Ramaria aurea (Schaeff.) Quél., Flore mycologique de la France et des pays limitrophes (Paris): 467 (1888).
La Ramaria aurea è un fungo commestibile, anche se con cautela, della famiglia delle Gomphaceae.
È una specie tossica da cruda e pertanto richiede una prebollitura. Inoltre consumi esagerati della stessa, come per la maggior parte delle "Ramarie", possono provocare effetti lassativi ed altri fastidi.
Bisogna prestare molta attenzione a non confonderla con altre specie congeneri non eduli oppure velenose, cosa che però avviene molto spesso.
Color giallo-oro o giallo-ocraceo, densamente ramificato, con base biancastra o giallina; gli apici delle ramificazioni sono bifidi e ottusi.
Compatta, bianca; senza odore e sapore caratteristici.
Ocracee in massa, ellittiche e minutamente verrucose, 10-13 x 4-6 µm.
Fruttifica in estate-autunno, nei boschi misti, sul terreno. Per lo più sotto faggio.
Ottimo commestibile da giovane, previa cottura. Non commestibile da crudo.
Si consiglia di non consumarne quantità eccessive in quanto potrebbe avere effetti lassativi.
Molto ricercato ed apprezzato in alcune regioni d'Italia come in Calabria, più precisamente sull'altopiano della Sila.
Si presta molto bene alla conservazione sott'olio.
Attenzione a non confonderlo con la Ramaria pallida (specie tossica), cui somiglia molto in alcune sue forme decolorate.
Dal latino aureus = di colore dorato, per via del suo colore.
Ramaria aurea (Schaeff.) Quél., Flore mycologique de la France et des pays limitrophes (Paris): 467 (1888).
La Ramaria aurea è un fungo commestibile, anche se con cautela, della famiglia delle Gomphaceae.
È una specie tossica da cruda e pertanto richiede una prebollitura. Inoltre consumi esagerati della stessa, come per la maggior parte delle "Ramarie", possono provocare effetti lassativi ed altri fastidi.
Bisogna prestare molta attenzione a non confonderla con altre specie congeneri non eduli oppure velenose, cosa che però avviene molto spesso.