Thamnocalamus è un genere di piante spermatofita monocotiledone di bambù appartenente alla famiglia Poaceae (ordine delle Poales).[1][2][3]
Etimologia
Il nome del genere deriva da due parole greche: thamno (= "arbusto", ma anche "folto") e calamus (= "canna" o "gambo") e fa riferimento al portamento di queste piante (folte e addensate).[4] Il nome scientifico è stato definito dall'ufficiale inglese e botanico William Munro (1818–1880) nella pubblicazione Transactions of the Linnean Society of London , 26(1): 33, p. 157, del 1868.[5]
Descrizione
Spighetta generica con tre fiori diversi
- Foglie del culmo: le guaine sono decidue (o eventualmente persistenti), fimbriate, prive di padiglioni auricolari, più corte degli internodi. Le ligule sono cigliate. Il contorno della lamina varia da triangolare a lanceolato. Le venature sono parallelinervie.
- Foglie del fogliame: le guaine sono prive di padiglioni auricolari; il contorno della lamina varia da lineare a lanceolato. La consistenza è erbacea o cartacea; i margini sono cartilaginei. Le venature sono parallelinervie (quelle trasversali sono visibili e distinte).
- Le glume: le glume normalmente sono 2 persistenti; sono più corte della spighetta. Quella superiore ha delle forme lanceolate; quella inferiore è acuminata. In genere le glume hanno consistenza cartacea, non sono carenate ed hanno da 5 a 9 venature longitudinali.
- I lemmi: i lemmi hanno diverse venature, lungamente mucronate o con brevi punte; non sono carenati, hanno una consistenza cartacee e si presentano con 13 vene longitudinali più alcune trasversali.
- Le palee: le palee di solito sono più piccole dei lemmi; hanno due carene, apici ottusi e diverse venature longitudinali.
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- Formula fiorale. Per la famiglia di queste piante viene indicata la seguente formula fiorale:[6]
- , P 2, A (1-)3(-6), G (2–3) supero, cariosside.
- Il perianzio è ridotto e formato da tre lodicule, delle squame, poco visibili (forse relitto di un verticillo di 3 sepali). Le lodicule sono trasparenti.
- I frutti sono del tipo cariosside, ossia sono dei piccoli chicchi indeiscenti, ovoidali o subglobosi, nei quali il pericarpo è formato da una sottile parete che circonda il singolo seme. In particolare il pericarpo è fuso al seme ed è aderente. L'endocarpo non è indurito e l'ilo è lungo e lineare. L'embrione è provvisto di epiblasto. I margini embrionali della foglia si sovrappongono. La fessura scutellare è assente.
Riproduzione
- Impollinazione: in generale le erbe delle Poaceae sono impollinate in modo anemogamo. Gli stigmi piumosi sono una caratteristica importante per catturare meglio il polline aereo.
- Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
- Dispersione: i semi cadendo (dopo aver eventualmente percorso alcuni metri a causa del vento –dispersione anemocora) a terra sono dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).
Distribuzione e habitat
Le specie di questo genere sono distribuite dall'Himalaya alla Cina.
Tassonomia
La famiglia di appartenenza di questo genere (Poaceae) comprende circa 650 generi e 9.700 specie (secondo altri Autori 670 generi e 9.500[9]). Con una distribuzione cosmopolita è una delle famiglie più numerose e più importanti del gruppo delle monocotiledoni e di grande interesse economico: tre quarti delle terre coltivate del mondo produce cereali (più del 50% delle calorie umane proviene dalle graminacee). La famiglia è suddivisa in 11 sottofamiglie, il genere di questa voce è descritto al'interno della sottofamiglia Bambusoideae (tribù Arundinarieae).[1][6]
Filogenesi
La conoscenza filogenetica della tribù Arundinarieae è ancora in via di completamento. Per il momento i botanici (provvisoriamente) dividono la tribù in 12 cladi. Il gruppo di questa voce è compreso nel settimo clade (Clade VII).[1] La posizione filogenetica di questo genere all'interno della tribù non è ben definita. Potrebbe essere (1) il "gruppo fratello" del Shibataea clade (Clade IV)[3]; oppure (2) avere dei collegamenti con un gruppo formato dai seguenti cladi: il gruppo Chimonocalamus clade (Clade III), il genere Kuruna (Clade XII), il genere Gaoligongshania (Clade IX e il genere Oldeania (Clade II).[2]
Il genere Thamnocalamus dalle analisi del DNA dei cloroplasti risulta monofiletico se dalla sua circoscrizione si esclude la specie Bergbambos tessellate (inclusa nel Clade I della tribù).[1]
Elenco delle specie del genere
Per questo genere sono riconosciute valide le seguenti specie (non tutte le checklist sono concordi sul numero delle specie da attribuire al genere):
Note
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^ a b c d e Kellogg 2015, pag. 167.
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^ a b Zhang et al. 2016, pag. 122.
-
^ a b PeerJ 2018, pag. 14.
-
^ David Gledhill 2008, p. 376.
-
^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 31 agosto 2018.
-
^ a b c Judd et al 2007, pag. 311.
-
^ Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 451.
-
^ Motta 1960, Vol. 2 - pag. 346.
-
^ a b Strasburger 2007, pag. 814.
-
^ Pasqua et al 2015, pag. 467.
-
^ a b c eFloras - Flora of China, su efloras.org. URL consultato il 31 agosto 2018.
-
^ a b c d e Kew - GrassBase - The Online World Grass Flora, su powo.science.kew.org, p. Thamnocalamus. URL consultato il 31 agosto 2018.
-
^ a b c d The Plant List, su theplantlist.org. URL consultato il 30 agosto 2018.
Bibliografia
- Elizabeth A. Kellogg, The Families and Genera of Vascular Plants, Volume XIII. Flowering Plants. Monocots. Poaceae., St. Louis, Missouri, USA, 2015.
- Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
- Sandro Pignatti, Flora d'Italia., Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.
- Giacomo Nicolini, Enciclopedia Botanica Motta., Milano, Federico Motta Editore., 1960.
- Strasburger E, Trattato di Botanica. Volume secondo, Roma, Antonio Delfino Editore, 2007, ISBN 88-7287-344-4.
- G. Pasqua, G. Abbate e C. Forni, Botanica Generale - Diversità vegetale, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2015, ISBN 978-88-299-2718-0.
- Grass Phylogeny Working Group, Phylogeny and Classification of Poaceae (PDF), in Annals of the Missouri Botanical Garden, vol. 88, n. 3, 2001, pp. 373-457. URL consultato il 31 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
- David Gledhill, The name of plants, Cambridge, Cambridge University Press, 2008.
- Jeffery M. Saarela et al., A 250 plastome phylogeny of the grass family (Poaceae): topological support under different data partitions (PDF), in PeerJ, vol. 4299, 2018, pp. 1-71.
- Robert J. Soreng et al., A worldwide phylogenetic classi?cation of the Poaceae (Gramineae) II: An update and a comparison of two 2015 classi?cations, in JSE - Journal of Systematics and Evolution, vol. 55, n. 4, 2017, pp. 259-290.
- Emmet J. Judziewicz & Lynn G. Clark, Classification and Biogeography of New World Grasses: Anomochlooideae, Pharoideae, Ehrhartoideae, and Bambusoideae (PDF), in Aliso: A Journal of Systematic and Evolutionary Botany, vol. 23, 1 (25), 2007, pp. 303-314. URL consultato il 31 agosto 2018 (archiviato dall'url originale il 28 luglio 2018).
- Xian-Zhi Zhang, Chun-Xia Zeng, Peng-Fei Ma, Thomas Haevermans, Yu-Xiao Zhang, Li-Na Zhang, Zhen-Hua Guo, De-Zhu Li, Multi-locus plastid phylogenetic biogeography supports the Asian hypothesis of the temperate woody bamboos (Poaceae: Bambusoideae) (PDF), in Elsevier - Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 96, 2016, pp. 118-129.
- Xueqin Wang, Xiaying Ye, Lei Zhao, Dezhu Li, Zhenhua Guo & Huifu Zhuang, Genome-wide RAD sequencing data provide unprecedented resolution of the phylogeny of temperate bamboos (Poaceae: Bambusoideae) (PDF), in Scientific Reports, vol. 7, 2017, pp. 1-11.