano un ovario unico supero biloculare (derivato dai due carpelli iniziali). Lo stilo è unico lievemente più lungo degli stami ed è inserito all'apice dell'ovario; lo stimma è capitato.
- Fioritura: da maggio a ottobre.
Frutti
Il frutto è del tipo a capsula deiscente; la forma è obovata con superficie pubescente; sporge appena dal calice. I semi sono numerosi. Lunghezza della capsula: 6 – 8 mm. Dimensione dei semi: 1,5 mm.
Riproduzione
- Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
In queste piante il semiparassitismo è tale per cui anche i semi per germogliare hanno bisogno della presenza delle radici della pianta ospite; altrimenti le giovani piantine sono destinate ad una precoce degenerazione.
Distribuzione e habitat
Distribuzione della pianta
(Distribuzione regionale
[13] – Distribuzione alpina
[14])
Fitosociologia
Dal punto di vista fitosociologico la specie di questa voce appartiene alla seguente comunità vegetale:[14]
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Formazione: delle comunità delle macro- e megaforbie terrestri
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Classe: Molinio-Arrhenatheretea
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Ordine: Arrhenatheretalia elatioris
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Alleanza: Cynosurion
Sistematica
La famiglia di appartenenza della specie (Orobanchaceae) comprende soprattutto piante erbacee perenni e annuali semiparassite (ossia contengono ancora clorofilla a parte qualche genere completamente parassita) con uno o più austori connessi alle radici ospiti. È una famiglia abbastanza numerosa con circa 60 - 90 generi e oltre 1700 - 2000 specie (il numero dei generi e delle specie dipende dai vari metodi di classificazione[15][16]) distribuiti in tutti i continenti. Il genere Odontites è distribuito soprattutto in Europa con una trentina di specie di cui 7 sono presenti nella flora spontanea italiana.[9]
Filogenesi
La classificazione tassonomica del Odontites vulgaris è in via di definizione in quanto fino a poco tempo fa il suo genere apparteneva alla famiglia delle Scrophulariaceae (secondo la classificazione ormai classica di Cronquist), mentre ora con i nuovi sistemi di classificazione filogenetica (classificazione APG) è stata assegnata alla famiglia delle Orobanchaceae (tribù Rhinantheae).[17]
Il numero cromosomico per questa specie è: 2n = 18-20.[18]
Variabilità
Brattee dell'infiorescenza
La specie di questa voce è polimorfa. In natura è presente un'elevata variabilità di stirpi locali, in parte come conseguenza di varianti ecotipiche a carattere stagionale. Sandro Pignatti nella "Flora d'Italia" descrive le seguenti varietà della Odontites vulgaris attualmente considerate più sinonimi che entità autonome:[1][12]
- subsp. rubra (è la specie tipo): le piante in genere sono scarsamente pubescenti e alla fruttificazione spesso sono glabre; i fusti sono erbacei; i fiori sono sostenuti da peduncoli lunghi 1 - 2 mm; le brattee dell'infiorescenza hanno delle forme strettamente lanceolate e i bordi hanno dei brevi dentelli; i peli del calice sono brevi (0,1 - 0,3 mm) e sono appressati; il colore della corolla è roseo-vinoso. La fioritura di questa varietà è in prevalenza estiva e sul territorio italiano è distribuita in preferenza nell'entroterra.
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Odontites serotina Dumort: appena al di sotto dell'infiorescenza sono presenti 1 - 5 paia di foglie senza fiori ascellari; le brattee dell'infiorescenza sono lunghe 5 - 8 mm e sono più brevi dei fiori; i peli del calice sono brevi (0,1 - 0,3 mm) e sono appressati. Il portamento di questa varietà è di tipo autunnale (fioritura tra agosto e ottobre). L'habitat tipico per questa pianta sono i prati umidi, le zone palustri, le boscaglie e le aree a cespuglieti.
- subsp. sicula (Guss.) Pign.: la pianta ha un aspetto densamente grigio-pubescente; i fusti sono lignificati alla base; le brattee dell'infiorescenza hanno delle forme lineari-lanceolate o semplicemente lineari, e sono profondamente dentate; al di sotto dell'infiorescenza sono presenti 1 - 5 paia di foglie senza fiori ascellari; i fiori sono sostenuti da peduncoli lunghi 6 mm; i peli del calice sono brevi (0,1 - 0,3 mm) e sono appressati; il colore della corolla è giallastro. In Sicilia questa varietà si trova sulle Madonie e nel Messinese.
- subsp. canescens (Rchb.) Pign.: la pianta è sparsamente setolosa e pubescente; i fusti sono di tipo erbaceo; al di sotto dell'infiorescenza sono presenti 1 - 5 paia di foglie senza fiori ascellari; le brattee dell'infiorescenza sono lunghe 13 - 16 mm e sono più lunghe dei fiori; i fiori sono sostenuti da peduncoli lunghi 1 - 2 mm; le setole del calice sono arcuato-patenti e sono lunghe 0,3 - 0,7 mm; il colore della corolla è roseo-vinoso. La fioritura di questa pianta è autunnale. L'habitat tipico per questa pianta sono i prati umidi subsalsi. La distribuzione è relativa alla costa adriatica dall'Istria a Venezia.
Sinonimi
Questa entità ha avuto nel tempo diverse nomenclature. L'elenco seguente indica alcuni tra i sinonimi più frequenti:[1]
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Euphrasia odontites L.
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Euphrasia serotina Lam.
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Euphrasia serotina var. sicula Guss.
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Euphrasia verna Bellardi
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Odontites canescens (Rchb.) Borbás
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Odontites ruber (Baumg.) Opiz
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Odontites ruber Besser
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Odontites ruber subsp. canescens (Rchb.) Pignatti
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Odontites rubra subsp. rothmaleri U. Schneid.
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Odontites ruber subsp. serotinus (Lam.) Wettst.
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Odontites ruber subsp. sicula (Guss.) Pignatti
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Odontites ruber subsp. vernus (Bellardi) Wettst.
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Odontites salina (Kotov) Kotov
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Odontites serotina var. salina Kotov
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Odontites serotina f. pumila Nordst.
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Odontites serotinus Dumort.
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Odontites serotinus subsp. calcicola (Schur) Dostál
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Odontites serotinus var. calcicola Schur.
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Odontites serotinus var. canescens Rchb.
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Odontites serotinus var. salina Kotov
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Odontites serotinus f. pumila Nordst
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Odontites vernus subsp. pumila (Nordst.) A. Pedersen
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Odontites vernus subsp. salina (Kotov) N. Andreev
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Odontites vernus subsp. serotinus (Dumort.) Corb.
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Odontites vernus subsp. sicula (Guss.) P. D. Sell
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Odontites virgata Willk.
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Odontites vulgaris Moench subsp. vulgaris
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Odontites vulgaris subsp. calcicola (Schur) Dostál
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Odontites vulgaris subsp. pumila (Nordst.) Tzvelev
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Odontites vulgaris subsp. rothmaleri (U. Schneid.) Tzvelev
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Odontites vulgaris subsp. salina (Kotov) Tzvelev
Specie simili
Una specie molto simile a quella di questa voce è Odontites vernus (Bellardi) Dumort.. Si distingue per i seguenti caratteri: la forma delle brattee dell'infiorescenza è lanceolata con bordi densamente seghettati e sono lunghe 10 – 13 mm (generalmente superano i fiori); il primo paio di foglie al di sopra della coppia superiore di rami è provvista di fiori ascellari. Il portamento di questa specie è di tipo estivale (fioritura tra maggio e luglio). L'habitat tipico per questa pianta sono i campi argillosi e lungo i sentieri.
Altre notizie
La odontite tardiva in altre lingue è chiamata nei seguenti modi:
- (DE) Später Zahntrost, Roter Zahntrost
- (FR) Odontitès tardif
- (EN) Red Bartsia
Note
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^ a b c d EURO MED - PlantBase, su ww2.bgbm.org. URL consultato il 10 febbraio 2015.
-
^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 119.
-
^ David Gledhill 2008, pag. 278.
-
^ David Gledhill 2008, pag. 404.
-
^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 10 febbraio 2015.
-
^ BHL - Biodiversity Heritage Library, su biodiversitylibrary.org. URL consultato il 10 febbraio 2015.
-
^ a b The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 febbraio 2015.
-
^ a b Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 18 ottobre 2014 (archiviato dall'url originale il 23 settembre 2015).
-
^ a b Judd 2007, pag. 496.
-
^ Motta 1960, Vol. 3 - pag. 119.
-
^ a b Strasburger 2007, pag. 852.
-
^ a b Pignatti 1982, Vol. 2 - pag. 587.
-
^ Conti et al. 2005, pag. 133.
-
^ a b c d Aeschimann et al. 2004, Vol. 2 - pag. 256.
-
^ Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Vol.2, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 850, ISBN 88-7287-344-4.
-
^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 20 ottobre 2014.
-
^ Angiosperm Phylogeny Website, su mobot.org. URL consultato il 21 agosto 2009.
-
^ Tropicos Database, su tropicos.org. URL consultato il 10 febbraio 2015.
Bibliografia
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore. Volume 3, 1960, pag.119.
- David Gledhill, The name of plants (PDF), Cambridge, Cambridge University Press, 2008. URL consultato l'11 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume secondo, Bologna, Edagricole, 1982, pag. 587, ISBN 88-506-2449-2.
- AA.VV., Flora Alpina. Volume secondo, Bologna, Zanichelli, 2004, pag. 244.
- Alfio Musmarra, Dizionario di botanica, Bologna, Edagricole, 1996.
- Eduard Strasburger, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, pag. 852, ISBN 88-7287-344-4.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.